Riduci       Ingrandisci
Clicca qui per stampare

Critiche e non diatribe con Sergio Romano 30/07/2010

In merito al nostro commento sulla rubrica di Sergio Romano di ieri, riceviamo e pubblichiamo il commento del lettore che ha scritto al Corriere della Sera:

Spett. Redazione di Informazione Corretta,
dopo anni di silenzio mi faccio risentire e sempre per una lettera inviata a Sergio Romano e a riguardo della conseguente e discutibile Loro interpretazione e valutazione della risposta data.
Non mi interessano le Vs. diatribe e continue polemiche con Sergio Romano sul “ Mondo Ebraico” di cui mi onoro di essere amico ma in questo caso mi preme nuovamente ricorrere ad una precisa puntualizzazione in quanto “ Amicus Plato sed magis amica Veritas”.
La lettera in questione e inviata tempo addietro al Corriere, diversamente impostata ed articolata rispetto alla succinta e impropria riduzione che appare oggi su il Corriere, partiva dalla recensione fatta anni fa dallo stesso Romano per lettori di «Requiem per un impero defunto» di François Fejtö-edizioni Mondatori e di alcune affermazioni meritevoli di approfondimento: “Scritta appena ieri François Fejtö vide, o sentì raccontare dagli adulti, il governo effimero del conte Karolyi, la rivoluzione dei consigli, l' ascesa di Béla Kun, la repressione di una rivolta anticomunista, l' occupazione romea di Budapest, la fuga di Bela Kun, gli infiammati sermoni quaresimali di Jozsef Pehm, giovane prete di origine tedesca che redarguiva aspramente gli ebrei dai pulpiti delle chiese di provincia. (...) Don Jozsef Pehm diverrà, col nome ungherese di Mindszenty, vescovo, cardinal primate e, dopo la seconda guerra mondiale, simbolo della resistenza cattolica al regime comunista.” Non tanto interessava ed interessa al sottoscritto perché Pehm diverrà Mindszenty ( ragioni assai note) quanto l’interpretazione e la valutazione storica di quel “redarguiva aspramente gli ebrei dai pulpiti delle chiese di provincia” che Fejto in quanto parte interessata come Ebreo “vide, o sentì raccontare dagli adulti”. Quindi la domanda era ed è Pehm antisemita o solo, secondo la deplorevole tradizione cattolica oggi solo in parte rettificata, prete focoso verso i “perfidi Ebrei”? In che modo e come giudicare il presunto o vero antisemitismo ? Quali in caso affermativo gli effetti storici prodotti da tale antisemitismo? Quale peso e quale giudizio dare della sua dedizione caritatevole e del suo aiuto come Cardinal Mindszenty agli Ebrei unghersi ( vedi pagine in particolare 106-109 delle Memorie pubblicate da Rusconi) ? Quali sono le testimonianze serie degli Ebrei ungheresi del tempo al riguardo? Queste le domande serie poste ieri a Sergio Romano oggi poste Loro : domande alle quali certamente non da risposta storica Sergio Romano dando Loro in parte ragione con quel solo e unico richiamo all’anticomunismo del Primate d’Ungheria. ( tra l’altro anche anti-nazista) Grazie in anticipo per una “corretta” risposta “ sine ira sed studio”.. Con stima
Cordiali saluti
Giuseppe Casarini-Binasco (MI)

Gentile Signor Casarini, perchè chiama 'diatribe' le nostre critiche a Sergio Romano ? Anche lei  ha scritto a Romano, e la sua non ci sembra una 'diatriba' ma una critica. Tutto qui, buona estate, e un saluto cordiale,
IC redazione


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui