Lo scorso 4 luglio IC pubblicava un articolo di Angelo Pezzana nel quale veniva raccontatato come il Ministro degli Esteri israeliano avesse invitato il suo omologo Franco Frattini a visitare Gaza, per rendersi conto che nella Striscia non vi è nessuna crisi umanitaria, e che estendesse l'invito anche ad altri ministri degli esteri della UE. Una iniziativa intelligente, contro tendenza, una vera e propria operazione di Hasbarà, cioè informazione, che troppo spesso Israele non riesce a mettere in porto. Bene, oggi, con molto risalto, la notizia è su tutti i quotidiani. Autocitarsi non è elegante, ma essere arrivati primi è per IC motivo di grande soddisfazione.
ecco il link, per leggere l'articolo:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=40&id=35430
Scegliamo fra i tanti quotidiani che danno la notizia, l'articolo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/07/2010, a pag.17, di Maurizio Caprara, dal titolo " Gaza, sì europeo a Israele: la missione si farà presto ".
Con Frattini i colleghi di Londra,Parigi, Berlino, Madrid.


Avigdor Lieberman Franco Frattini
ROMA— Sembra meno impossibile del previsto una visita di ministri degli Esteri europei nella Striscia di Gaza, uno dei posti più densamente abitati e allo stesso tempo più isolati del Medio Oriente. Dopo che il 24 giugno scorso il capo della diplomazia israeliana Avigdor Lieberman ha chiesto al collega italiano Franco Frattini di cercare adesioni al progetto, ieri sono state rese pubbliche le risposte positive del francese Bernard Kouchner, del tedesco Guido Westerwelle, del britannico William Hague e dello spagnolo Miguel Angel Moratinos.
La Farnesina ha diffuso una nota per informare che i cinque ministri hanno «recepito positivamente l’idea» e che lo hanno scritto al ministro dello Stato ebraico «senza peraltro considerarsi gli unici destinatari della proposta», dunque cercando di allargare la comitiva.
La richiesta di Lieberman, duro della destra di origini russe e poco incline a mezze misure, è stata un altro segno delle difficoltà del governo di Benjamin Netanyahu dopo le tensioni con altri Paesi dovute all’incursione di militari israeliani su una nave turca di filopalestinesi della Freedom Flotilla, terminata con vari morti. Spesso, i governi di Israele percepiscono come invadenze certe ambizioni dell’Unione europea a mediare nel conflitto israelo-palestinese. Che l’idea della visita alla Striscia, chiusa da una barriera israeliana e una egiziana, nascesse nello Stato ebraico non era scontato. Ma non elimina alcuni problemi di fattibilità.
Il ministro al quale Israele ha affidato un mandato esplorativo, Frattini, è colui che nel 2003 convinse l’Ue a inserire Hamas nelle lista delle organizzazioni considerate terroristiche dall’Unione. Oggi Gaza è dominata da quel movimento integralista islamico, e non è facile preparare per la missione degli europei un’agenda di incontri limitata a organizzazioni non governative. Taluni contatti sul posto potrebbero imbarazzare. Non li desiderano parte degli europei né Israele né forse l’Autorità nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen, indebolita da quando nel 2007 Hamas eliminò con le armi suoi emissari. Alla delegazione si affiancherebbe un rappresentante dell’Anp.

Per ulteriori adesioni, Frattini si è rivolto a Norvegia, Olanda e altri. Hillary Clinton lo ha incoraggiato. Il viaggio è ipotizzato per metà o fine luglio. I cinque ministri ieri hanno sollecitato Israele a un «cambiamento di politica» su Gaza e ad allentare, come annunciato, il blocco della Striscia. Si sono impegnati a favorire «progressi nei negoziati» con l’Anp. Tra i punti delicati: quanto farebbe ombra la visita dei ministri all’alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Catherine Ashton?
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