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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.08.2010 Libertà di parola nei Paesi arabi, un miraggio
Emirati Arabi e Arabia Saudita vietano il blackberry perchè sfugge alle intercettazioni

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 agosto 2010
Pagina: 31
Autore: Edoardo Segantini - Cecilia Zecchinelli
Titolo: «Emirati arabi e sauditi vietano il BlackBerry: incontrollabile - Bando ai BlackBerry in Arabia ed Emirati»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/08/2010, a pag. 13, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo " Bando ai BlackBerry in Arabia ed Emirati ", a pag. 31, l'articolo di Edoardo Segantini dal titolo " Emirati arabi e sauditi vietano il BlackBerry: incontrollabile ". Ecco i due pezzi:

Edoardo Segantini : " Emirati arabi e sauditi vietano il BlackBerry: incontrollabile "

Dopo il contrasto fra Google e il governo cinese, ecco un altro caso in cui la tecnologia dà fastidio ai governi di Paesi a libertà limitata. Stavolta al centro dell’attenzione c’è il BlackBerry, il primo e il più famoso degli smartphone, con 41 milioni di clienti nel mondo, che a partire da questo mese in Arabia Saudita e dall’11 ottobre negli Emirati Arabi (Eau) sarà bloccato nell’uso della posta elettronica e della navigazione via Internet. La Telecommunications Regulatory Authority degli Eau ha motivato la decisione con «ragioni di sicurezza» e parlato di «preoccupazioni di natura giudiziaria, sociale e di sicurezza nazionale». L’autorità del regno wahabita, la Citc, è stata ancora più avara di spiegazioni. Intanto il Bahrein ha diffidato la Rim (Research In Motion), la società canadese che lo produce, dal diffondere notizie locali via BlackBerry. Il «caso» infine è andato oltre la regione del Golfo e simili preoccupazioni per la sicurezza nazionale sono state sollevate anche dal governo indiano.

Nel mirino delle autorità c’è la funzione di posta elettronica Messenger, perché il sistema di trasmissione dati usato da Rim è criptato e usa server (i computer che veicolano i messaggi di posta e la navigazione Internet) che non risiedono fisicamente né in Arabia Saudita né negli Emirati. Questa caratteristica, molto apprezzata dagli utenti perché rende sicura e riservata la corrispondenza, è criticata dalle autorità dei due Paesi perché non consente alle rispettive polizie di «monitorare» le conversazioni a fini di sicurezza nazionale.

Un argomento che si presta a non poche obiezioni: la prima delle quali è il fatto che il Messenger del BlackBerry è intensamente e quotidianamente usato in 175 Paesi del mondo, tra cui gli Stati Uniti, che certamente hanno a cuore la «security» e praticano la vigilanza contro il terrorismo almeno quanto il regno e gli emirati del Golfo. La loro storia, la loro democrazia però li rende sensibili alle libertà individuali almeno quanto lo sono alla sicurezza.

C’è poi un fatto di cui tener conto: all’opposto di quanto accade nei Paesi occidentali, dov’è essenzialmente uno strumento di lavoro, in Arabia Saudita e negli Emirati il BlackBerry è usato all’80% da individui e solo al 20% dalle imprese. In breve, è un nuovo, formidabile strumento di libertà e relazione sociale, adorato dai giovani, in Paesi dove di libertà e di relazioni sociali ce ne sono ancora poche. E dove, quindi, se uno smartphone è troppo smart (intelligente) si preferisce ridurlo a phone, cioè a un normale telefono. Crea meno problemi.

Cecilia Zecchinelli : " Bando ai BlackBerry in Arabia ed Emirati "


Blackberry

PARIGI — Se c’è una regione nel mondo dove tutti gli ultimi ritrovati tecnologici per comunicare sono seguiti, apprezzati e comprati è certo il Golfo: vuoi per le difficoltà di incontrarsi tra giovani (e non solo) di sesso diverso, vuoi perché molti hanno redditi più alti che altrove, in Arabia Saudita e negli Emirati è normale veder circolare in massa nuovi modelli di smartphone. E anche tra gli uomini d’affari locali e stranieri, ovviamente, essere aggiornati è imperativo. Sta creando quindi clamore la decisione presa ieri dai governi di Abu Dhabi e Riad: i BlackBerry saranno fuorilegge. Dall’11 ottobre negli Emirati, già da fine mese (probabilmente) in Arabia.

Fuorilegge per quanto riguarda internet, mail, chat e trasmissione di dat i , f ot o comprese. Il normale uso dell’apparecchio per telefonare può andare (ma per quello perché avere un BlackBerry?). Motivo ufficiale della drastica decisione, la «sicurezza nazionale». Ovvero impedire l’uso di apparecchi la cui rete è gestita direttamente da una società straniera (la canades e Researchin Motion, Rim). Evitare la circolazione di informazioni che le autorità non riescono a filtrare e decriptare, a differenza di quanto avviene per Nokia e iPhone.

«Gli stranieri possono esportare dati oltre i confini nazionali per uso commerciale o per terrorismo», ha spiegato Mohammad Al Ghanim, capo dell’Autorità per le telecom degli Emirati, dove gli utenti BlackBerry sono stimati in 500 mila. Dall’Arabia, che conterebbe un simile numero di utilizzatori (la Rim non dà cifre), nessun annuncio ufficiale ma indiscrezioni ritenute fondate. Il giro di vite non arriva del tutto a sorpresa. Da anni i due Paesi, come India e Bahrein, premono su Rim perché «apra» il sistema. Nel 2009 gli Emirati avevano perfino distribuito un «aggiornamento» che in realtà spiava gli utenti. E la società canadese aveva inviato a chi l’aveva installato (145 mila persone) le istruzioni per disattivarlo.

«Il divieto è un’assurda ironia, visto che questi smartphone hanno il più alto livello di sicurezza, proprio quello che vogliono società private e governi», commenta da Dubai l’analista Simon Simonian. Soprattutto negli Emirati, che stanno riprendendosi dall’ultima crisi, mettere al bando un apparecchio così usato nel mondo degli affari e dai turisti pare un autogol, e non solo in termini di immagine. Ma come notava «Reporter senza frontiere» già un mese fa, dopo le prime minacce lanciate dagli Emirati, «sul tavolo c’è un chiaro intento di censurare, filtrare, sorvegliare». La recente débâcle del gaudente e moderno Dubai e il parallelo rafforzarsi nella federazione del più conservatore Abu Dhabi possono spiegare la stretta. E certo la spiegano in parte per l’Arabia Saudita.

«Il BlackBerry è diventato l’ultimo sistema per rimorchiare e corteggiarci, noi ragazze comunichiamo con i ragazzi distribuendo il nostro numero "pin" con il quale loro non risalgono al nostro nome ma riescono a mandarci messaggi, purché entrambi si abbia il BB», spiegava qualche mese fa una tale Bushra a un giornale saudita in un articolo sui sistemi anti-controllo dei giovani. La polizia religiosa, interpellata dal giornalista, sosteneva di «star studiando il problema». La consueta paranoia di gran parte del Regno sulla commistione tra sessi non sarà l’unico motivo della crociata. La volontà di controllo politico e la paura che il terrorismo risorga sono altrettanto importanti. Ma è indubbio che per Riad, e Abu Dhabi, un apparecchio che rende liberi di comunicare terroristi, dissidenti o anche solo amanti è un pericolo. E nei due Paesi oggi ce n’è più di un milione.

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