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L'irrompere, sulla scena italiana di un personaggio con caratteristiche "forti" come quelle di Craxi è stato, a mio modesto avviso un bene per l'Italia. In primo luogo è stato un bene per il partito socialista, che è stato, sotto la guida di Craxi, capace di conquistare qualche sprazzo di autonomia rispetto alla sudditanza dimostrata fino a quel momento rispetto al partito comunista. Ed è stato anche un bene per la cultura italiana, che, sotto la supervisione di Pillitteri, ha potuto avere qualche lume su quello che avveniva nei regimi dell'est europeo, sottomessi alla dittatura stalinista e post-stalinista. In questo quadro c'è stato l'errore, ovvero l'equiparazione dei palestinesi ai popoli che soffrivano per la dittatura del proletariato... E quindi,oggi, si può ricordare Craxi come un notevole politico sulla scena italiana, ma non lo si può assolvere dagli errori storici commessi , ovvero Sigonella e la liberazione degli assassini di Leon Klinghoffer. In Italia si discute troppo poco di politica estera : lo scorso anno siamo andati alle urne per l'elezione del parlamento europeo senza nemmeno sapere quale fosse la posizione dei vari partiti rispetto all'ingresso o meno della Turchia nell'UE. E tanto meno ci era nota la posizione dei singoli candidati che ci chiedevano la nostra preferenza. Nell'articolo del Corriere che avete riportato è contenuto un nome : Gennaro Acquaviva... vedete, se ricordo bene, questo signore era uno dei "guru" che, negli anni in cui frequentavo l'università, cercavano di indottrinare noi, poveri universitari cattolici (detti fucini) con assurde disquisizioni sul giornale della FUCI. Ora non si può certo pubblicare settimanalmente sul giornale della FUCI se non si è nelle grazie di qualche mosignore (?), o vescovo (?) o cardinale... o mi sbaglio ? I nostri politici dovrebbero essere molto attenti a chi si scelgono come collaboratori... un poco più di laicità non farebbe male allostato italiano. lettera firmata |
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