Sul FOGLIO di oggi, 29/07/2010, a pag.1/4 con il titolo " Si muove il sovrano ", l'analisi delle relazioni internazionnali avviate dall'Arabia Saudita. L'Iran preoccupa i paesi musulamni della regione, e questo è un bene. Vedremo a quali sviluppi porterà.
Ecco l'articolo:
Riad. Il monarca saudita si muove. Re Abdullah è partito ieri per un viaggio che toccherà tutti e quattro paesi confinanti con Israele: l’Egitto, la Giordania, la Siria e il Libano. Il culmine della missione arriverà venerdì quando, secondo funzionari del regno, il saudita si incontrerà a Damasco con il presidente siriano Bashar el Assad ed entrambi andranno in visita congiunta a Beirut, capitale del Libano, da sempre divisa tra l’influenza della Siria confinante e quella, per affiliazione tra sunniti, dell’Arabia Saudita. A Beirut Abdullah e Bashar el Assad formeranno un quartetto di potenti mediorientali mai visto prima assieme all’emiro del Qatar, Khaled bin Khalif al Thani, e al sovrano del Bahrein, Hamad bin Issa al Khalifa, e parleranno con il primo ministro Saad Hariri e con il presidente Michael Suleiman. Si tratta di un super vertice arabo che ha pochi precedenti, ma questo è un periodo speciale, segnato da una serie frenetica di incontri di tutti con tutti. Da occidente può sembrare che non si muova nulla e che tutti i protagonisti siano fermi, preoccupati soltanto di mantenere lo status quo: in realtà, sono tutti sospesi su una rotta di collisione con l’Iran, e più il momento della collisione si avvicina e più il ritmo degli incontri si fa accelerato. La settimana scorsa il primo ministro libanese è andato a Damasco per incontrare il siriano Assad – probabilmente per fare da apripista per la visita del suo padrino politico più potente, il re saudita. Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, stratega del nuovo corso “neo ottomano” della Turchia, ha incontrato il leader di Hamas Khaled Meshaal. L’ex primo ministro iracheno Iyyad Allawi, che sta conducendo trattative per formare il nuovo governo a Baghdad con l’appoggio dei sauditi, ha incontrato il leader sciita e filoiraniano Moqtada al Sadr. E il capo del Mossad israeliano sarebbe stato a palazzo reale in Arabia Saudita per incontrare il sovrano, ma non ci sono conferme. Intanto nel nord dello Yemen i ribelli Houthi che godono dell’appoggio di Teheran hanno lanciato un’offensiva violenta contro il governo che tende verso i sauditi.In Libano, il re saudita ha un piano diviso in due fasi, una a breve termine e una da giocare più sul lungo periodo. Vuole disinnescare la tensione potenzialmente devastante tra il governo e Hezbollah, che vede arrivare un verdetto di condanna dal Tribunale speciale delle Nazioni Unite sull’omicidio nel 2005 dell’ex premier Rafiq Hariri e già annuncia violenza. Da almeno un mese le voci di una possibile ripresa della guerra sul confine con Israele – prosieguo di quella del 2006 – e ora l’ipotesi di un suo distacco violento dal governo di Beirut agitano il Libano. Il premier Hariri ha appena mandato 1.500 soldati sul confine sud per impedire a Hezbollah provocazioni. L’ambasciatore francese a Beirut Denis Pietton, dopo un incontro urgente con il premier, ha detto che i rinforzi sono intesi a impedire azioni contro il contingente francese. Il gruppo sciita vorrebbe attaccare per guastare il vertice a quattro di domani, perché ha ben chiaro qual è l’obiettivo più a lungo termine del sovrano saudita. Re Abdullah in vista di un conflitto contro l’Iran che si sta armando di bomba nucleare punta a staccare Damasco dal suo storico patto di alleanza con Teheran, e in particolare a rinunciare a pensare al Libano come alla piattaforma da cui lanciare attacchi di rappresaglia contro Israele in caso di raid contro i siti del programma atomico iraniano. Hezbollah, che riceve centinaia di milioni di dollari in finanziamenti da Teheran, è contro e vuole rovinare ogni ipotesi di intesa. Prima dell’appuntamento in Libano, il programma di re Abdullah prevede incontri più facili. Ieri è stato a Sharm el Sheikh, in Egitto, per incontrare il presidente Hosni Mubarak, ansioso quanto il sovrano di agire contro il potere iraniano. Secondo gli osservatori, i due non credono che sia giunto il momento di negoziati diretti tra l’Autorità palestinese e Israele, e chiederanno al presidente dell’Anp, Abu Mazen, di annullare qualsiasi ipotesi di incontro. Arabia ed Egitto temono che in questo momento negoziati diretti potrebbero favorire gli estremisti filoiraniani di Hamas. Il saudita oggi incontrerà anche re Abdallah di Giordania, ufficialmente per parlare di economia: ma tratteranno anche di pace tra Israele e i palestinesi e di altro: la rotta aerea più breve verso l’Iran taglia i cieli di Amman.
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