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Libano come i Sudeti 05/08/2010
A proposito della cartolina del Prof. Ugo Volli intitolata “Perché vogliono la guerra?”, mi viene ancora una volta spontaneo un parallelismo tra l’attuale situazione in Libano e quella dei Sudeti nel 1938. Senz’altro il Dott. Sergio Romano disapproverà una tale comparazione, date le “differenti condizioni storiche”; ma a chi non ha troppa cura di certe pignolerie, non sfuggirà il fatto che oggi come allora c’è un grande e prepotente regime (quello dell’Iran) che al pari del Terzo Reich cerca o si inventa ogni pretesto per aggredire un piccolo Paese civile, con l’unica motivazione di un odio feroce ed irrazionale.
Non c’è dubbio che se scoppierà una guerra, questa sarà solo contro qualcuno e non per ottenere qualcosa, allo stesso modo di quanto si verificò nel 1938. Allora la guerra fu evitata solo per la resa delle democrazie occidentali a Monaco; ma qualora fosse scoppiata non era certo per tutelare i diritti dei tedeschi dei Sudeti. I quali vivevano molto meglio sotto la democrazia di Benes e Masaryk rispetto ad altre minoranze tedesche in Paesi europei retti da regimi dispotici e ancor meglio di come si trovarono poi sotto il barbarico impero di Hitler. Così come in Israele le minoranze arabe hanno infinitamente più diritti degli sventurati sottoposti al potere di Hamas.
Purtroppo nel mondo occidentale si insiste tuttora a credere che sia più conveniente trattare con i tiranni criminali e chiudere gli occhi innanzi alla spiacevole realtà, sacrificando ancora una volta (come a Monaco) il principio della difesa collettiva che imporrebbe il sostegno incondizionato allo Stato di Israele. La storia ha tuttavia insegnato che simili scorciatoie, lungi dal risolvere i problemi, portano solo ad un ancor più salato tributo di vittime. Ed è quello che disgraziatamente accadrà se, come con Hitler, si perderanno le rimanenti occasioni di fermare per tempo i forsennati assassini di Teheran.
 
Cordiali saluti
Luigi Prato 

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