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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Robert S. C. Gordon, Sfacciata fortuna. La ''Shoah'' e il caso 12/07/2010

Sfacciata fortuna. La “Shoah” e il caso       Robert S. C. Gordon
Traduzione di Chiara Stangalino
Einaudi                                                                   Euro 15

Con le lezioni “Primo Levi”, l’omonimo centro si propone di far conoscere nel mondo l’opera del nostro grande scrittore. E per la conferenza d’esordio è stato scelto lo studioso inglese Robert S.C. Gordon, che già avevamo apprezzato per il bel libro” Primo Levi: le virtù dell’uomo normale” (Carocci 2003).
Più che una lectio magistralis, quella di Gordon vuole proporsi come una lettura del ruolo giocato dal caso, dalla fortuna, dalla sorte individuale, nell’inferno della Shoah e secondo lo specifico punto di vista dell’autore di Se questo è un uomo. A tal fine lo studioso inglese intraprende una strada lunga e solo in apparenza tortuosa, che passando per Dante, Boccaccia, Machiavelli, Shakespeare, mostra come il problema della Fortuna, nella molteplice accezione di dea bendata, ruota crudele, divina provvidenza, rappresenti una costante decisiva lungo tutto l’arco della vicenda umana. Dopodiché si concentra su tre opere, a noi più prossime: un libro di divulgazione scientifica dell’americano Leonard Mlodinow; un film di un giovane regista spagnolo (Intacto di Juan-Carlos Fresnadillo) e il romanzo Essere senza destino dello scrittore ungherese Imre Kertész. I diversi tasselli del puzzle cominciano a comporsi, convergendo progressivamente sulla scena specifica della Shoah, dove “fortunato” è il sopravvissuto, che in quanto tale è anche maledetto: in questo tremendo paradosso affonda il suo sguardo primo Levi. Grazie a una serie di esempi illuminanti, tratti da sue opere più o meno note, Gordon ci dimostra come il rapporto eccezione-norma sia indagato dallo scrittore torinese con una perspicacia e un’ironia sottilissime, grazie anche al suo particolare bagaglio culturale, insieme scientifico e letterario. La rigida logica dei numeri e della statistica, dilagante a partire dall’Ottocento, dovrebbe comportare il trionfo del determinismo probabilistico e dunque l’eliminazione del caso. Ma il successivo sviluppo della fisica quantistica ha mostrato il lato rovescio della medaglia scientifica: ovvero il riemergere prepotente della casualità. Ebbene, nulla come la “soluzione finale” ha evidenziato, in ambito storico, la convivenza di queste polarità. E nessuno meglio di Levi ha saputo indagare entrambe, mostrando sensibilità verso “i sistemi e la statistica, ma anche tenendo fermo il valore del singolo, dell’eccezione, delle circostanze individuali che non sono né completamente casuali né totalmente predeterminate.
Non v’è dubbio, Robert S.C. Gordon è riuscito perfettamente nell’intento che si era prefisso: sorretto da una scrittura semplice e cristallina, prima ha disposto le sue tante pedine sulla scacchiera. Poi ha mostrato i sottili legami che univano le une alle altre. E infine ci ha restituito per intero l’inimitabile originalità del pensiero di Primo Levi. Che con i suoi frammenti di un’implicita “filosofia della fortuna”, ci aiuta a ripensare, non soltanto un aspetto centrale della Shoah, ma il significato nuovo e diverso della sorte nella vicenda storica novecentesca.


Franco Marcoaldi
R2 Cult – La Repubblica


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