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Libero Rassegna Stampa
08.07.2010 E dopo Mubarak ?
Il commento di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 08 luglio 2010
Pagina: 18
Autore: Carlo Panella
Titolo: «E dopo Mubarak ?»

Non sarò un problema solo egiziano, la salute di Mubarak. Ecco l'articolo di Carlo Panella, su LIBERO di oggi, 08/07/2010, a pag.18, dal titolo "E dopo Mubarak ?


Hosni Mubarak

 Hosni Mubarak sarebbe in gravi condizioni di salute secondo quanto riportano due autorevoli quotidiani, al Quds al Arabi e l’israeliano Haaretz che sostengono che l’improvvisa visita del presidente egiziano a Parigi di lunedì scorso, non sarebbe stata motivata dalla visita a Sarkozy, ma da urgenti controlli medici. Certo è che Mubarak è sicuramente afflitto da una grave patologia - probabilmente un cancro - come è certo che il segreto di Stato impedisce qualsiasi informazione sul punto. Ovviamente, una eventuale successione ai vertici dell’Egitto, il più grande e autorevole paese arabo, renderebbe la crisi mediorientale ancora più rovente di quanto già non sia, anche se va detto che l’immobilismo totale di Mubarak, sia sul piano interno che su quello esterno è stato tale da permettere alla Turchia di sfidare la leadership egiziana con il paese tentativo di sostituire Ankara all’Egitto quale potenza regionale più influente. LE ELEZIONI Il punto discriminante è comunque la possibilità o meno che Hosni Mubarak possa essere in vita per concorrere alle prossime elezioni presidenziali del 2011. Se così non fosse, sarebbe d’obbligo la successione dinastica, già stabilita a favore del figlio di Mubarak, Gamal, un tecnocrate di 47 anni che da un decennio si prepara all’evenienza (nonostante le smentite del padre che ha spesso dichiarato che «l’Egitto non è retto da una dinastia ereditaria »). Se lo scettro del potere dovesse passare a Gamal Mubarak è probabile che il paese vivrebbe una fase di instabilità. Gamal, infatti, gode sicuramente dell’appoggio del blocco di generali che è l’asse portante di tutto il regime egiziano (inclusa l’economia: i generali vanno in pensione a 55 anni e diventano amministratori delegati delle grandi banche o delle grandi industrie del paese). Appoggio che si concretizza nel “padrinato” che esercita a favore di Gamal, Omar Suleiman, potente capo del Mukhabarat, i Servizi Segreti, in un paese in cui vige dal 1981 (assassinio di Anwar al sadat, il predecessore di Mubarak ad opera dei fondatori di al Qaida) la Legge di Emergenza, che assegna al governo poteri dittatoriali. Gamal, però, non gode affatto del grande prestigio personale presso gli egiziani che è sempre stata la forza di Hosni Mubarak, comandante dell’aviazione nella guerra del Kippur del 1973, l’unica non persa da un paese arabo. VITTORIA IN TASCA È evidente che Gamal ha comunque la vittoria elettorale in tasca, ma è altrettanto certo che, scomparso Hosni Mubarak dalla scena politica, si farebbe fortissima e destabilizzante in Egitto la pressione dei Fratelli Musulmani, il partito fondamentalista islamico che riscuote grandi favori popolari e che stanno vivendo forti lacerazioni interne con un netto prevalere della fazione più estremista (Hamas, non va scordato, è la sezione palestinese dei Fratelli Musulmani). Nulle sono le prospettive di affermazione elettorale di Mohammed el Baradei, ex presidente dell’Aiea e Nobel per la Pace, ma è certo che Gamal Mubarak si giocherà la stabilità del suo regime nella quasi impossibile sfida alla corruzione (tabe dell’Egitto), suo cavallo di battaglia e nelle riforme economiche - innanzitutto le privatizzazioni - di cui il paese ha assolutamente bisogno. Così come è certo che l’Egitto continuerà a trovarsi - volente o nolente - in prima linea nel fronte arabo che dovrà contrastare un Iran che sta per dotarsi di bomba atomica e che non ha mai nascosto di puntare proprio alla destabilizzazione del regime del Cairo come passaggio obbligato per esportare la sua “rivolu - zione islamica”.

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