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Il Manifesto Rassegna Stampa
20.07.2010 Israele si difende con una legge dai suoi boicottatori
ovviamente il quotidiano comunista si indigna

Testata: Il Manifesto
Data: 20 luglio 2010
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Avanza la legge anti-boicottaggio»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 20/07/2010, a pag. 8, l'articolo di Michele Giorgio dal titolo " Avanza la legge anti-boicottaggio ".

L'occhiello recita : " Israele, attivisti nel mirino delle aziende ". Il termine mirino suggerisce che la decisione di Israele di prendere le dovute contromisure contro i suoi boicottatori sia una cosa violenta. Leggendo il breve articolo si comprende che la situazione è ben diversa. Semplicemente Israele ha deciso di difendersi dalla campagna di boicottaggio dei suoi prodotti. Naturalmente a Michele Giorgio e al quotidiano per il quale scrive questa decisione non piace. Israele dovrebbe lasciarsi boicottare dai suoi odiatori sparsi nel mondo senza battere ciglio.
Giorgio scrive : "
La legge (...) In via preliminare era già passata in Parlamento all’inizio di giugno, quando era stata presentata da 25 deputati di tutti i partiti, di maggioranza e opposizione, ad eccezione di quelli appartenenti ad Hadash (comunisti) e ai partiti arabi ". La legge anti boicottaggio ha raccolto il consenso di tutti i partiti tranne quello comunista e quelli arabi.
Chissà perchè la cosa non stupisce affatto.
Ecco l'articolo:


Uno degli slogan preferiti dai boicottatori

La Knesset cala la scure su attivisti e associazioni pacifiste che sollecitano o appoggiano le iniziative locali e internazionali di boicottaggio di Israele, in risposta alle sue politiche nei confronti dei palestinesi sotto occupazione militare. La legge è stata approvata in prima lettura lo scorso 14 luglio e ha generato sdegno tra gli attivisti israeliani del boicottaggio. In via preliminare era già passata in Parlamento all’inizio di giugno, quando era stata presentata da 25 deputati di tutti i partiti, di maggioranza e opposizione, ad eccezione di quelli appartenenti ad Hadash (comunisti) e ai partiti arabi. Se approvata in via definitiva, la legge consentirà a qualsiasi azienda presa di mira dall’azione di boicottaggio, di chiedere un risarcimento di 30mila shekel (6mila euro) agli attivisti coinvolti, anche in mancanza di prove dei danni subiti. Il risarcimento aumenta se verranno prodotte prove. Sanzioni sono previste anche per l’Autorità nazionale palestinese che da alcunimesi attua il boicottaggio in Cisgiordania dei prodotti delle colonie israeliane. Il deputato Zeev Elkin (Likud), principale promotore della legge, ha affermato perentorio che «Israele non può e non deve mostrarsi debole e tollerante di fronte a qualsiasi forma di boicottaggio, economico o accademico». Elkin ha aggiunto che la legge prevede sanzioni anche per i cittadini stranieri che promuovono il boicottaggio di Israele. Il ministro dell’istruzione, Gideon Saar, ha accolto con soddisfazione l’approvazione in prima lettura della legge e ha annunciato provvedimenti punitivi verso quei docenti universitari che appoggiano il boicottaggio accademico di Israele. Il voto della Knesset è stato accolto con favore dalla maggioranza degli israeliani ma nonmancano le voci critiche. Nei giorni scorsi 500 accademici e uomini politici israeliani, tra i quali due ex ministri dell’istruzione, hanno firmato un documento contro la legge in via di approvazione definitiva.

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