Riportiamo dall'OPINIONE del 21/07/2010 l'articolo di Michael Sfaradi dal titolo "Antisionismo umanitario".
Medici senza frontiere, Michael Sfaradi
Il sito in inglese delle quotidiano Haarez, www.haaretz.com, riporta una notizia che in Italia non ha avuto eco e cioè la polemica fra la sezione olandese di "medici senza frontiere” attualmente operativa in Congo e la spedizione medica israeliana giunta nella città di Uvira per portare aiuti sanitari specialistici. Dopo la tragedia dell’autocisterna che si è ribaltata causando morti e feriti alcuni estremamente gravi, il governo di Gerusalemme ha inviato sul posto una equipe specializzata per prestare le cure a 50 ustionati gravi, per poi spostarsi al villaggio di Sange, lo stesso dove è accaduto l’incidente, per occuparsi di chi è stato vittima di ferite più lievi. Quello israeliano è stato il primo team specialistico giunto sul luogo del disastro. La sua presenza non è stata però gradita dai medici affiliati all'organizzazione internazionale. Questi hanno creato una sorta di "muro di gomma” rendendo impossibile, almeno nella fase iniziale, la collaborazione che in certi casi, ci si aspetterebbe. Questo tutto a scapito dei feriti. "Medici senza frontiere” dal 2009 accusa Israele di aver ostacolato le cure alla popolazione civile palestinese, su questo potremmo discutere all'infinito visto che i dati dicono il perfetto contrario, ma non collaborare in questo frangente è, a nostro avviso, fuori luogo. Secondo il dottor Winkler, direttore del dipartimento di ricostruzione plastica dello Sheba Medical Center di Tel Aviv, l'organizzazione medica internazionale ha spiccate simpatie politiche per la causa palestinese, e questo è alla base di un comportamento quanto meno discutibile. “Sono venuto qui per salvare delle vite”, questa è stata la sua dichiarazione durante uno degli incontri avuti con i responsabili olandesi, durante il quale chiedeva di lasciare da parte problemi simpatie politiche ed occuparsi dei feriti. Sempre secondo il giornale israeliano alcuni medici olandesi e uno belga collaborano ora con gli specialisti israeliani insieme ai quali hanno portato a termine, con successo, diverse operazioni chirurgiche estremamente delicate e complicate. Questa storia, come altre che si verificano ormai con una frequenza inquietante, dovrebbero far pensare quanto il virus del antisionismo, anti-Israele, sempre e comunque qualsiasi cosa faccia sia presente ormai in maniera indelebile nella mente e nei cuori di troppa gente che vede nello Stato ebraico un nemico da abbattere e delegittimare ad ogni costo.
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