Dal Texas Piera Prister ci invita a riaprire i dossier della nostra storia recente, per chiedere a voce alta che i molti misteri che la circondano vengano svelati.
Ecco il suo articolo:
a sin. Piera Prister caricatura di Arafat
Strage di Bologna: qual'era il colore ? L’hanno dichiarata subito nera, anche subito dopo l'attentato del 2 agosto 1980 e anche prima della sentenza del Tribunale della Cassazione del 23 novembre 1995 e di quella definitiva della Corte di Assise del 9 giugno 2000 che condanno’ i tre neofascisti Fioravanti, Mambro e Ciavardini, e noi tutti ingenui creduloni ci siamo cascati e l’abbiamo bevuta come tale, tranne gli imputati che si sono dichiarati sempre innocenti.
La cosa ormai si trascina da trent’anni, e tutto sembra ristagnare in uno snervante logoramento.
E’ proprio vero quel vecchio detto andreottiano secondo cui il potere logora chi non ce l’ha. Il potere infatti ce l’hanno quanti, ritenendosi al di sopra della legge, hanno dato alla strage una connotazione fascista e, contro la cui proterva mendacita’, non c’e’ finora in Italia nessun potere sia esso legislativo, esecutivo o giudiziario, capace di annullare quella ingiusta sentenza e di ricominciare tutto da capo.
Neppure le rivelazioni di Francesco Cossiga e di Bassam Abu-Sharif secondo i quali quella strage e’ da ascriversi ad un “incidente della resistenza palestinese” sono servite a smuovere le coscienze.
Pero’ Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana ha detto recentemente, nel Giorno della Memoria che la strage di Bologna “puo’ avere degli sviluppi imprevedibili” usando a proposito di quella strage, poche parole. In verita’ gia’ da diversi anni si seguono altre piste riconducibili al terrorismo palestinese in combutta con i brigatisti rossi nostrani e con la “Rote Armee Fraktion” tedesca.
Come da parte del giudice istruttore Carlo Mastelloni di Venezia, definito “ragazzaccio in toga” che spicco’ un mandato di cattura contro Arafat -quattro anni dopo la strage di Bologna- che era arrivato in Italia per partecipare alle esequie di Enrico Berlinguer nel 1984, un arresto fallito a bella posta perche’ i Nocs arrivarono prima dei carabinieri all’aeroporto di Ciampino, lo scortarono a palazzo Giustiniani dove comodamente pernotto’.
E da parte del giudice Rosario Priore con la sua attenta inchiesta investigativa, e di bloggers bolognesi come “Cieli Limpidi” nonche’ di giornalisti come Dimitri Buffa che da tempo hanno fatto con passione e di propria iniziativa, indagini ampiamente documentate sui loro siti-internet che smentiscono, a rigor di testimonianze e di prove, quella sentenza.
Anche i risultati della Commissione Mitrokhin di Paolo Guzzanti ( once again it was the Mitrokhin papers which costituted the primary source for an alternative recostruction, ”Italian Neofascism: The Strategy of Tension, by Anna Cento Bull) e soprattutto le testimonianze sul Corriere della Sera del 2008 di Francesco Cossiga e di Bassam Abu-Sharif avrebbero dovuto convincere chi di dovere, a procedere per la revisione del processo che ha lasciato tutti insoddisfatti a cominciare dai familiari delle vittime.
Hanno entrambi parlato come di “un incidente della resistenza palestinese”, in un periodo in cui i Palestinesi scorazzavano impunemente nel nostro paese con licenza di uccidere, insanguinandolo con un attentato dopo l’altro.
Ma ora bisogna sbrogliare la matassa perche’ l’evidenza reclama giustizia.
Se non fosse altro che per quello stratagemma del segreto di stato che per trent’anni e’ stato inamovibile, ed ha costituito un ostacolo ad un corretto iter investigativo.
A tutti gli effetti, quello della strage di Bologna appare essere un grande errore giudiziario, un pasticciaccio brutto di coperture, segreti, depistaggi e insabbiamenti, un crimine contro la verita’ oltre che contro la popolazione inerme.
In Italia ci sono stati altri clamorosi errori giudiziari, imputabili al controllo del potere politico sul potere giudiziario che portarono poi gli Italiani al referendum dell’8 nov.1987, indetto e vinto dal partito radicale sulla “responsabilita’ civile dei giudici”.
