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Il Foglio Rassegna Stampa
20.07.2010 'Hezbollah 2010 è più forte che Hezbollah 2006'
Il commento del gen. Ashkenazi sulla missione Unifil fallita

Testata: Il Foglio
Data: 20 luglio 2010
Pagina: 1
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «Preparativi di guerra»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 20/07/2010, a pag. 1-4, l'articolo dal titolo " Preparativi di guerra ".


Gabi Ashkenazi

Roma. “Non voglio criticare la missione Unifil in Libano, anzi, sono grato agli italiani che ne fanno parte”, dice al Foglio il capo dell’esercito israeliano, Gabi Ashkenazi, ieri a Roma per incontrare i partner italiani alla Difesa. “Ma Hezbollah 2010 è più forte che Hezbollah 2006: si è dovuta ritirare più in profondità nel Libano, ma ha capacità maggiori di colpire Israele. E Unifil manca dell’efficacia necessaria per colpa della risoluzione 1.701, i soldati non possono operare e condurre ispezioni nelle aree urbane se non chiedono prima il permesso ai libanesi. Ma è proprio nelle aree urbane che servirebbero le ispezioni, è lì che Hezbollah ha scelto di nascondere le proprie attività, perché sparando razzi da in mezzo alle case, dal tetto di una scuola o di una moschea, ci rendono difficile rispondere in caso di guerra”. Ora Hezbollah ha deciso di sgombrare di nuovo il campo anche a sud, verso il confine. “La main qui touchera à l’armement de la résistance sera coupée”. La minaccia non poteva essere più chiara per i soldati francesi di Unifil, che dovrebbero prevenire il riarmo di Hezbollah a sud del fiume Litani. Un manifesto appeso nel villaggio di Khirbet Silim mostra il volto di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, e una frase in francese: “La mano che toccherà le armi della resistenza sarà tagliata”. E’ una risposta alla crescente attività dei francesi, che da tre mesi monitorano con più intensità i traffici verso il confine con Israele. Il 3 luglio gli abitanti del villaggio di Tulin li avevano attaccati a colpi di bastone e pietre, ferendo due soldati e prendendo il controllo di un blindato. Una settimana prima gli abitanti di Khirbet Silim e Tibnin avevano preso a sassate le pattuglie francesi impegnate in un’esercitazione. Gli incidenti “sono chiaramente organizzati”, ha spiegato Michael Williams, coordinatore speciale Onu per il Libano. Hezbollah usa la popolazione per rispedire i soldati Unifil nelle loro caserme. Se ufficialmente i francesi e il Partito di Dio hanno fumato il “narghilé della pace” durante la finale dei Mondiali, in realtà l’escalation continua. La scorsa settimana il numero due del movimento sciita, Naim Qassem, ha detto di avere una lista “ampia e precisa di obiettivi israeliani”, aggiungendo: “Negli ultimi quattro anni ci siamo preparati molto più di Israele”. Venerdì Nasrallah ha accusato gli israeliani di controllare tutte le telecomunicazioni in Libano. “Anche se la frontiera è calma”, crescono le probabilità “di una terza guerra del Libano nei prossimi dodici-diciotto mesi”, avverte l’ex ambasciatore americano a Gerusalemme, Daniel Kurtzer, in un rapporto del Council on Foreign Relations. Basta un piccolo incidente. “Ci sono due scenari possibili”, scrive Kurtzer. “Primo: Hezbollah potrebbe iniziare le ostilità” per unire i suoi sostenitori dopo la morte del grande ayatollah Muhammad Hussein Fadlallah, oppure su spinta dell’Iran, “per allentare la pressione internazionale” sul programma nucleare. “Secondo: Israele potrebbe attaccare Hezbollah per distruggere i siti che minacciano la propria sicurezza”. Nelle ultime settimane la Francia ha applicato alcune raccomandazioni di Kurtzer agli Stati Uniti: per evitare una terza guerra del Libano occorre rassicurare Israele, scoraggiare Hezbollah e premere sulla Siria. I soldati francesi sono stati accusati dagli abitanti del sud di entrare nei villaggi con i blindati, perquisendo proprietà private e scattando fotografie per identificare membri di Hezbollah e siti di stoccaggio dei razzi. I carri armati Leclerc, muniti di sensori per registrare movimenti a quattro chilometri di distanza, possono tracciare gli spostamenti di armi. Alcuni responsabili francesi fanno la spola da Gerusalemme per condividere le informazioni. Sabato 10 luglio la marina ha condotto un’esercitazione su una spiaggia a nord di Beirut, simulando l’evacuazione dei francesi in caso di guerra. Dopo gli incidenti di inizio luglio, Parigi ha chiesto al Consiglio di sicurezza maggiore “libertà di movimento” per i soldati Onu. Ma dentro Unifil la Francia sembra isolata. Il comandante della missione, lo spagnolo Alberto Asarta Cuevas, ha scritto una lettera aperta ai libanesi del sud, spiegando che i “soldati hanno ricevuto ordini chiari di non scattare fotografie se non è assolutamente necessario”. Gli spagnoli raramente escono dalle caserme, dopo la morte di due dei loro in un attentato del 2007. Gli italiani preferiscono il lavoro umanitario alle operazioni anti Hezbollah. “Non vogliamo che i francesi prendano in ostaggio Unifil per risolvere i loro problemi con Hezbollah o l’Iran”, ha spiegato al Figaro un diplomatico europeo. Divergenze che potrebbero riflettersi sui negoziati per il rinnovo della missione Unifil in scadenza a fine agosto.

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