Un abbraccio rosso-nero intorno al verde dell'Islam, la promessa di un'Eurabia estrema
Monia Benini
Cari amici, ne abbiamo parlato altre volte: uno degli aspetti interessanti di Eurabia è la promettente alleanza rosso-nero-verde: i comunisti, i fasciti gli islamisti), che con l'aggiunta del bianco di certi pezzi di Chiesa fanno proprio i colori della Palestina. Al momento buono questa santa alleanza di opposti estremismi viene fuori, e non importa che i comunisti siano per definizione senzadio, che gli islamisti opprimano le donne, che i fascisti siano da sempre in teoria i peggiori nemici dei comunisti e viceversa, che il cristianesimo reazionario di Lefebvre e "Holywar" sia all'opposto di quello di base e iperconciliare di Pax Christi; quando si tratta di prendersela con Israele e gli ebrei si mettono tutti assieme appassionatamente nella stessa barca (con le flottiglie che vanno e vengono è proprio il caso di dirlo) e non hanno nessuna difficoltà a stare uniti.
In attesa del prossimo evento clamoroso, di questi tempi l'alleanza resta sottotraccia. Ma è divertente andarla a cercare. Per esempio nei giorni scorsi ho ricevuto una mail da Stefano, un grande cacciatore di antisemitismo, che ringrazio ora per le tante sue segnalazioni che ho usate nelle cartoline. Mi indicava un'intervista a "Monia Monini di Freedom Flottilla" pubblicata dal sito "Italia sociale". All'inizio ho pensato che fosse l'ennesima rifrittura dei fatti della Mavi Marmara, con la solita criminalizzazione di Israele, e in effetti se andate a leggerla (http://www.italiasociale.net/interviste/interviste190710-1.html) trovate una pappa rimasticata molte volte, tanto da riuscire ormai indigesta credo anche ai più boccaloni dei filopalestinesi. Ma poi mi sono incuriosito, come consiglio anche a voi di fare ogni volta che qualcuno vi passa un link. Chi era questa Monia? E che sito era quello dell'intervista? Be', i risultati valgono la ricerca.
Cominciamo con la giovane signora intervistata. Ha un sito (http://moniabenini.com/), da cui risulta occuparsi di traduzioni di organizzazione di convegni e di relazioni pubbliche con tanto di partita iva; insomma fa un mestiere molto postmoderno; e però è una comunista pura e dura, tanto da essere uscita a sinistra dai Comunisti Italiani nel 2006 assieme al senatore Fernando Rossi, di cui allora era assistente parlamentare e con cui ha fondato un partito col poetico nome di "per il bene comune", Chi non sarebbe d'accordo con un programma del genere? E però alle ultime elezioni politiche nazionali del 2008 questa nuova avanguardia della rivoluzione mondiale ottenne in tutto 119.419 voti (pari allo 0,327%) alla Camera e 105.893 voti (pari allo 0,323%) al Senato, ottenendo zero eletti. Ammetterete che è una delusione che così pochi italiani siano disposti ad affidare il loro bene comune alla nostra cara Monia (presidente) e al nostro caro Fernando (portavoce). Non importa, i due alacri rivoluzionari di professione hanno continuato alle elezioni regionali abruzzesi del 2009 ottenendo 2.791 voti ... e purtroppo di nuovo zero eletti (http://it.wikipedia.org/wiki/Per_il_Bene_Comune): che ingrati questi abruzzesi! Sarebbe stato generoso nominare l'emiliano Fernando Rossi consigliere dell'Abruzzo, un vero gesto di internazionalismo proletario... Ma non importa i due indomiti combattenti si sono imbarcati sulla "Freedom flottillia", per puro amore della libertà, è chiaro... hanno superato i terribili maltrattamenti della marina israeliana e ora sono di nuovo da noi in attesa delle prossime elezioni comunali di Roccacannuccia, dove sperano di ottenere l'assessorato agli esteri, e nel frattempo il presidente Monia si fa giustamente intervistare sulla sue avventure marine.
Ma da chi? E' noto che dal "Corriere" all'''Unità", da "Repubblica" a "Liberazione", in tutta la stampa italiana vige un losco patto per censurare gli eroi del Bene Comune. A chi confidare dunque il messaggio del nuovo partito sul Medio Oriente, anche a costo di mimetizzarsi, di dirsi membri della "Freedom Flottilla" e non del grande partito del proletariato italiano, quello molto più puro e duro dei Comunisti Italiani di quel mollaccione di Diliberto? Una soluzione c'è ed è il sito web di "Italia sociale", perbacco, che ha un nome così di sinistra (http://www.italiasociale.net/). Che cosa c'è di meglio per il bene comune dell'Italia sociale? Peccato che sotto questa apparenza rossa pulsi un cuore bello nero. Già nella testata si parla di un "periodico del socialismo nazionale", che ha un'evidente e non involontaria parentela (attraverso la figura retorica della metatesi o inversione) con quell'altro fenomeno storico chiamato "nazionale socialismo", che andò di moda settant'anni fa. Curiosando fra le varie pagine di questo bellissimo sito così combattivo e pieno di scomode verità, trovate i soliti nomi del negazionismo e della nostalgia per fascismo e nazismo; nella pagina dei libri hanno grande spazio Julius Evola, Faurisson, naturalmente Mussolini; Faurisson è presente anche in quella delle polemiche ("alzo zero") insieme alla richiesta di abolire il 25 aprile, a un pezzo di Blondet, alla difesa di Irving, ad attacchi all'America come padrone del mondo. Nella "storia" si parla male del processo di Norimberga e bene di Evita Peron, si "smaschera" Elie Wiesel e si rimpiange l'ordine dei cavalieri teutonici, eccetera eccetera.
E che ci fa dunque una comunista dura e pura, ancorché organizzatrice di convention e fornita di partita Iva a farsi intervistare da un sito che non nasconde la sua natura di "socialismo nazionale" o all'inverso di nazionale socialismo? Bisognerebbe chiederglielo, ma in genere i rivoluzionari non amano dare spiegazioni su di sé. Ammettiamo pure che la nostra presidente Monia non sapesse chi la intervistava; certo però quelli di "Italia sociale" sapevano chi era. L'incontro c'è stato e non è stato casuale. Il risultato è comunque quello che vi dicevo all'inizio: un abbraccio rosso-nero intorno al verde dell'Islam, la promessa di un'Eurabia estrema, oggi magari un po' marginale, ma fedele sostenitrice della Palestina e di tutto ciò che combatte Israele (o più francamente. gli ebrei) e l'America.
Ugo Volli