.Il solo anno 1980 fu un “annus terribilis” funestato da due stragi quella di Ustica con 81 morti e quella di Bologna con 85 morti, avvenute a 36 giorni l’una dall’altra, la prima il 27 giugno del 1980 e la seconda il 2 agosto dello stesso anno.
Per non parlare poi delle stragi precedenti come quella di Fiumicino del 17 dicembre 1973 da parte di Settembre Nero con 32 morti e quelle successive, alla Sinagoga di Roma,con l'uccisione del piccolo Sefano Tachè, a Fiumicino (di nuovo) e il sequestro dell’”Achille Lauro”.
Di fatto, la velina che i media si sono passati da sempre, nel periodo della strategia della tensione, si fonda sulla contrapposizione manichea tra nero e rosso, tra camerati e compagni che si possono anche fare la guerra ma amano tutti e due ideologie totalitarie, sono nemici della democrazia e delle liberta’ individuali, nonche’ della sovranita’ dei popoli -che vogliono assorbire a loro immagine e somiglianza- e sono per giunta antisemiti.
Ma per tutti, nella stereotipia vigente i primi sono sempre cattivi e i secondi sempre buoni. La stessa Hollywood soggiace allo stesso mito, incassa piu’ soldi da piu’ di mezzo secolo, con i molti film su Hitler e Gestapo che hanno sempre una grande fascinazione sul pubblico ma nessuno sulle malefatte di Stalin, Kgb e Stasi che sono sempre tenute nascoste fino a che non si sono disseppellite le fosse comuni di esecuzioni di massa e di milioni di morti per fame, e fino a che non si sono aperti gli archivi.
Ma il cinema stranamente, ma poi non tanto, non si e’ mai occupato e continua a non occuparsi del Comunismo e dei suoi crimini dell’ordine di milioni di morti, ad eccezione di Andrey Wajda, grande maestro del cinema e figlio di una delle vittime di Katyn che ha vinto la sua battaglia di verita’ e di civilta’, facendo luce con il suo film, su quella mattanza di 20.000 ufficiali polacchi, in verita’ l’elite culturale della Polonia, strage decisa da Stalin e artatamente fatta ricadere su Hitler, quando i due erano alleati e s’erano spartiti la Polonia.
Furono usate infatti armi tedesche, “7,65 mm pistols supplied by Moscow” per eseguire quella strage e darne la colpa ai nazisti...Il primo a riconoscerne la responsabilita’ fu proprio Mikhail Gorbaciov, dopo il collasso dell’URSS.(CIA, Central Intelligence Agency, The Katyn Controversy by Benjamin Fischer).
Anche quella l’avevamo bevuta perche’ i governi comunisti polacchi, filosovietici, dopo la fine della guerra continuarono a darne la colpa ai nazisti facendo opera di cover-up, fino alla caduta dell’URSS del 1991. Anzi a pensarci bene, con le dovute differenze, ci sono delle affinita’ fra quel che avvenne in Polonia subito dopo la guerra e quello che e’ avvenuto in Italia, a Bologna, nell’opera di cover-up delle due stragi perche’ il vezzo di nascondere il corpo del reato e darne la colpa agli altri e’ anche dei comunisti, dei cosiddetti buoni.
Lo sappiamo che ci attireremo un turbine di inimicizie e di insulti nel dire cio’, se si pensa che la sinistra con le sue miriadi di alleanze, ha “governato” per decenni l’Italia con un vasto consenso popolare in un periodo di boom economico dovuto pero’, piu’ ad una moderna e libera economia imprenditoriale che ad una economia collettivistica e statalista di tipo sovietico. Ma la verita’ va detta, anche se la verita’ fa male quando essa ci disillude.
I nazisti nella loro perversita’, avevano una grande debolezza narcisistica ed estetizzante, amavano riprendersi con la cinepresa in grandiose scene di massa mentre seguivano culti fastosi e rituali precisi, e ci hanno lasciato negli archivi molti filmati.
I comunisti invece non amavano la cinepresa, amavano la segretezza, dovevano fingersi austeri e frugali -niente sperperi- agli occhi del proletariato, dovevano sembrare tutti uguali e pauperisti, ed offrire alle masse la faccia del sacrificio e della privazione, le purghe avvenivano lontano nelle tundre del nord, nei gulag, in Siberia, perche’ non se ne sapesse nulla.
