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Lucio Caracciolo e Gerusalemme 13/07/2010

Buongiorno.
Mi riferisco a quanto da lei scritto su Repubblica di oggi che riporto qui
di seguito:
ma ogni decisione strategica su Gerusalemme ­ e soprattutto ogni eventuale
compromesso ­ non spetta a capi e capetti palestinesi, né solo ai leader
arabi, ma all´insieme della comunità islamica e ai suoi esponenti religiosi
e politici più in vista. Compresa la Turchia neo-ottomana di Erdogan, il
nuovo "eroe di Gaza".
Lei dovrebbe sapere che Gerusalemme non è mai nominata nel Corano, e che,
finché sul territorio circostante hanno governato gli ottomani, tutta la
zona è stata una landa più o meno abbandonata al suo destino.
Come può quindi oggi giustificare le sue parole se non semplicemente andando
dietro a quanto è diventato politically correct per seguire le strategie di
Fatah e di Hamas?
Inoltre, e non mi sembra una questione secondaria, non pensa che anche gli
israeliani abbiano da dire la loro? O forse lei vorrebbe ritornare ad una
situazione simile a quella ante 67 quando la Giordania, occupata
militarmente l'area e cacciati gli ebrei, gestiva in modo islamico tutta la
città esclusa la parte occidentale?
Distinti saluti

Lettera firmata


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