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Informazione Corretta Rassegna Stampa
18.07.2010 Ecco come il comune di Senigallia spende i soldi dei contribuenti
In manifestazioni e propaganda contro Israele. Che cosa ne pensano i cittadini?

Testata: Informazione Corretta
Data: 18 luglio 2010
Pagina: 1
Autore: La redazione www.comune.senigallia.an.it
Titolo: «Al Foro Annonario la Palestinian Circus School in uno spettacolo emozionante»

Ecco come il comune di Senigallia spende i soldi dei cittadini: con manifestazioni di propaganda anti israeliana accompagnate da comunicati come quello che segue, nel quale si leggono frasi come " uno spettacolo nel quale i giovani artisti del Palestinian Circus School portano in scena le proprie storie e gli ostacoli quotidiani in quanto palestinesi. Testimonia gli effetti del Muro che separa gli affetti, gli amori, le famiglie, separa dalla propria terra e dalle risorse " e " Il Circo arriva come un aiuto, fornisce gli strumenti e le competenze per spezzare mentalmente, virtualmente e artisticamente, quella barriera creata dall'occupazione israeliana, così come le barriere sociali, culturali e mentali che dividono la Palestina anche al suo interno. ".
Sembra di leggere un articolo dal Manifesto, ma, purtroppo, non è così.
Ovviamente, come negli articoli del quotidiano comunista, non si fa mai menzione al perchè sia stato necessario erigere una barriera di protezione.
Invitiamo i lettori di IC a scrivere al sindaco di Senigallia per chiedergli che cosa ne pensa dei terroristi suicidi palestinesi della seconda intifada e delle vittime israeliane che hanno fatto cliccando sul link sottostante

http://www.comune.senigallia.an.it/senigallia/Senigallia/partecipo/il_sindaco_risponde.html


Senigallia

Ecco il comunicato:

Un Circo in Palestina? Voli e acrobazie per superare le barriere, giocoleria per riderne, danza e colori per costruire un nuovo orizzonte. Venerdì 16 luglio, arriva a Senigallia la Palestinian Circus School (PCS) con lo spettacolo “Circus Behind the Wall - Circo dietro il Muro”, al Foro Annonario. Inizio alle 21.30. Ingresso libero.

L'appuntamento rientra nelle iniziative dell'estate di Senigallia a cura del Comune. “Circo dietro il Muro” è uno spettacolo nel quale i giovani artisti del Palestinian Circus School portano in scena le proprie storie e gli ostacoli quotidiani in quanto palestinesi. Testimonia gli effetti del Muro che separa gli affetti, gli amori, le famiglie, separa dalla propria terra e dalle risorse. La Palestinian Circus School (PCS) nasce nel 2006 nei territori occupati della Cisgiordania, da un piccolo gruppo di artisti circensi determinati a introdurre il circo in Palestina.

Nasce dall'entusiasmo di Shadi Zmorrod e Jessika Devlieghere aiutati dalla Belgian Circus School Cirkus in Beweging che propongono alcune settimane di training intensivo e workshop di formazione. Il Circo arriva come un aiuto, fornisce gli strumenti e le competenze per spezzare mentalmente, virtualmente e artisticamente, quella barriera creata dall'occupazione israeliana, così come le barriere sociali, culturali e mentali che dividono la Palestina anche al suo interno. In “Circo dietro il Muro”, gli artisti si avvicendano in numeri di giocoleria, tessuti aerei, trapezio, clowneria, manipolazione di oggetti, teatro, architetture di corpi. Il pubblico si trova davanti a quadri viventi di eccezionale impatto visivo e emozionale. Uno spettacolo ritmato e denso di colore che parla di evasione e leggerezza, che racconta la voglia di raccontare e continuare a sognare e a impegnarsi per la libertà. Con un desiderio, una speranza e una convinzione finale: che un giorno il Muro, di qualsiasi muro si tratti nel mondo, cada. I performer di questo spettacolo sono Ashtar Muhallem, Fadi Zmorrod, Marah Ashmar, Mays Yousef, Majd Yousef, Nayef Othman e Sireen Touqan.

La Palestinian Circus School è registrata come una Ong dalla autorità palestinese dal 2007. L'intento è quello di introdurre l'arte circense nella comunità palestinese, attraverso didattica e performance di qualità internazionale. Oggi esistono 5 gruppi circensi in tre località della West Bank, a Ramallah, Jenin e Hebron. Gli studenti che si impegnano in questo tipo di formazione sono circa 80 all'anno, di tutte le età. “Un circo in Palestina? È quello che serve ai palestinesi? – si chiedono gli stessi ideatori – Un'idea insolita forse. Di sicuro una sfida, perché pensiamo che il circo possa essere uno strumento molto potente e pratico per l'auto-realizzazione, per lo sviluppo della creatività, del rispetto, dell'autodeterminazione, dell'uguaglianza, oltre che il benessere fisico e psichico. Vogliamo dimostrare che lavorando insieme si possono superare molte barriere ormai inutili e vogliamo dare vita a una nuova forma d'arte dinamica e sperimentale che metta in discussione la visione tradizionale dell'arte”.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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