Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 24/07/2010, a pag. 43, l'articolo di Lorenzo Cremonesi dal titolo " Docente israeliana boicottata in Francia. Salta il convegno ".
Anche se l'università di Aix-en-Provence non ha ceduto al ricatto degli scrittori egiziani e palestinesi che pretendevano l'esclusione dal seminario della scrittrice israeliana, il boicottaggio è riuscito. Il rettore ha dichiarato : " L’università rifiuta qualsiasi discriminazione. Chiunque ponga come condizione per la sua partecipazione a un convegno l’esclusione di un altro collega automaticamente si squalifica. L’annullamento del nostro colloquio risponde all’esigenza di rispettare lo spirito dell’università ". Tutto molto giusto e positivo, peccato che il rettore abbia preferito annullare il convegno piuttosto che permettere alla scrittrice israeliana di parteciparvi.
Nella parte finale dell'articolo, Cremonesi paragona questo episodio al fermo al confine israeliano di Noam Chomsky. Un parallelo che regge poco per un semplice motivo: mentre la scrittrice israeliana avrebbe tenuto una lezione culturale all'università di Aix-en-Provence, Chomsky, oltre ad aver mentito sulla sua reale destinazione, avrebbe fatto una delle sue solite lezioni-propaganda contro Israele. Chomsky appoggia il terrorismo palestinese contro Israele, per questo è stato bloccato. Gli scrittori egiziani e palestinesi, invece, avevano richiesto di bloccare Esther Orner in quanto israeliana.
Ecco l'articolo:

Esther Orner
PARIGI— Piuttosto che la polemica sul boicottaggio intellettuale di Israele, il silenzio. Ma non sarebbe compito delle università libere denunciarlo? È il tono delle accuse sui siti web israeliani contro l’ennesimo caso di scrittore che non viene ricevuto in un ateneo europeo. La vicenda scoppia nelle ultime settimane, quando l’università di Aix-en-Provence annuncia la programmazione per il marzo 2011 di un convegno letterario dal titolo: «Scrivere oggi nel Mediterraneo: scambi e tensioni». Certo il rettore, Jean-Paul Caverni, non immaginava che invitando, insieme a un folto gruppo di scrittori arabi, anche l’autrice israeliana Esther Orner (nella foto) avrebbe generato più tensioni che scambi. Un gruppo di autori egiziani e palestinesi annuncia, infatti, che non ci sarà se verrà la Orner. La risposta: totale capitolazione. Gli organizzatori di Aix suggeriscono all’israeliana di restare a casa. «Tanto questo è un incontro soprattutto per arabi», spiega Caverni. Ma il 12 luglio il caso scappa di mano, quando il sito web Kef Israel rende nota la notizia con tanto di commenti al vetriolo. Ci risiamo: tornano le memorie di altri boicottaggi, per esempio quello al Salone del Libro di Torino nel 2008, o più di recente gli attacchi contro lo storico Benny Morris, invitato in Gran Bretagna e poi contestato. È allora che ad Aix si sceglie di cancellare tutto. «L’università rifiuta qualsiasi discriminazione. Chiunque ponga come condizione per la sua partecipazione a un convegno l’esclusione di un altro collega automaticamente si squalifica. L’annullamento del nostro colloquio risponde all’esigenza di rispettare lo spirito dell’università», scrive in una lettera Caverni. La polemica infuria. Con un dettaglio controverso in più: il giusto non sta solo da una parte. Non pochi intellettuali israeliani hanno sostenuto di recente che anche il loro Paese «non è scevro da boicottaggi» e hanno duramente condannato il recente fermo al confine dell’ebreo -americano Noam Chomsky, che avrebbe dovuto recarsi nelle università palestinesi della West Bank.
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