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Una lettera per Michele Giorgio 28/06/2010
Caro Giorgio,
sinceramente non penso che tu voglia scrivere cazzate in quanto profondamente convinto di ciò che pensi. Nei tuoi articoli traspare sempre un non so che di verità che tu, forse per apatia dettata da ordini precostituiti o per mancanza di impegno professionale, desideri -seppur abilmente, ma non abbastanza- “manipolare”. Beh, non è che voglia farti in conti in tasca e costringerti a sputare sul piatto quotidiano dal quale ti nutri, assolutamente no: è una decisione personale tua, della quale sei in grado di disporre e di volere nel modo che più ti aggrada.
Non sei nemmeno un fesso, nel senso che dal tuo sguardo e dal tuo modo di esprimerti sembri essere una persona in grado di cogliere le sfumature salienti del mondo che, nel momento contingente, ti circondano. Però, quando è il momento di scrivere, la tua mente si autolimita, si camuffa come un gambero, si prostra nei confronti di un ideale che non appare per nulla essere il tuo.
C’è qualcosa che ti tira indietro e che ti impedisce di essere te stesso: capita, purtroppo, capita a molti e tutti i giorni. Conosco un tipo come te, si chiama Joschka Fischer. Stesso ideale, stessa visione, stessi programmi, stessa (quasi) determinazione nel voler descrivere e difendere a proprio modo concezioni assurde e maledettamente errate di questa oasi di pace in Medio Oriente. a far cambiare improvvisamente idea al compagno Joschka, contribuì il “dubbio onore” di aver sentito le proprie palle tremare quando saltò in aria il Delphinarium a Tel Aviv. Egli si trovava a pochi passi dal disastro provocato da colui che fino a poche ore prima avrebbe definito “il gesto di un semplice militante”.
Ebbene Giorgio, io spero sinceramente che “un’avventura” del genere ti venga risparmiata, anche a costo di dover sopportare i tuoi insensati articoli vita-natural-durante. Tuttavia, spero di tutto cuore che tu possa ammettere un giorno di aver sbagliato a scrivere tutta la porcheria che è stata pubblicata a nome tuo fino ad ora e di cambiare storia.  Meglio tardi che mai, no?
Cordiali ossequi

Paolo Scanferla - Israel


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