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Il quotidiano comunista su Gilad Shalit: sempre peggio 25/06/2010

Ho letto le vostre parole a margine delle manifestazioni di oggi, 24 giugno,
organizzate per ottenere la liberazione di Gilad Shalit, da 4 anni tenuto
prigioniero in spregio di TUTTE LE LEGGI INTERNAZIONALI.
Non sarà mica che queste vostre parole sono spiegate dalla vostra vicinanza
ai peggiori schieramenti dell'estrema destra (genere quelli che ruotano
attorno a Claudio Mutti), come vi spiegava pochi giorni or sono la vostra
sostenitrice Cannarutto?
Emanuel Segre Amar

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ll trafiletto apparso sul vostro giornale (che ho smesso di leggere da quando
la signora Rossanda definì "gente che si dice ebrea" i ragazzi del ghetto di
Roma accorsi, allora come qualche settimana fa, a difendere il cuore della
memoria ebraica dall'assalto degli sgherri antisemiti di sinistra sodali del
loro predecessore fascista Stefano delle Chiaie) in merito all'iniziativa per
la liberazione di Ghilad Shalit è, come qualcuno ha scritto, ributtante.
Il vostro paragone è indegno, inveritiero, disonesto e, soprattutto alla fine,
antisemita.

Gli undicimila detenuti palestinesi hanno commesso reati, alcuni gravissimi.
Altri addirittura mostruosi, come l'orazione di Marwan Barghuti all'indomani
della strage, da lui ideata, ispirata e preparata, nella quale perì anche
un'intera famiglia di sopravvissuti alla shoah. "Lode ai martiri che hanno
punito Israele". Questa fu l'orazione di Marwan Barghuti quel giorno. Dopo che
il lavoro di Hitler era stato ancora una volta accresciuto e salutato con
soddisfazione. Il ragazzo Ghilad Shalit, pur indossando la divisa di un
esercito, non ha ucciso e non si stava preparando a uccidere nessuno,
tantomeno
civili, tantomeno superstiti di un olocausto.

E certo il perdono, la riconciliazione e, magari, un futuro di pace, non
dipendono da gente come voi, i cui paragoni, ripeto, sono ributtanti e, alla
fine, antisemiti con quelle riprovevoli allusioni alla vita di un israeliano
che "varrebbe più di quella di undicimila dannati della terra".
Marthin Luther King sarebbe disgustato dalle vostre parole. Negli anni
Sessanta egli ebbe modo di esprimere chiaramente che cosa pensasse del vostro
linguaggio e della vostra ideologia chiaramente antisemita.
Gli undicimila palestinesi detenuti nelle carceri israeliani certo non vivono
nel paradiso in cui i loro capi necrofili e hitleriani promettevano sarebbero
giunti ad abbeverarsi del sangue degli ebrei e a inebriarsi della bellezza
delle vergini di Odino. Ma essi sono stati processati, ad essi non sono
impediti i contatti con i loro familiari o la visita di organismi umanitari
(che a voi piacciono tanto forse solo quando convogliano anche spranghe,
coltelli e bombe per buttare a mare gli ebrei o almeno invitarli a tornare ad
Auschwitz, come gli attivisti della flottiglia hanno fatto);  l'applicazione
delle convenzioni internazionali non è stata e non è ignorata nel tempo, sia
pure infelice della loro detenzione.
Quindi abbiate almeno il coraggio di ammettere quello che Marthin Luther king,
nel suo meraviglioso e limpido discorso di quarant'anni fa sul sionismo e
sull'antisionismo vi invitava ad ammettere di essere: antisemiti!
Possa ogni persona di coscienza, che abbia letto e che legga - anche dietro
diffusione- il vergognoso trafiletto scritto sul vostro giornale, vedervi per
quello che siete e smettere di leggere la vostra orribile propaganda, che oggi
più che mai, offende la memoria di chiunque, ebreo o non ebreo.
Io personalmente avverto dei sentimenti che neanche trovo modo di esprimere,
perché l'indignazione, lo stupore per quanto avete il coraggio e la barbarie
di scrivere, non basterebbero a definirli.
Lea Rosenholtz


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