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La Repubblica Rassegna Stampa
20.07.2010 I Fratelli Musulmani lanciano la versione islamica di Facebook
Francesca Caferri e Repubblica vanno in brodo di giuggiole

Testata: La Repubblica
Data: 20 luglio 2010
Pagina: 1
Autore: Francesca Caferri
Titolo: «Nasce il Facebook islamista. 'Fratelli troviamoci sul web'»

Riportiamo dal sito internet di REPUBBLICA l'articolo di Francesca Caferri dal titolo " Nasce il Facebook islamista. 'Fratelli troviamoci sul web' ".

Ecco il giudizio di Francesca Caferri sulla rete con le stesse caratteristiche di Facebook, realizzata dai Fratelli Musulmani per mantenersi in contatto : " Se dunque questi siti da soli non rappresentano una minaccia per Mubarak, la loro presenza è comunque importante: perché segnale di una vitalità e di un'apertura che al regime ufficiale manca del tutto ". E' vero, l'Egitto non è un Paese democratico e la libertà di stampa non è garantita. Ma è impossibile dare un giudizio così positivo su un sistema ideato dai terroristi dei Fratelli Musulmani per i loro scambi.
Il giudizio di Francesca Caferri non stupisce più di tanto, vista la definizione che dà dei Fratelli Musulmani : "
movimento islamista di stampo conservatore, principale gruppo di opposizione al governo di Hosni Mubarak, da anni ufficialmente bandito ma di fatto diffuso capillarmente in Egitto ". Una definizione addolcita che non rispecchia la realtà. I Fratelli Musulmani sono terroristi. Perchè Caferri non lo scrive ?
Ecco l'articolo:


Fratelli Musulmani

 Non una sfida a Facebook, ma un network alternativo, dove ritrovare non solo "amici" generici, ma anche persone che la pensano alla stessa maniera. Con questa premessa, i Fratelli musulmani egiziani hanno annunciato nei giorni scorsi il lancio di Ikwhanbook.com, la versione islamica del social network più famoso del mondo.
 
Il sito, come ha annunciato Mosab Ragab, uno dei creatori, in un'intervista 1 al quotidiano degli Emirati Arabi Uniti The National, sarà lanciato ufficialmente nelle prossime settimane, ma in realtà è già attivo: digitando questo indirizzo 2 e registrandosi - ma si può scegliere anche l'opzione che permette di importare foto, contatti e amici da Facebook - si accede a un mondo del tutto simile a quello proposto da Facebook, con amici da cercare, eventi da condividere e foto da postare, con istruzioni in inglese. Ma per lo più composto da persone che condividono un background simile: quello che fa riferimento ai Fratelli musulmani, movimento islamista di stampo conservatore, principale gruppo di opposizione al governo di Hosni Mubarak, da anni ufficialmente bandito ma di fatto diffuso capillarmente in Egitto. Il sito è ancora nella fase sperimentale, ma registra già migliaia di accessi: molti dei suoi membri vengono dall'Europa o dagli stati dell'Africa del Nord, alcuni sono egiziani, ma per iscriversi hanno dovuto usare metodi fantasiosi.
Il sito, nel paese di origine dei Fratelli Musulmani, è già bloccato.

A The National Mosab Ragab, 22 anni, membro della Fratellanza, ha spiegato che il senso del progetto non è fare proselitismo, né copiare i siti più famosi. Piuttosto, dire che i Fratelli ci sono e possono essere un riferimento: anche nel mondo virtuale.  "Quando Hassan Al Banna (fondatore dei Fratelli musulmani ndr.) cominciò a rivolgersi alla gente perché tornasse all'Islam, iniziò diffondendo l'idea nei caffè e in luoghi dove c'erano persone. Oggi ci rivolgiamo a persone che frequentano Internet (...). Non è solo un posto per me, per noi, per dire siamo qui: è un modo per raggiungere le persone e andare verso di loro".

Ma è anche un modo per fare opposizione: in Egitto negli ultimi anni la Rete è diventata un potentissimo mezzo di informazione alternativa, per condurre battaglie politiche e affrontare argomenti tabù. È stata una campagna via Internet, con tanto di foto diffuse su Facebook 3 a portare alla sbarra i due poliziotti accusati di aver ucciso Khaled Mohammed Said, un giovane di 28 anni, morto per le percosse ricevute il 6 giugno, dopo che due agenti in borghese lo avevano fermato di fronte ad un Internet cafè da dove aveva appena postato un video sui traffici illeciti della polizia. Ed è sul web - con un grande interrogativo: riuscirà a raggiungere la gente reale? - che è nata e si alimenta la campagna 4 che vuole la candidatura alle presidenziali del prossimo anno del Premio Nobel per la Pace Mohammed El Baradei. E ancora è su Internet che la Fratellanza (Ikhwan appunto in arabo) ha creato una serie di siti - da Ikhwansearch 5 a IkhwanTube 6 fino a IkhwanWiki 7 - che fanno il verso a quelli originali in salsa islamica.

La cosa può far sorridere, ma non dovrebbe: il fatto che l'accesso a questi siti sia bloccato per la maggior parte del tempo dall'Egitto dice molto del timore che sollevano fra le autorità. "Non rimpiazzeranno Facebook o Wikipedia - spiega Issandr El Amrani, attento osservatore delle cose egiziane dal suo blog, The Arabist 8 - sono piuttosto comunità chiuse, per persone che la pensano alla stessa maniera. I sostenitori dei Fratelli musulmani tendono a socializzare fra loro, lavorare insieme, sposarsi fra loro: è un gruppo di supporto, oltre che un'organizzazione politica. Ha senso che cerchino un ecosistema chiuso anche in Rete. Non come forma alternativa alla libertà di Internet, ma accanto a questa". Se dunque questi siti da soli non rappresentano una minaccia per Mubarak, la loro presenza è comunque importante: perché segnale di una vitalità e di un'apertura che al regime ufficiale manca del tutto.

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