La Francia contro il burqa L'Italia prenda esempio. Cronaca di Andrea Morigi, commento di Souad Sbai
Testata: Libero Data: 14 luglio 2010 Pagina: 1 Autore: Andrea Morigi - Souad Sbai Titolo: «Sarko libera le islamiche. Burqa vietato in Francia - L’Italia non ascolti gli estremisti e segua l’esempio di Parigi»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 14/07/2010, a pag. 1-23 l'articolo di Andrea Morigi dal titolo " Sarko libera le islamiche. Burqa vietato in Francia ", a pag. 23 l'articolo di Souad Sbai dal titolo " L’Italia non ascolti gli estremisti e segua l’esempio di Parigi ".
Andrea Morigi : " Sarko libera le islamiche. Burqa vietato in Francia"
È iniziato il conto alla rovescia definitivo per il burqa. C’è tempo fino a settembre, poi potrebbe essere proibito indossarlo e, soprattutto, imporlo alle donne su tutto il territorio di Francia. Non hanno dovuto spacciare una questione di diritti delle donne per una finta emergenza sicurezza. Superando ogni ipocrisia, il testo presentato dal ministro della Giustizia Michèle Alliot-Marie, prevede il divieto di indossare il velo integrale in tutti i luoghi pubblici. Il dispositivo legislativo è studiato con accortezza: saranno i mariti o i conviventi che obbligano le loro compagne a coprirsi completamente il volto con il niqab, il burqa od ogni altro indumento, a incorrere nell’arresto fino a un massimo di un anno e condannati a pagare 30.000 euro di multa. La sanzione pecuniaria raddoppia a 60.000 euro se le vittime dell’imposizione sono minorenni. Molto più lievi le pene previste per le donne che portino il velo integrale in pubblico: una multa di 150 euro e/o l’obbligo di seguire un corso di educazione civica. In fondo, le vittime sono le mogli, le figlie e le sorelle dei fondamentalisti. Il primo passo per tutelarne la dignità lo ha compiuto ieri l’Assemblea nazionale francese, approvando in prima lettura il progetto di legge che mette al bando il velo integrale islamico. Dopo l’estate, toccherà al Senato, che ha calendarizzato il provvedimento per settembre, esprimere il parere definitivo. E vi sono altissime probabilità che la normativa passerà senza modifiche rispetto al testo, fortemente voluto dal presidente Nicolas Sarkozy, ma via via condiviso senza riserve da un numero sempre più alto di parlamentari dell’opposizione. È la schiacciante maggioranza ottenuta alla votazione di ieri, 355 a favore a fronte di un solo contrario, a dimostrarlo. Molte le defezioni fra socialisti e comunisti, che avevano deciso di non partecipare al voto, come il gruppo dei Verdi, che in un primo tempo aveva annunciato l’intenzione di votare contro. Alla disciplina di partito si sono sotratti una ventina di esponenti socialisti, che hanno votato insieme alla maggioranza come il comunista André Gérin, presidente della commissione di inchiesta sul velo integrale. Dopo il voto dell’Assemblea Nazionale, il ministro della Giustizia Alliot-Marie ha sottolineato la stessa unanimità di fondo, definendo l’ap - provazione una vittoria per la democrazia e per i valori francesi: «I valori della libertà contro tutte le oppressioni che cercano di umiliare gli individui; i valori dell’eguaglianza tra gli uomini e le donne, contro coloro che spingono per l’ineguaglianza e l’ingiustizia». Del resto anche l’opinione pubblica, compresi gli oltre cinque milioni di musulmani prevalentemente moderati che vivono Oltralpe, ne aveva abbastanza di subire la trasformazione dei propri quartieri in pessime repliche dei dintorni di Kabul. Secondo un sondaggio realizzato la scorsa primavera da TNS Sofres/Logica, sebbene soltanto il 10% dei francesi dichiari di considerare “prioritaria” una regolamentazione del velo integrale, il 64% degli intervistati è convinto che si debba vietare il burqa per legge. Schiacciante maggioranza, dunque, equamente divisa tra il 33% che ritiene opportuno estendere la proibizione «in tutta la Francia» incluse strade e piazze, mentre il 31% si dice favorevole a un’applicazione «solo in determinati luoghi pubblici». Quel sacco che imprigiona le donne non piace a nessuno, insomma, nemmeno al 22% di francesi che si dice favorevole solo a una «sensibilizzazione della popolazione ». Nel gioco delle parti, si registra la debole protesta di Mohammed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano. Poiché deve pur mantenere un minimo grado di credibilità anche presso le frange più segregazioniste del mondo islamico, si è detto favorevole all’adozione di misure volte a scoraggiare l’uso del velo integrale, ma a suo avviso un divieto per legge potrebbe rappresentare una stigmatizzazione eccessiva per un gruppo vulnerabile. Anche Amnesty International ha criticato la nuova legge. Per ora, a Parigi si è scelto di salvare le più vulnerabili, le donne, dalla barbarie.
