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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
29.06.2010 Petraeus sostituirà McChrystal in Afghanistan
Che cosa cambierà nella strategia Usa contro i talebani? Commento del Foglio

Testata: Il Foglio
Data: 29 giugno 2010
Pagina: 4
Autore: Gianandrea Gaiani
Titolo: «Surge lento»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 29/06/2010, a pag. 4, l'articolo di Gianandrea Gaiani dal titolo " Surge lento ".


David Petraeus

Il generale David Petraeus arriverà a Kabul per assumere il comando delle forze alleate in Afghanistan nei prossimi 7-10 giorni ma già si infittiscono le indiscrezioni sui cambiamenti che il nuovo commander imporrà rispetto a Stanley McChrystal e al suo “Team America”. Non muterà l’approccio strategico della “counterinsurgency”, ideato da Petraeus ma applicato con risultati non del tutto soddisfacenti da McChrystal. Il lento surge afghano delle truppe americane e alleate deve ancora concludersi, ma il rapporto presentato da McChrystal ai vertici di Washington e della Nato non incoraggia. Le operazioni vanno male, sono pochi i distretti controllati realmente dalle forze alleate e afghane: a Marja e nelle aree di Helmand “liberate”, i talebani si sono mischiati ai civili, terrorizzano la popolazione e colpiscono gli alleati. Anche la grande offensiva di Kandahar segna il passo a causa del sostegno delle tribù ai talebani. McChrystal non si attendeva miglioramenti nei prossimi sei mesi e Petraeus non ha margini di manovra ampi per cambiare la situazione. Uno di questi è liberarsi “dell’ossessione del ritiro”, come l’ha definita il presidente, Barack Obama, che ha risposto di “non avere la sfera di cristallo” a chi chiedeva conferma del rimpatrio delle truppe dal luglio 2011. Petraeus potrà anche intensificare le azioni belliche, rinunciando alle offensive annunciate con mesi di preavviso e alle regole d’ingaggio morbide volute dal suo predecessore per ridurre le vittime civili – regole poco gradite alle truppe sul campo, che stanno pagando l’ipotetica “conquista dei cuori e delle menti” con un forte incremento di perdite, 317 da gennaio, un centinaio soltanto in giugno. Lo staff di McChrystal stava valutando una medaglia al valore per i militari che avessero esitato a sparare e Michael Hastings, autore dell’articolo di Rolling Stone che ha portato alle dimissioni del generale, ha ricevuto ringraziamenti da molti soldati che detestavano l’ex comandante per “aver messo a rischio le loro vite”. La notizia di Fox News secondo cui Petraeus modificherà le regole d’ingaggio è stata debolmente smentita e il portavoce Erik Gunhus ha spiegato che la questione è uno dei temi presi in considerazione. Un inasprimento delle offensive alleate potrebbe aumentare le vittime civili, ma appare oggi una strada obbligata perché i prossimi rinforzi porteranno le truppe alleate al livello record di 150 mila effettivi e perché il capo della Cia, Leon Panetta, ha ammesso che i talebani sono disinteressati a negoziare la pace. Le condizioni per la pace ci potranno essere, forse, soltanto inasprendo la guerra

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