Sull'OPINIONE di oggi 01/08/2010, con il titolo "Ashkelon ancora bombardata Razzo di Hamas contro il dialogo" un articolo di Michael Sfaradi.
Alle 8,38 ora locale di venerdì 30 luglio (le7,38 ora italiana) un razzo del tipo Grad lanciato dalla striscia di Gaza ha colpito il centro della città di Ashkelon. Era dalla fine dell’operazione “Piombo Fuso” che la città israeliana non si trovava sotto bombardamento. Il razzo è esploso nel giardino di un condominio causando ingenti danni e distruggendo una decina di automobili parcheggiate nelle vicinanze. L’esplosione è avvenuta non lontano da un centro vacanze in quel momento affollato, si è rischiata una strage di civili e solo per un miracolo non sono stati registrati morti e feriti. Otto persone, fra cui una donna in stato interessante, sono state ricoverate in preda ad attacchi di panico. I medici del “Barzilai Medical Center” di Ashkelon stanno lottando per salvarle la gravidanza. Secondo testimoni l’esplosione è stata di una potenza tale che il palazzo colpito e investito dall’onda d’urto, si è mosso visibilmente. Tecnici della protezione civile ne stanno ora vagliando la tenuta; nel caso dovesse essere considerato “a rischio crollo” dovrà essere demolito. Secondo i servizi di sicurezza israeliani il razzo, di fabbricazione iraniana, aveva un calibro di 122 mm ed è stato lanciato da una zona denominata “Giabalia” che si trova a Nord della striscia di Gaza al ridosso dei confini con Israele. Gli artificieri dell’esercito israeliano, accorsi sul luogo dell’impatto, hanno rivelato che il tipo di razzo esploso ieri non era mai stato usato in precedenza. Con un diametro di 6mm più grande di quelli comunemente usati dai terroristi di Hamas, ha una gittata di 22km, quattro in più del modello precedente e può montare una testata esplosiva da un chilo e trecento grammi più pesante di quelle comunemente usate. Hamas è entrata in possesso di questo tipo d’arma, il lancio di ieri è la prova che nonostante il ferreo controllo ai confini con la striscia di Gaza, armi, esplosivo, e materiale per confezionamento e messa in opera, sono arrivati nelle mani di chi vede la pace nella regione solo con la distruzione dello Stato ebraico. Anche se non è possibile sapere quanti nuovi ordigni, e di che tipo, siano stati contrabbandati nell’enclave terroristica, secondo i servizi segreti israeliani fra i 3000 e le 7000 unità, è ora più chiaro, per chi vuole vedere, che la potenzialità militare di Hamas è ora in grado, grazie all’ausilio iraniano, di colpire più in profondità il territorio israeliano e questo sarà un ulteriore problema in caso di riapertura delle ostilità. A questo punto crediamo che i blocchi navali e terrestri intorno alla striscia, al contrario di quello che chiedono le cancellerie di mezzo mondo, verranno rafforzati e che da Israele ci sarà una richiesta all’Egitto di maggiore controllo sul confine di sua competenza e al valico di Rafah. Il primo ministro israeliano Netanyahu, a margine della riunione di gabinetto ha detto che il suo governo segue con estrema attenzione l’evolversi di questa situazione e si riserva il diritto di rispondere nei tempi e nei modi più opportuni. Dal punto di vista politico il messaggio che è stato lanciato da Hamas insieme all’ordigno è estremamente chiaro e rivolto a tutti: a Gaza c’è un solo padrone che comanda e che decide… a prescindere dalle chiacchiere dell’assemblea della Lega Araba.
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