In merito all'articolo sulla denuncia per stupro in Israele, Considerato che il vostro giornalista cita il più radicale dei quotidiani israeliani, cioè Ha’Aretz e il suo più radicale simbolo Gideon Levy, forse il giornalista del Corriere sarebbe stato attendibile se non avesse omesso un particolare rilevante nella condanna di Sabbar Kashur, apparso nel sottotitolo di Ha’Aretz. Kashur si è spacciato per un avvocato israeliano. Motivo principale per cui è stato condannato. Dall’omissione di un fatto rilevante e dall’inizio dell’articolo “Non sarà certo il primo uomo ad aver mentito a una donna pur di conquistarla, ma una bugia è costata davvero cara al palestinese Sabbar Kashur”, non mi pare che il giornalista del Corriere rappresenti un giornalismo deontologico, men che meno un emblema di moralismo e meno ancora un giornalista impegnato professionalmente addentro alle sensibilità regionali. E’ vergognoso da parte sua aver ridotto a pettegolezzo razzista una questione di diritto e di morale.