Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 07/08/2010, l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " In Israele gli curano la figlia e lui fa attentati ".
Hamas
La figlia di sei anni aveva bisogno di essere sottoposta a un intervento chirurgico per rimuovere un tumore ad un occhio, e venne ricoverata nell’ospedale Hadassah Ein Kerem di Gerusalemme grazie ai fondi di una organizzazione non-profit israeliana.
Lui, un terrorista di hamas, interrogato dai servizi di sicurezza, aveva all’epoca garantito che sarebbe stato accanto al letto d’ospedale della piccola.
Un caso umanitario su cui molto si era ricamato, soprattutto tra i buonisti di casa nostra, in Italia e in Europa. Adesso però sembra che l’affettuoso papà abbia trovato la maniera di lasciare il capezzale della bambina per recarsi a fare altri attentati mortali in Israele. Dopo una lunga indagine infatti, uno dei tre assassini di hamas, fermato per un attentato in cui aveva perso la vita l’agente di polizia Shuki Sofer, nel giugno scorso, a sud del Monte Hebron, era risultato essere proprio il premuroso papà.
Per la cronaca altre due persone erano rimaste ferite nell’aggressione a sangue freddo perpetrata vicino a Beit Hagai (Cisgiordania). Secondo la polizia israeliana, la cellula di Hamas aveva anche progettato di effettuare sequestri di persona nella zona di Hebron camuffando i propri membri da ebrei osservanti.
Stando alla cronologia dei fatti così come ricostruita dall’inchiesta, il terrorista ha pianificato l’attentato mentre sua figlia era ricoverata nell’ospedale israeliano.
Così mentre un’equipe di medici israeliani curava sua figlia come fosse stata la loro, lui si dilettava nel proprio hobby preferito: ammazzare ebrei.
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