A Bologna hanno coperto le nefandezze dell’Olp e delle brigate rosse, nostrane e tedesche, per dare la responsabilita’ ai neri come avvenne molti decenni fa nelle foreste di Katyn.
La differenza e’ che i sovietici a Katyn furono gli esecutori mentre quelli della sinistra italiana a Bologna -e non solo li’- ne furono i fiancheggiatori. Allora erano tempi di guerra e le vittime erano dei militari, a Bologna invece erano tempi di pace, di benessere, di libero mercato e di democrazia, e le vittime furono civili.
Fra le due stragi c'e' si' una differenza di numeri ma l'intento malefico e' lo stesso. Ci sono voluti 51 anni, dal 1940 anno della strage di Katyn al 1991 anno della caduta dell’impero sovietico per chiarirne la dinamica e le responsabilita’, furono persino riesumate le vittime dalle fosse comuni.
Quanti anni dovremmo aspettare ancora noi Italiani per chiarire l’eccidio di Bologna? Ed anche altri eccidi, rimasti ancora senza autore.
Quei bari e ladri di verita’, quei masnadieri che ricoprivano cariche istituzionali di allora e di cui si sanno nomi e cognomi, che tra una seduta spiritica e l’altra, hanno avvolto quella strage nel segreto di stato, hanno gabbato gli Italiani con una frode che continua ogni anno il 2 agosto a Bologna, trasmessa dai telegiornali e dalle radio e riportata dai giornali.
Inizia alle prime luci dell’alba quando si preparano cortei, palchi, comizi e partecipanti, in un rituale scontato che ha comunque il merito di tener viva l’attenzione su una pagina della storia d’Italia che altrimenti si sarebbe dimenticata come le altre stragi.
Reclamiamola la verita’, e questa volta, per favore, non piu’ con i cortei urlanti, ma nella Corti di Giustizia e nelle Commissioni interpartitiche da costituirsi all’uopo e senza passare attraverso le lenti deformanti rosse o nere, o attraverso il segreto di stato, ma solo per inchiodare gli autori della strage, i complici e i mandanti anche se si dovesse chiamare in causa le allora supreme autorita’ dello stato:
Anche per loro e’ arrivata l’ora del “redde rationem” , l’ora di riscattarsi dal male fatto,non certo seguitando a negarne l’evidenza.
Tanto piu’ che l’argomento e’ quanto mai attuale e continua nel presente e nel futuro, ci coinvolge tutti perche’ la storia del comunismo e del nazifascismo non riguarda solo il passato, continua oggi sotto mentite spoglie con il ricompattamento delle due ideologie su un fronte unico con il terrorismo islamista.
E’ innanzi tutto il governo Berlusconi che deve farsi carico della sua riapertura, insieme alle due camere del parlamento, di modo che tutti i partiti dell’arco costituzionale ne siano rappresentati come e’ gia’ avvenuto con la Commissione Mitrokhin, i cui lavori devono assolutamente proseguire.
Anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano dall’alto della sua carica istituzionale e anche come capo della magistratura italiana, dovrebbe in prima persona sollecitarla.
Ben venga una nuova istruttoria del processo alla luce della testimonianza preziosa di nuovi supertestimoni.
Il chiarimento sugli autori e i mandanti servira’ soprattutto alla democrazia e all’immagine di un’Italia moderna e civile Ma i nemici sono tuttora in agguato: lo sono i postcomunisti che hanno cambiato solo il nome passando attraverso una serie di metamorfosi partitiche e non si opposero neppure timidamente ai carri armati sovietici a Budapest e a Praga, e che non erano certo a favore del “socialismo dal volto umano” proposto da Dubcek.
Sono quegli stessi che dal dopoguerra in poi ci avrebbero volentieri consegnato all’URSS e Kgb, come e’ stato per l’Ungheria, la Cecoslovacchia e tutti i paesi dell’Est che ne portano ancora le ferite.
E in agguato ci sono anche i neofascisti che gia’ ci avevano consegnati ai nazisti, a quei barbari le cui orde erano calate in Italia per metterla a ferro e fuoco, uccidere, torturare e deportarne gli ebrei nei campi di sterminio.
