Sul GIORNALE di oggi, 29/07/2010, a pag.11, con il titolo " Ahmadinejad ha fatto il nido al palazzo di Vetro ", l'articolo di Fiamma Nirenstein che analizza come l'Iran sia entrato in tutte le principali organizzazioni dell'Onu.
Fiamma Nirenstein, il Palazzo di vetro dell'Onu
Dell’Onu, dei suoi paradossi, abbiamo già volte tentato di ridere per non piangere, e tuttavia non si può fare a meno di soffrire: nata per preservare il mondo da dittature, persecuzioni, guerre è divenuta spesso la più ipocrita e aggressiva cassa di risonanza antioccidentale e antidemocratica. Causa ne sono le maggioranze automatiche cosiddette “non allineate” e islamiste. Adesso a misurare in maniera intelligente e particolare il danno ci aiuta la giornalista Claudia Rossett su Forbes, e lo diciamo per non derubarla del difficile computo da lei operato sulla presenza dell’Iran dentro le istituzioni dell’Onu.
È formidabile a dir poco quanto il Paese che oggi rappresenta una delle maggiori minacce per tutto il mondo con il suo programma atomico che procede, conformemente alla politica iraniana, contro Israele e la civiltà ebraico-cristiana; ormai colpito da quattro round di sanzioni obbligatorie del Consiglio di Sicurezza; macchina organizzatrice e ideologica di terrorismo internazionale; violatore senza remore di diritti umani… quanto questo Paese si sia insediato all’Onu in lungo e in largo. Ad aprile, dopo che avevamo rischiato di vederlo nel Consiglio per i Diritti Umani, l’Iran ripiega sulla Commissione per lo Status delle Donne. Questo, mentre escono via internet le immagini delle sue donne costrette in palandrane totali e sottoposte a regole di segregazione sotto la sorveglianza delle Guardie della Rivoluzione, o peggio mentre si diffondono immagini di fedifraghe fustigate, sottoposte a lapidazione, impiccate.
Ma questo è solo un incipit: l’Iran è uno dei 36 membri della maggiore organizzazione Onu, l’Undp, programma per lo sviluppo. Lo ha presieduto l’anno scorso, e essere nel direttivo gli dà l’accesso anche al direttivo che governa l’Unfpa, il fondo per la popolazione, e l’Unifem, il fondo di sviluppo per le donne. I tre anni nel direttivo dell’Undp si concluderanno alla fine del 2010, ma l’Unifem dà diritto a far parte del direttivo dell’Unicef (che si occupa dell’infanzia) fino alla fine del 2011 e del Wfp (il programma per il cibo) fino al 2012.
Altrettanto pervasiva la presenza iraniana nel settore delle armi, dello spazio, del crimine globale. Fino alla fine del 2012 infatti l’Iran di Ahmadinejad, che si pregia di una minaccia di sterminio al giorno, sarà vicepresidente del consiglio esecutivo dell’Opcw, l’organizzazione per le armi chimiche; inoltre, siederà in due commissioni dell’Unodc, l’ufficio Onu per la droga e il crimine, e la sub commissione di 20 membri della commissione per la Prevenzione del Crimine e la Giustizia Criminale, di cui fa parte dal 2009 per la durata di tre anni. Da questo aprile l’Iran è entrato per 4 anni nella commissione con base a Ginevra per la Scienza, la Tecnologia e lo sviluppo. L’Onu consta anche di un sub comitato legale del Copuos, Comitato per l’Uso Pacifico dello Spazio, ed esso è presieduto da Ahmad Talebzadeh dell’Iranian Space Agency. L’Iran siede anche nel consiglio dell’Unhcr (l’Agenzia per i rifugiati) e fa parte del comitato direttivo delle sue centrali di Nairobi. Manca alla nostra lista ancora l’Unep, il programmna per l’ambiente, e l’Un Habitat, il Programma per gli insediamenti umani. Ahmadinejad è anche là. Dice la Rossett inoltre che il mandato dell’Iran alla Fao come presidente del consiglio direttivo è scaduto, ma ne è già prevista la candidatura per il periodo 2011-13 e intanto siede nella commissione finanze fino alla fine del 2011.
Ahmadinejad, oltre a primeggiare in conferenze Onu come quella di Ginevra contro Israele detta “Durban 2”, dal 2005 ogni settembre, in occasione della inaugurazione annuale, è volato a New York per tenere un suo discorso: sempre ha lasciato gli ascoltatori senza fiato per la smodata aggressività anti occidentale e per la promessa ripetuta del genocidio degli ebrei. Possiamo dire che l’Iran si è impossessato del discorso pubblico internazionale e l’ha tutto quanto volto verso sé stesso: Ahmadinejad è il grande capo di un movimento mondiale, il suo comportamento ci dice se si mette bene o male per tutti. La forza diplomatica dell’Iran gli ha certo fatto da scudo simbolico contro le sanzioni votate dall’Onu stessa. Esse sono sempre state sbeffeggiate. Adesso l’Ue ha scelto a sua volta di adottare dure sanzioni che riguardano gli scambi commerciali, i servizi finanziari e l’energia. Solo un paio di settimane fa il Consiglio di sicurezza dell’Onu aveva adottato una quarta tornata di sanzioni, e l’Ue, pressata dagli Usa, l’ha battuta in severità. Lo shock sembra aver indotto Ahmadinejad a riproporre uno «scambio di carburante senza precondizioni». Sarà saggio guardare a questa proposta con scetticismo. L’Iran ha sempre usato i negoziati per guadagnare tempo: vuole raggiungere l’arma atomica prima che la pressione economica diventi intollerabile. Dunque l’Europa deve tener fede alla sua intenzione: l’Iran deve essere bloccato. Anche per l’Onu è venuto il tempo dell’intransigenza: date le sanzioni del Consiglio di Sicurezza, sarebbe logico anche in uno stop alla nidificazione in tutti gli angoli del Palazzo di Vetro.
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