la situazione nel Medio Oriente si va deteriorando ogni giorno di più sotto gli occhi del mondo intero. Le Nazioni Unite e molti Stati cercano, in diversi modi, di portare un contributo al raggiungimento di una pace, forse oggi purtroppo impossibile, che, a detta di tanti, sarebbe stata già raggiunta se si fossero lasciati soli gli avversari costringendoli in tal modo ad affrontarsi direttamente. Spero che non si offenderà se mi permetto di dire che alcune delle ragioni per cui i problemi di questa regione, anziché risolversi, sembrano aggravarsi sempre più, sono imputabili anche all'organismo da lei diretto. Infatti Tony Blair, da anni l'uomo politico di grande prestigio scelto per trovare delle soluzioni al conflitto, eccelle solo per la sua assenza dalla regione e per il suo silenzio rotto solo da parole vuote di significato (l'altro giorno ha detto che si devono raddoppiare gli sforzi per arrivare alla liberazione di Gilad Shalit, senza rendersi conto che il doppio di zero resta sempre zero), e per le spese faraoniche dovute al suo gruppo di lavoro (che ancora non abbiamo capito che cosa produca). Ma oltre all'apparato politico-diplomatico, anche quello militare pone seri interrogativi, signor Segretario Generale. Mentre, infatti, il quartier generale della missione militare Unifil, da New York, dice che i soldati Onu devono bloccare le navi dirette a Gaza perché violano la risoluzione 1.701, il comando locale a Naqoura smentisce: l’ordine non c’è. Ed allora Le chiedo: potrebbe per favore cercare, almeno, di fare un po' di chiarezza su tutte queste questioni? Se non lei, chi? E se non ora, quando? Distinti saluti