Erdogan cerca di dare il colpo di grazia ai laici modificando gli articoli della Costituzione che concedono ai militari poteri speciali
Testata: Il Foglio Data: 03 agosto 2010 Pagina: 1 Autore: La redazione del Foglio Titolo: «Duello in cima all’esercito turco»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 03/08/2010, in prima pagina, l'articolo dal titolo "Duello in cima all’esercito turco".
Recep Erdogan
Istanbul. Isik Kosaner ha la reputazione del duro. Negli anni Settanta guidò un plotone di soldati dalle coste di Cipro a Nicosia: erano i giorni dell’Operazione Attila, la manovra che permise all’esercito turco di strappare una parte dell’isola alle milizie greche. Ma la sua nuova missione è ancora più pericolosa. Kosaner potrebbe assumere presto il comando delle Forze armate di Ankara, il consiglio militare (Yas) è riunito da due giorni e il suo nome circola con insistenza. L’annuncio, previsto per domani, arriva in un momento delicato. Cento ufficiali dell’esercito rischiano di finire in galera con l’accusa di tradimento e un referendum può ridurre i poteri dell’esercito. E’ una vera rivoluzione per la Turchia: il compito del generale Kosaner assomiglia tanto a una guerra. Al summit si affrontano i due veri schieramenti della politica turca. Da una parte c’è l’Akp, il gruppo filo islamico del premier, Recep Tayyip Erdogan, che governa da otto anni e conduce una campagna di riforme poderosa; dall’altra ci sono i generali, che ritengono di essere i custodi dell’ordinamento laico. Forti di questo principio, hanno portato a termine tre colpi di stato dal 1960 al 1980 e hanno convinto un premier alle dimissioni nel ’97. Erdogan vuole ridurre l’influenza dei militari: in primavera ha promosso una campagna per modificare gli articoli della Costituzione che concedono poteri speciali alle Forze armate, la decisione finale è affidata agli elettori turchi, che voteranno il futuro del progetto con il referendum del 12 settembre. Questa riforma, dice Erdogan, è necessaria per entrare a far parte dell’Unione europea. Molti leader del Vecchio continente mostrano di essere dalla sua parte: il premier inglese, David Cameron, ha visitato Ankara la scorsa settimana e ha garantito il proprio appoggio all’Akp. Erdogan ha incassato ieri il sostegno di un altro amico influente: Feitullah Gulen, il leader in esilio dei gulenisti, una confraternita religiosa che possiede scuole, giornali e centinaia di società, ha chiesto ai turchi di approvare il referendum. L’Akp e l’esercito hanno sfiorato più volte lo scontro. Il vecchio capo delle Forze armate, Ilker Basbug, che lascerà nei prossimi giorni, ha sempre privilegiato il dialogo con il governo, ma gli scandali e gli arresti degli ultimi anni sono la prova che la strategia non ha funzionato come avrebbe dovuto. La reputazione dei militari non è mai stata così bassa: molti opinionisti mettono in discussione il ruolo dell’esercito e i quotidiani registrano una serie impressionante di suicidi nelle caserme. Ora i generali vogliono un leader in grado di difenderli dai giudici e dalle riforme. Kosaner è il loro candidato migliore. Non parla con la stampa dal 2008, una tattica studiata a tavolino per arrivare alla nomina senza la censura dell’Akp. Secondo i quotidiani turchi, Erdogan scenderà a patti con gli altri membri dello Yas: vuole avvicinare l’esercito ora che i terroristi curdi aumentano le loro azioni in Anatolia. Il caso Kosaner non è l’unico punto all’ordine del giorno. Dieci giorni fa, un tribunale di Ankara ha ordinato l’arresto di centodue militari coinvolti nel complotto del Martello, un golpe che mirava a rovesciare il governo. Fra i sospetti ci sono undici generali: secondo i giudici, avrebbero organizzato una serie di attentati a partire nel 2003 per costringere Erdogan a lasciare il potere. In attesa del processo, lo Yas potrebbe promuovere gli undici generali. Questa eventualità preoccupa il presidente della Repubblica, Abdullah Gül: alla vigilia del concilio di Ankara ha incontrato Basbug e gli ha intimato di fermare il processo. “Concedere una promozione a un ufficiale coinvolto in una inchiesta darebbe un messaggio sbagliato”, ha detto al quotidiano Milliyet.
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