Buongiorno. Mi riferisco a quanto da lei scritto su Repubblica di oggi che riporto qui di seguito: ma ogni decisione strategica su Gerusalemme e soprattutto ogni eventuale compromesso non spetta a capi e capetti palestinesi, né solo ai leader arabi, ma all´insieme della comunità islamica e ai suoi esponenti religiosi e politici più in vista. Compresa la Turchia neo-ottomana di Erdogan, il nuovo "eroe di Gaza". Lei dovrebbe sapere che Gerusalemme non è mai nominata nel Corano, e che, finché sul territorio circostante hanno governato gli ottomani, tutta la zona è stata una landa più o meno abbandonata al suo destino. Come può quindi oggi giustificare le sue parole se non semplicemente andando dietro a quanto è diventato politically correct per seguire le strategie di Fatah e di Hamas? Inoltre, e non mi sembra una questione secondaria, non pensa che anche gli israeliani abbiano da dire la loro? O forse lei vorrebbe ritornare ad una situazione simile a quella ante 67 quando la Giordania, occupata militarmente l'area e cacciati gli ebrei, gestiva in modo islamico tutta la città esclusa la parte occidentale? Distinti saluti
Lettera firmata |