Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 27/06/2010, a pag. 6, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Iran nucleare, sì alle sanzioni ".
Ahmadinejad
Moniti contro la proliferazione nucleare di Nordcorea e Iran, auspicio che l'Afghanistan entro cinque anni possa proteggersi da solo e plauso a Israele per l'allentamento dell’ «insostenibile» blocco economico di Gaza: il summit del G8 si conclude con un vasto accordo sui temi di pace e sicurezza dopo aver disinnescato la mina del dissenso russo sul linguaggio adoperato nei confronti dei nordcoreani.
Già alla cena inaugurale del summit nel resort di Muskoka il presidente russo Dmitri Medvedev aveva sollevato obiezioni ad adoperare termini troppo duri verso Pyongyang. Ieri ha ribadito di avere perplessità sulle conclusioni della commissione indipendente guidata da Seul che ha attribuito a un missile nordcoreano l’affondamento della nave Cheonan nel quale sono morti 46 marinai. Sul fronte opposto a premere per un linguaggio più duro verso la Nordcorea è stato il neopremier giapponese Naoto Kan.
La presidenza canadese del vertice, sostenuta da Barack Obama, ha mediato fra Mosca e Tokio arrivando a varare un testo che «condanna l’attacco alla Cheonan» parlando di una «minaccia alla sicurezza» ma limitandosi a chiedere a Pyongyang di «evitare simili azioni» senza esplicitare - come avrebbe voluto Tokio - concrete misure per punire il regime di Kim Jong Il. La mediazione americano-canadese ha però consentito di avere il pieno assenso di Mosca a un duro monito contro la proliferazione nucleare, tanto da parte della Nordcorea che dell’Iran. «Si tratta di una grave minaccia che incombe sulla nostra generazione come su quelle future» recita il testo. Da qui il «forte sostegno» alla risoluzione 1929 con cui il consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato le nuove sanzioni all’Iran. Il comunicato finale degli Otto chiede a «tutti i Paesi della comunità internazionale» di «applicare totalmente» le sanzioni, definite dal presidente Obama «le più dure mai varate». Durante la seduta di lavoro proprio Obama, assieme al premier canadese Stephen Harper, ha chiesto in tale cornice ai partner dell'Unione Europea di «dare seguito agli impegni presi» limitando al massimo le attività delle loro aziende in Iran.
L’altro protagonista del G8, incentrato sui temi della sicurezza internazionale, è stato il nuovo premier della Gran Bretagna David Cameron che sin dal mattino si era detto a favore di inserire un riferimento alla «possibile exit strategy» dall’Afghanistan, facendo capire che Londra «entro cinque anni» intende iniziare il ritiro delle truppe. Cameron ha trovato consenso fra gli altri leader e il testo finale del comunicato congiunto esprime l'auspicio che «entro cinque anni l’Afghanistan possa garantire la sicurezza grazie alle proprie forze» nella prima chiara indicazione di un limite temporale per l’intervento militare iniziato nel 2001. «A indicare un limite di cinque anni è stato il presidente afghano Karzai nel suo recente discorso di insediamento» ha commentato un alto funzionario americano, al fine di chiarire che «l’accordo è fra tutti» anche perché «il limite di 5 anni è sufficientemente lontano» da evitare tensioni.
Nel documento del G8 è entrato anche il Medio Oriente con il «sostegno ai negoziati indiretti fra israeliani e palestinesi» unito all’auspicio che presto ne seguano di «diretti» mentre riguardo a Gaza i leader definiscono «insostenibile» il blocco economico imposto da Israele, plaudendo alla scelta del governo di Gerusalemme di «ammorbidirlo».
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