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Qualche piccola notizia ad uso di coloro che amano distinguere antisionismo e antisemitismo Cari amici, Della prima, se avete fatto attenzione, potreste essere già al corrente, perché è stata fra l'altro raccontata ieri in una breve di cronaca del "Corriere" citata da IC (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=35323). Nella ridente città di Hannover, capitale della Bassa Sassonia, a non più di 50 km dal vecchio campo di sterminio di Bergen Belsen, un gruppo di deliziosi pargoletti islamici ha pensato bene di esprimere il proprio amore per la Palestina con una allegra sassaiola. Volevano senza dubbio essere vicini ai martiri o martirizzarsi essi stessi, come insegna loro questa bellissima allegra canzoncina diffusa nella televisione palestinese, in tutto il mondo arabo e come ha scritto il giornalista Fawzia Nasir al-Naeem anche in "Gran Bretagna e in Canada" ... e magari anche in Germania (http://www.haaretz.com/news/international/new-hit-song-for-palestinian-children-when-we-die-as-martyrs-1.297731). Ci sarebbe il piccolo particolare che la simpatica sassaiola dei dolci ragazzini immigrati in Germania non è andata a colpire qualche carro armato di Tsahal, ma un saggio di danza della locale comunità ebraica, ferendo fra l'altro un ballerino. Ma in piena Eurabia, chi si preoccupa di queste sofisticate distinzioni? Del resto anche gli eroici pacifisti della flottiglia gridavano "morte agli ebrei", senza badare troppo alla nazionalità... Se pensate che la Germania sia un'eccezione e i teppistelli magrebini di Hannover siano solo poveri e poco istruiti, vi invito a guardare queste due notizie pubblicate dai siti dei più diffusi e certamente coltissimi giornali italiani, il "Corriere" (http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_giugno_25/maxirissa-shalit-roma-1703264503920.shtml) e "Repubblica" (http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/06/25/news/la_manifestazione-5142538/). Vi si parla di una "maxirissa" che sarebbe scoppiata l'altra sera fra "palestinesi e sostenitori di Free Gaza" da un lato e "israeliani che stavano tornando al ghetto" dopo la manifestazione per la liberazione di Gilad Shalit, nel quarto anniversario del suo rapimento. Lasciamo stare le circostanze del tutto casuali del contatto fra i due gruppi, visto che gli estremisti di sinistra e gli immigrati si erano sistemati proprio sul percorso fra il Colosseo e la zona del ghetto, in una notte in cui era stata largamente annunciata la manifestazione per Shalit; del resto venti giorni fa avevano provato a irrompere nella zona ebraica, in una "pacifica" manifestazione loro. E ignoriamo anche l'episodio di Torino in cui al gruppetto dei manifestanti per Shalit i cortesissimi autonomi intervenuti casualmente sul posto avevano offerto delle uova in segno di buona volontà, ma, ignoranti come sono delle buone maniere o sopravvalutando l'abilità nel baseball degli ebrei torinesi, non avevano trovato modo migliore di segnalare le loro buone intenzioni che tirare loro le uova addosso, schiacciandone per esempio una sulla faccia del rabbino Somekh – circostanza non riportata da nessun giornale, "Stampa" in testa, a riprova della prevenzione antiaraba della nostra stampa, che non parla mai delle buone azioni di parte palestinese. Ignoriamo tutto questo. Guardiamo solo quel di cui parlano i giornali, non ciò di cui tacciono. Chi erano i cattivi che non si lasciavano picchiare da ultrasinistri e islamisti? Avete letto bene? "Israeliani". Un plotone dell'esercito arrivato nel nostro paese per invaderlo, come Israele ama fare coi vicini? No, se andate alla didascalia delle immagini del "Corriere" scoprite che erano ritratti momenti degli "scontri, verso mezzanotte, fra giovani sostenitori dei palestinesi e ragazzi ebrei di ritorno dalla cerimonia per Gilad Shalit". Qui erano "ebrei", ma nel titolo "israeliani". Guarda un po', "ebrei" e dunque "israeliani": nessuna distinzione. Anche i redattori del "Corriere" la pensano come i lapidatori di Hannover. In realtà, curiosando un po', si scopre che le colpe così perfettamente parallele del "Corriere" e di "Repubblica" vanno derubricate a omesso controllo (e parecchio omesso, visto che il titolo è rimasto quello almeno al momento in cui vi scrivo, le due di venerdì). Ma la colpa vera è dell'Ansa, l'agenzia che fornisce buona parte delle notizie ai giornali italiani, che aveva descritto la notizia in questi termini in un "lancio" che trovate qui: http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2010/06/25/visualizza_new.html_1846465581.html?idPhoto=2 . Resta il fatto che nei due coltissimi e autorevolissimi giornali italiani nessuno si pone il problema di distinguere ebrei e israeliani. Gli esempi si potrebbero naturalmente moltiplicare, ma non credo che sia importante. Il messaggio è chiaro. Chi si illude di tenere a parte l'ebraismo da Israele e di potersi sottrarre ostentando buona volontà all'ondata montante di odio antisionista E antisemita è un illuso. Come chi nel '39 provò a spiegare a Mussolini di essere un buon italiano patriottico e devoto, ancorché "di religione mosaica". Ugo Volli PS: Sul conto dei files del mio computer sono arrivato alla cartolina numero 500: una bella corrispondenza, direi, anche se piuttosto unilaterale. Grazie a chi mi segue e a chi ogni tanto mi manda delle risposte |
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