Souad Sbai : " L’Italia non ascolti gli estremisti e segua l’esempio di Parigi "
Souad Sbai
Finalmente dopo il Belgio e la Spagna, oggi è il turno della Francia. Spero che lo stesso risultato possa essere ottenuto presto in Italia. Perché mentre nei Paesi arabi forti si levano le voci contro l’uso di uno strumento di sottomissione completamente estraneo alla professione della fede musulmana, in Europa il velo integrale avanza. Oltre all’ormai famoso pronunciamento dell’imam Tantawi dell’Università di Al Azhar del Cairo contro l’uso del burqa, contro cui hannopreso posizione diversi intellettuali arabi, dall’Egitto è arrivato nei giorni scorsi il divieto di accesso in alcuni locali turistici e ristoranti per chi indossa il velo integrale. Vi è certo da attendere che il passaggio in prima lettura della legge francese venga ratificato dal Senato, ma non temo alcun risultato eclatante, anche perché la maggioranza è stata schiacciante: 335 voti favorevoli e un contrario, mentre la sinistra si è vigliaccamente astenuta, perdendo per l’ennesima volta l’occasione di votare per la libertà. Avallando un certo pensiero estremista. Respingendo le donne dentro lemura domestiche o dietroun burqa. Facendo il gioco di quanti vorrebbero che gli strumenti di tortura e di annullamento come il burqa e il niqab fossero leciti in un Paese occidentale che ha fatto della liberté, egalité, fraternité i capisaldi dello Stato. E per cosa? Per guadagnare consenso politico attraverso l’appoggio degli estremisti. Per avere la sicurezza di un certo gradimento. Per raggiungere un certo consenso “elettorale”. La Francia invece ha dimostrato di essere un Paese che ben conosce le dinamiche legate a una certa immigrazione dai Paesi musulmani, in special modo dal Maghreb, con i rischi e i pericoli che essa porta. Ha deciso di correre ai ripari in tempo, mentre ancora è possibile porre freno all’arroganza degli estremisti e al loro farsi beffa dei diritti fondamentali dell’essere umano, come quello della parità tra uomo e donna. L’Italia dovrebbe agire allo stesso modo: dovrebbe avere il coraggio di dire no a tutte le avances che fanno gli estremisti perché oggi la situazione è recuperabile. In un domani più prossimo di quanto sia lecito pensare, andremo incontro a un futuro buio e fosco, un futuro in cui il nostro diritto sarà piegato al volere di chi si dimostra sprezzante dei diritti umani e della sacralità della vita. Allora sarà difficile porre rimedio a una situazione, sotto diversi aspetti, compromessa. Ieri combattevamo il hijab, oggi siamo ridotti a lottare contro il burqa e domani dovremo porre rimedio alla valanga di matrimoni forzati che è in costante aumento anche in Italia. E a molto di più. Svegliamoci da questo torpore! Altrimenti le porte dell’estremismo sono spalancate.
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