Ma e’ ingenuo chi crede che con la sconfitta dei nazisti e dei comunisti, questi abbiano cessato di nuocere. I neonazisti dopo la disfatta, stanno risollevando la cresta, cosi’ come i postcomunisti, che minimizzano il nesso tra nazismo e islamismo –non vedono o fanno finta di non vedere i cortei in cui si inneggia ad Hitler e in cui si auspica un nuovo olocausto perche’ormai e’ chiaro che entrambi hanno amoreggiato e amoreggiano con i terroristi, che rappresentano l’anello di saldatura in un fronte unico.
Tutte e due le ideologie totalitarie e antisemite si stanno ricompattando insieme, dietro altre nefaste ideologie antisemite e anticristiane di terrore e di morte che ci hanno portato in casa, fin da quando i governi di sinistra hanno coperto e fiancheggiato il terrorismo palestinese.
Cosi’ come aveva gia’ fatto Hitler che, in un mefistofelico disegno si era alleato prima con il Gran Mufti di Gerusalemme, poi con i musulmani delle repubbliche sovietiche, li aveva prima fatti prigionieri durante invasione dell’URSS, li aveva poi liberati e assoldati come SS, sotto la croce uncinata, nella legione islamica dell’’esercito tedesco e mandati a uccidere e razziare, e persino a distruggere Varsavia.
Li aveva anche decorati con la croce di guerra. (cfr. Ian Johnson, A Mosque in Munich, maggio 2010) Quei fatti storici appena svelati dai documenti emersi dai files degli archivi, appaiono ora piu’ intellegibili se li colleghiamo l’uno all’altro analizzandoli in una concatenazione logica di causa-effetto.
La revisione del processo di Bologna e’ di un’importanza cruciale, ci offrira’ la prova delle compromissioni e delle collusioni dei governi di sinistra con il terrorismo palestinese -nato dal connubio tra Islam e Nazismo- da cui i catto-comunisti italiani non possono uscirne indenni con la coscienza pulita.
Quanti affermano che grazie al “Lodo Moro” si sono evitati massacri di Italiani sbagliano, furono proprio gli Italiani tra i primi a cadere vittime dei terroristi in Europa.
Perche’ proprio gli amichetti marxisti italiani avevano loro facilitato il compito aprendo impunemente le porte d’Italia, comprese quelle del Ghetto di Roma, a sanguinari terroristi armati di bombe e male-intenzionati, pronti ad uccidere e a terrorizzare chiunque.
Per ben due volte il governo italiano –vergogna!- ha venduto gli Italiani ebrei, come capri espiatori, prima lo ha fatto Mussolini che li ha venduti a Hitler e poi di nuovo il governo cattocomunista che li ha venduti ai terroristi palestinesi.
Ma in entrambi i casi i risultati sono stati nefasti per tutte le vittime innumerevoli, non solo per gli ebrei. Perche’ quelli del governo italiano di allora erano chiaramente ricattati e collusi con gli assassassini palestinesi, cosi’ a Bologna, come a Roma nel ghetto, il 9 ottobre 1982, quando sapevano a-priori e facilitarono in modo luciferino quell’attacco terroristico ritirando le volanti della polizia.
De facto diedero ai palestinesi licenza di uccidere.( Intervista di Cossiga a Yediot Aharonot, “Vi abbiamo venduti” pubblicata il 3 ottobre 2008 in Italiano su Informazione Corretta).
La sinistra non vuole parlarne, ha la bocca cucita e minimizza l’eredita’mostruosa del fecondo connubio tra Islam e Nazismo che Hitler ci ha lasciato dagli Inferi dell’oltretomba.
E’ una sinistra tuttora retrograda e sessuofoba che ama Tariq Ramadan e critica Ayaan Hirsi Ali e che vorrebbe nascondere le donne per soggiogarle meglio, dietro il burqa, a fare sempre piu’ figli.
In verita’ l’Islam bifronte, radicale e moderato, reso potente ed inarrestabile dai signori del petrolio, avanza nella riconquista, prima con le bombe, poi con il ricatto della paura in una marea anche demografica che sale, fino a che non ne saremo tutti sommersi.
I terroristi sono terroristi, anche se travestiti da mansueti agnelli, la loro ragione d’essere e’ la scaltra e cinica ricerca di nuove alleanze rosse o nere per mietere nuove vittime senza risparmiarne nessuna.
Piera Prister Bracaglia Morante.