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Corriere della Sera - La Repubblica - L'Unità Rassegna Stampa
04.08.2010 Un crescendo di disinformazione sugli scontri al confine tra Israele e Libano
La versione distorta di un video sul sito del Corriere, Ansa, Sandro Viola e Udg

Testata:Corriere della Sera - La Repubblica - L'Unità
Autore: Sandro Viola - Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Mo: Unifil, Israele su proprio confine - I fantasmi della linea blu - Netanyahu va fermato. È stata un’aggressione contro il nostro Paese»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 04/08/2010, a pag. 1-31, l'articolo di Sandro Viola dal titolo " I fantasmi della linea blu ". Dall'UNITA', a pag. 27, l'intervista di Umberto De Giovannangeli a Ghazi Aridi, ministro dei lavori pubblici libanese dal titolo "  Netanyahu va fermato. È stata un’aggressione contro il nostro Paese".

Sul sito internet del CORRIERE della SERA è stato pubblicato un video riguardo la situazione al confine tra Israele e Libano.
Un video che non informa, ma confonde le idee. Il commentatore parla dei soldati di Tzahal definendoli "soldati di Tel Aviv", ossia un qualcosa di inesistente, dato che la capitale di Israele è Gerusalemme, non Tel Aviv.
Il commentatore prende sul serio la versione secondo la quale sarebbe stata la decisione di Israele di tagliare l'albero a scatenare gli scontri a fuoco tra soldati israeliani e libanesi, quando è evidente il contrario. Il Libano aspetta solo un'occasione buona per colpire e scatenare la guerra contro Israele.
Secondo il commentatore l'albero era sul suolo libanese, ma leggendo gli articoli e i commenti pubblicati dai quotidiani si evince che la situazione è diversa. L'Unifil, come spiegato nel lancio ANSA che riportiamo qui sotto, ha stabilito che l'albero era sul territorio israeliano. Anche ANSA scrive di 'soldati di Tel Aviv' e prende per buona la versione libanese.
Ecco il lancio:

ANSA - " Mo: Unifil, Israele su proprio confine "


Unifil

(ANSA) - BEIRUT - Per l'Unifil si trovava in territorio israeliano l'albero che i militari di Tel Aviv volevano sradicare ieri. L'azione ha poi innescato violenti scontri con l'esercito libanese. La forza Onu nel sud del Libano ha affermato che a seguito delle prime indagini condotte sul luogo degli scontri, 'l'albero che stava per essere sradicato dall'esercito israeliano era situato a sud della Linea Blu'' di demarcazione tra i due Paesi, quindi in territorio israeliano.

Per vedere il video del sito del Corriere della Sera, cliccare sul link sottostante

http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dal Mondo&vxClipId=2524_6333584c-9f3a-11df-ad0c-00144f02aabe&vxBitrate=300

Ecco gli articoli di Sandro Viola e Umberto De Giovannangeli:

La REPUBBLICA - Sandro Viola : " I fantasmi della linea blu "

L'articolo di Sandro Viola inizia con queste parole : "È probabile che la violenta sparatoria scatenatasi ieri tra le truppe libanesi e quelle israeliane sul confine tra i due paesi,(...) non porti in tempi brevi ad una terza guerra del Libano. Il governo di Beirut non ha alcun interesse ad un conflitto con Israele.". In Libano al governo c'è anche Hezbollah. Il governo 'filo occidentale' di Hariri ha firmato pochi mesi fa una legge che ne permetteva il riarmo contro Israele. La Siria ha di recente passato armi al Libano e l'Iran da sempre finanzia Hezbollah. Questi elementi e le sassaiole contro i soldati dell'Unifil avvenute di recente sono sufficienti a far comprendere che il Libano sta cercando la guerra contro Israele.
Sandro Viola ha ragione quando scrive che non è Israele a desiderare la guerra con il Libano : "
E a Gerusalemme il governo Netanyahu si trova al momento con altre e più intricate matasse da sbrogliare che non l´eventualità d´una guerra in Libano". Purtroppo le matasse che lo Stato ebraico deve sbrogliare (nucleare iraniano, Hamas a Gaza, la Siria) sono strettamente collegate al Libano.
Viola intuisce che c'è sotto qualcosa di più grosso che un semplice scontro a fuoco per un albero  e scrive : "
Siamo dunque ancora di fronte a quel che è successo tante volte negli ultimi tre decenni, vale a dire un´operazione di sabotaggio - operata a volte dall´interno d´Israele, e a volte dalla galassia dell´estremismo arabo - per bloccare il negoziato di pace? ". Non è Israele a bloccare i processi di pace. Netanyahu ha di recente dichiarato di voler avviare negoziati diretti con l'Anp. Chi continua a opporre rifiuti è la controparte palestinese.
"
Chi ha più esperienza del conflitto israelo-palestinese, chi ha assistito in tante occasioni ad una brusca, traumatica interruzione del cosiddetto processo di pace a causa d´un attacco improvviso dei terroristi, o d´una rappresaglia eccessiva, assurdamente sanguinosa, da parte dell´aviazione israeliana su inermi villaggi palestinesi, è portato a pensare che di questo si tratti ". Il riferimento, nemmeno troppo velato, alla guerra a Gaza è evidente.
La Striscia non è un '
inerme villaggio palestinese '. Israele ha iniziato la guerra dopo aver subito per anni i razzi di Hamas. Il fatto che Israele possa contare su Tzahal, un esercito regolare, ben addestrato ed efficace, non implica che debba permettere ai terroristi di Hamas di attaccare senza rispondere. I termini 'eccessivo', 'asimmetrico', 'spoporzionato', tanto amati dai giornalisti come Sandro Viola per riferirsi alle guerre difensive di Israele non reggono, come non regge mettere sullo stesso piano gli attentati suicidi palestinesi e i razzi kassam sparati dalla Striscia alle risposte israeliane.
Quando opera, Tzahal ha obiettivi militari, non civili. Sono Hamas ed Hezbollah a usare scudi umani e a colpire la popolazione disarmata. Ma Sandro Viola si guarda bene dallo scriverlo, troppo occupato a contare le vittime per poter stabilire che Israele ha torto perchè i suoi morti sono meno di quelli dei suoi aggressori.
Ecco l'articolo:


Hezbollah in una posa tipica

È probabile che la violenta sparatoria scatenatasi ieri tra le truppe libanesi e quelle israeliane sul confine tra i due paesi, con un bilancio di quattro morti (tre di nazionalità libanese e un ufficiale israeliano) non porti in tempi brevi ad una terza guerra del Libano. Il governo di Beirut non ha alcun interesse ad un conflitto con Israele. E a Gerusalemme il governo Netanyahu si trova al momento con altre e più intricate matasse da sbrogliare che non l´eventualità d´una guerra in Libano. Dove, tra l´altro, incontrerebbe sulla strada tra la frontiera e il fiume Litani 10.000 uomini della forza internazionale Unifil inviata nella zona, quattro anni fa, dalle Nazioni Unite. E infatti, la maggior parte dei primi commenti a caldo dopo gli scontri di ieri, sembrano orientati a definirli un incidente per ora isolato.
Ma gli scambi d´artiglieria sulla "Linea Blu" (come si chiama la frontiera fissata dall´Onu tra Israele e il Libano), appaiono tuttavia preoccupanti. Essi sono giunti infatti dopo quattro giorni di eventi inattesi e sinora inspiegabili. I razzi Katyusha caduti sabato scorso su Ashkelon e Sderot nel Sinai israeliano, e i missili che domenica hanno colpito Eilat in Israele e Akaba in Giordania. Da dove siano partite quelle bordate, è ancora da stabilire. Hamas, che sulle prime era parsa responsabile di quel fuoco d´artiglieria a distanza, ha negato qualsiasi suo coinvolgimento: e la smentita è stata ritenuta, anche in Israele, credibile. Chi altro, dunque, può aver sparato nello scorso week end sul sud del Sinai e sui due porti del Mar Rosso affollati di turisti?
Nella giornata di ieri s´è fatta strada l´ipotesi Hezbollah. Tra non molto dovrebbe infatti concludersi l´istruttoria del Tribunale internazionale sull´attentato che nel febbraio 2005 costò la vita al primo ministro libanese Rafik Hariri, e a quanto pare il Tribunale avrebbe pronti quattro mandati di cattura per altrettanti capi di Hezbollah. Il partito, cioè, che rappresenta nel Parlamento e nel governo di Beirut gli integralisti islamici. Il fatto è che Hezbollah non è solo un partito politico. Esso è soprattutto la centrale d´una d´una vasta milizia sparsa nel sud del Libano, e dotata del più forte e moderno armamento tra i gruppi integralisti e fondamentalisti che progettano l´eliminazione d´Israele. Com´è facile intuire, le armi e i finanziamenti agli Hezbollah (che sono mussulmani sciiti) provengono dall´Iran.
Sarebbe stata quindi la minaccia d´un arresto di quattro dei suoi capi, ad aver spinto il vertice degli integralisti libanesi a provocare uno scontro di frontiera con le truppe israeliane, e magari un prolungamento dei combattimenti, così da frustrare almeno per ora i tentativi del Tribunale internazionale di mettere le manette ai suoi uomini. Si tratta, come s´è detto, d´una ipotesi. Che non è però campata in aria. Hezbollah ha molti suoi fedeli tra gli ufficiali dell´esercito libanese, ed è stato l´esercito libanese a sparare per primo nel pomeriggio di ieri. Mentre per quel che riguarda Hamas e le sue folli appendici, quale potrebbe essere stata la ragione per riprendere i lanci di razzi su Israele dopo mesi e mesi di buona condotta?
In ogni caso, il quadro creatosi in pochi giorni è questo: ripresa della caduta di Katyusha e altri razzi sul territorio israeliano, ripresa - dopo quattro anni - degli scontri a fuoco sulla frontiera tra Israele e Libano. E tutto questo proprio in prossimità, o addirittura alla vigilia, d´un nuovo avvio dei negoziati diretti tra israeliani e palestinesi, che l´amministrazione Obama è riuscita dopo enormi sforzi e qualche brutta figura, a rilanciare. Siamo dunque ancora di fronte a quel che è successo tante volte negli ultimi tre decenni, vale a dire un´operazione di sabotaggio - operata a volte dall´interno d´Israele, e a volte dalla galassia dell´estremismo arabo - per bloccare il negoziato di pace?
Chi ha più esperienza del conflitto israelo-palestinese, chi ha assistito in tante occasioni ad una brusca, traumatica interruzione del cosiddetto processo di pace a causa d´un attacco improvviso dei terroristi, o d´una rappresaglia eccessiva, assurdamente sanguinosa, da parte dell´aviazione israeliana su inermi villaggi palestinesi, è portato a pensare che di questo si tratti. La coincidenza, nonostante che le fonti israeliane sembrino escludere che vi sia un qualche rapporto tra i missili caduti su Israele nei giorni scorsi e gli scambi d´artiglieria di ieri sulla frontiera libanese, è troppo nitida per essere trascurata. La regola è infatti questa: all´approssimarsi di nuovi negoziati israelo-palestinesi, gli oltranzisti sparano.
La situazione in Medio Oriente sta quindi, ancora una volta, precipitando? Aveva ragione Vladimir Putin quando in maggio, a Damasco, disse di temere l´avvicinarsi d´una catastrofe nella regione? Come il lettore avrà già colto, sinora sono state elencate in questo articolo soltanto delle ipotesi. Per capire quali potranno essere i seguiti, le conseguenze di questo riaccendersi della tensione sui versanti sud e nord d´Israele, bisognerà infatti attendere ancora qualche giorno. Le eventuali rappresaglie israeliane, un eventuale scesa in campo, con il suo temibile arsenale, di Hezbollah. Ma può essere utile citare un saggio uscito a giugno dall´autorevole Council of foreign relations americano, scritto da Daniel Kurtzer, ex ambasciatore in Egitto e in Israele. Il saggio è intitolato "Una terza guerra libanese", e delinea i rischi d´un conflitto sulla frontiera tra Israele e Libano, iniziato non importa se da Hezbollah o da Israele. Un faccia a faccia, per interposte persone, tra il governo Netanyahu e l´Iran di Ahmadinejad. Bombardamenti israeliani sui campi d´addestramento e i silos dei missili che Hezbollah ha in Siria, le risposte degli integralisti sulla Galilea, forse su Haifa e forse ancora più in profondità sul territorio dello Stato ebraico, insomma la messa in moto d´un ingranaggio inarrestabile se non con una vera guerra. Un´altra ipotesi? Certo: ma converrà notare che di tutte le ipotesi avanzate, non ce n´è una che suoni rassicurante.

