Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
"Il magnifico lavoro dell'Onu in Libano"
Pronti alla nuova guerra
Cari amici,
avete mai sentito parlare di quel motto latino che dice "si vis pacem para bellum" (se vuoi la pace prepara le guerra)? Magari è un po' brutale, ma bisogna ammettere che i romani di queste cose se ne intendevano. Ancora oggi le paci che funzionano si costruisocono solo così. Io invece vorrei proporvi una riflessione all'incontrario: "Si vis bellum, para pacem", se vuoi la guerra, prepara la pace. Non funziona sempre, ma al Medio Oriente degli anni recenti non si applica male. Vale per i pacifinti, naturalmente, che di essere flottiglie di pace, manifestanti per la pace, costruttori di ponti e cose così si fanno vanto, ma sono soprattutto uno strumento più o meno consapevole di guerra a Israele. Vale purtroppo per le politiche israeliane: quanto più influenzate dall'idea di "pace subito" e di "dare segni di buona volontà", tanto più disastrose: i tentativi di far la pace con Arafat sono finiti nella stagione terrorista della "seconda intifada", il ritiro dalla zona di sicurezza nel sud del Libano ha dato spazio a Hizbullah, quello da Gaza ad Hamas.
E vale soprattutto per l'Onu, i cui interventi di pace sono stati spesso tardivi e impotenti (pensate al Ruanda, o a Sebrenica in Bosnia...). Ma che sta dando in questo momento una delle peggiori prove di sé in Libano, senza che la stampa ne parli mai. Lì sì che c'è il rischio di arrivare alla guerra preparando la pace. E' una china discendente irrefrenabile. Ricapitoliamo: quattro anni fa, alla fine della guerra provocata da Hizbullah, si decise di affidare il confine fra Libano e Israele ai "caschi blu", perché controllassero il disarmo dei terroristi, che l'esercito libanese non era in grado di realizzare. Arrivate sul posto le forze dell'Onu scoprirono che non era compito loro disarmare, toccava all'esercito libanese (che non ci ha neanche provato) e che loro avrebbero vigilato e impedito l'infiltrazione di armi nella zona a sud del Fiume Litani. I terroristi iniziarono a sfidare le forze internazionali, vincendo facilmente ogni partita, riuscirono anche a cacciare ignominiosamente una colonna italiana e impararono in fretta che non avevano niente da temere dall'Onu. Nel frattempo tentarono un colpo di stato a Beirut, persero le elezioni ma vinsero la formazione del governo successivo (facile, avendo le armi). Qualche incidente di percorso come l'esplosione di u n deposito di armi in un villaggio del sud del Libano non convinse l'Onu a reagire con maggiore energia.
Oggi la situazione è che i militari dell'Onu non possono più spostarsi nella zona che dovrebbero pattugliare: ogni volta che arrivano in un villaggio, scoppia una "manifestazione spontanea" di protesta e i coraggiosi "caschi blu" se ne vanno con la coda fra le gambe, naturalmente "per non fare guai peggiori". Hezbollah teorizza che possono spostarsi solo previo un congruo anticipo e con la scorta dell'esercito libanese, che nel frattempo hanno largamente infiltrato. Per una documentazione, vi consiglio di leggere questo articolo tutt'altro che guerrafondaio, visto che viene da "Haaretz": http://www.haaretz.com/blogs/mess-report/mess-report-unifil-losing-power-as-hezbollah-expands-deployment-1.300028 .
Ma questa messa fuori combattimento delle forze dell'Onu non è fine a se stessa, serve ad alimentare una forza militare che ormai è molto notevole. L'esercito israeliano ha mostrato ieri la sua documentazione sulla situazione libanese, ed è assolutamente allarmante: tutti i villaggi sono fortificati, i centri di comando e i depositi di armi sono sistemati vicino a scuole e ospedali, Hizbullah ha nel sud del Libano tre divisioni per 20 mila comattenti armati di 40 mila missili, di cui molti capaci di raggiungere tutto il territorio israeliano. L'avanguardia meridionale, al contatto con Israele ha 5 mila combattenti, 30 mila missili, è divisa in tre sottodivisioni di cui ciascuna ha il controllo di una quindicina di villaggi fortificati. (http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=180733). Considerando che il terreno è montagnoso e molto aspro, è sicuro che Hizbullah sta preparando una guerra che sarà difficilissima per Israele, una ripetizione amplificata di quel che è accaduto nel 2006. Questa è la pace che ha preparato l'Onu. Quando sarà matura e genererà la sua guerra non sarà un bel vedere.
Ugo Volli