Sull'OPINIONE di oggi, 01/07/2010, con il titolo " Gaza come non l'avete mai percepita: tra porti di lusso e campi estivi per bambini dell'Onu distrutti da Hamas " Dimitri Buffa racconta la Gaza proibita, quella che gli inviati dei giornaloni non vedono.
Ecco l'articolo:
Gaza, chi l'avrebbe detto ?
Ma chi è che distrugge le strutture che servono alla sopravvivenza dei cittadini di Gaza? Israele, l’”embargo disumano” o per caso gli stessi uomini di Hamas che mal sopportano che l’Onu e l’Unrwa allestiscano ogni estate dei semplici campi estivi, come quelli che un tempo si chiamavano “colonie”, per i bambini? In un lungo reportage di Sharon Levi, un cooperatore della ong “Secondo protocollo”, corredato da un filmato che purtroppo non si vedrà mai nei tg italiani, pubblici o privati che siano, e che però si può guardare proprio su secondoprotocollo.it, in bella evidenza sulla prima pagina del sito della ong in questione, viene fuori un’immagine diversa di Gaza, “come non l’avete mai vista”, così come recita il titolo del reportage. Scrive Levi: “..Dei mercati e dei negozi ricchi di ogni ben di Dio lo sapevamo già, quello che invece non sapevamo era tutto il resto. Per inciso, le immagini le ha diffuse un forum palestinese, quindi nessuna propaganda sionista. Anche le foto delle mega-ville dei boss di Hamas (come quella qui a lato) vengono da fonti palestinesi o da altri forum palestinesi. Come si può vedere la situazione non è proprio come ce la descrivono i prodi “inviati speciali”. E se siete “operatori umanitari” in viaggio nella Striscia di Gaza per scoprire la terribile situazione dell’area non esitate ad andare al Roots Club in Cairo Street, a Remail, dove troverete un locale di lusso, cucina tipica araba e tanto, tanto altro (imperdibile il video della pubblicità del locale e ricordate che siamo a Gaza). Il locale, a quello che dicono, è sempre pieno di “operatori umanitari”, funzionari dell’Onu e non mancano nemmeno le donnine per un buon “dopo cena”. Ma in fondo, l’accoglienza araba è rinomata in tutto il mondo, per cui non c’è da meravigliarsi. E poi, non si vorranno mica lasciare gli intrepidi “operatori umanitari” senza un minimo di confort e di “conforto”?” Altri spezzoni del filmato inquadrano anche il porto, che per yacht di ogni dimensione sembra più Porto Cervo che quell’ammasso di macerie che ci viene fatto vedere nei filmati di repertorio, ma che è relativo a quella che era la situazione in alcuni posti di Gaza subito dopo il conflitto del gennaio 2009. In compenso, se la situazione umanitaria di Gaza non è di certo quella descritta dall’Onu e dai media europei (non imputabile all’embargo e al blocco navale israeliano che servono solo ad evitare l’affluenza di armi e materiali per costruire missili e ordigni) qualcuno che nella Striscia distrugge le strutture destinate alla popolazione, nella fattispecie ai bambini, indubbiamente c’è davvero: però si chiama Hamas. Che nei giorni scorsi, in nome del proprio ideologismo fatto di fondamentalismo islamico, anti semitismo e razzismo nazi fascista, ha distrutto per la seconda volta in due anni la colonia estiva per i bambini di Gaza approntata per conto dell’Onu dall’Unrwa, cioè l’organismo che si occupa dei rifugiati palestinesi da 60 anni a questa parte. Fonte della notizia, ieri, Rainews 24, quindi non l’odiato sistema mediatico sionista. Anche questa volta uomini armati e incappucciati hanno devastato e saccheggiato un campo estivo gestito dalle Nazioni Unite sulla costa mediterranea della Striscia di Gaza, controllata dai terroristi di Hamas. Si tratta del campo estivo di Zawaia a Deir el-Balah. Struttura pensata con lo scopo di offrire un po’ di ricreazione, cibo e giochi ai bambini palestinesi. Che però, agli occhi degli estremisti islamici, ha la “colpa” di essere gestito da occidentali. E di far giocare bambini e bambine insieme. Secondo il racconto di chi lavora all’Unrwa, a Gaza, una ventina di uomini armati e incappucciati hanno assalito la struttura, sopraffatto le guardie della sicurezza e poi hanno dato alle fiamme un edificio e distrutto i giochi all’aria aperta e una piscina gonfiabile. Proprio a maggio gli estremisti islamici avevano accusato le Nazioni Unite di corrompere e favorire l’immoralita’ tra giovani attraverso i ’summer camp’. Adesso John Ging, direttore delle operazioni UNRWA nella Striscia di Gaza, anche lui non noto per essere un amico di Israele, giura che ricostruirà il tutto appena possibile.
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