L'UNITA' - Umberto De Giovannangeli : " Netanyahu va fermato. È stata un’aggressione contro il nostro Paese "

Ecco la versione libanese dell'accaduto : " Nessun razzo è stato sparato dal territorio libanese in territorio israeliano. Non c'è nessuna giustificazione al sanguinoso attacco sferrato dalle forze armate d'Israele contro soldati e civili libanesi. Siamo di fronte a un vero e proprio atto di terrorismo, ad un'aggressione deliberata ". Sarebbe Israele ad aver attaccato, non i soldati libanesi. E Udg non contraddice mai l'intervistato. Chi tace acconsente, ne deduciamo che condivide la distorta versione del suo intervistato.
Ecco l'intervista :


Ghazi Aridi

Nessun razzo è stato sparato dal territorio libanese in territorio israeliano. Non c'è nessuna giustificazione al sanguinoso attacco sferrato dalle forze armate d'Israele contro soldati e civili libanesi. Siamo di fronte a un vero e proprio atto di terrorismo, ad un'aggressione deliberata». A parlare è Ghazi Aridi, 56 anni, ministro dei Lavori pubblici libanese, esponente di punta del Partito socialista progressista libanese il cui leader è Walid Jumblatt. «Il Libano, la sua gente, il suo governo e il suo esercito, sono uniti nel far fronte all'aggressione israeliana », afferma Aridi. Il ministro degli Esteri israeliano, AvigdorLieberman, ha accusato ilgoverno libanese di essere responsabile di ciò che è avvenuto ai confini tra Libano e Israele. «Il ministro degli Esteri israeliano non perde occasione per confermarsi un pericoloso oltranzista, nemico della pace e della stabilità del Medio Oriente.Ma non è ai governanti israeliani che rivolgiamo il nostro appello ». A chi allora? «A quanti nel mondo hanno contribuito a porre fine alla guerra del 2006 scatenata da Israele in Libano. La Comunità internazionale, che nel 2006 ha sostenuto l'approvazione della risoluzioneOnu n.1701, deve assumersi ora le sue responsabilità e intervenire immediatamente per fermare la violazione israeliana». Insisto: le autorità israeliane accusano il governo di cui Lei fa parte di essere ostaggio di Hezbollah... «Questa è volgare propaganda di chinon concepisce altro linguaggio che quello della forza. Per i governanti israeliani tutti coloro che non assecondano le loro mire espansioniste e la loro logica militarista, sono da considerare nemici o complici dei nemici dello Stato ebraico. Era considerato tale anche un uomodi straordinaria capacità e intelligenza quale è il generale Graziano (ex comandante dell'Unifil, ndr). D'altra parte, chi oggi è al governo d'Israele ha sempre considerato la fine della guerra del 2006 solo come una parentesi, in attesa di regolare i conti con il Libano, la sua gente, un governo liberamente eletto». Il premier israeliano Netanyahu sostiene che a non rispettare la risoluzione 1701 è chi governa il Libano, riferendosi al mancato disarmo delle milizie Hezbollah. «Il disarmo di tutte le milizie è un affare interno al Libano, ed è un obiettivo che intendiamo perseguire, ma questo non c'entra niente con le provocazioni israeliane. Lo ripeto: ciò che è accaduto è un vero e proprio atto di terrorismo. Terrorismo di Stato». Beirut si rivolge alla Comunità internazionale. A chi in particolare? «Al presidente Obama e all'Europa, e in primo luogo all'Italia, alla Spagna, alla Francia, a quei Paesi, cioè, maggiormente impegnati sul campo per il mantenimento della sicurezza ai confini fra Libano e Israele: la provocazione israeliana è rivolta anche a voi. E poi al presidente Usa. Gli Stati Uniti sostengono Israele ma Obama è anche il leader che ha parlato di un “Nuovo Inizio” nei rapporti tra l'America e il mondo arabo e musulmano. Il presidente Obama non può non rendersi conto che ogni escalation della tensione può portare a conseguenze irreparabili nella regione. Obama deve fermare i “piromani” al governo a Tel Aviv prima che facciano saltare la polveriera mediorientale».

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