Che Giorgio Israel e Ugo Volli vorrebbero le crociate contro gli ultra-ortodossi e' cosa nota. Ma e' bene che lo sappiano anche i lettori di informazione corretta.
Gia' ho spiegato in una mia lettera pubblicata su informazionecorretta (Laici e ultra-ortodossi: botta e risposta) come la recente disputa della scuola di Immanuel non e' una questione di razzismo contro i sefarditi ma di una questione di liberta' religiosa (la Corte Suprema americana darebbe ragione ai charedim). Evidentemente Israel non l'ha letta.
In secondo luogo e' interessante che una paio di annetti fa gli ebrei nazional religiosi (ortodossi ma non ultraortodossi) che costitusicono una percentuale ben piu' numerosa degli ultra-ortodossi hanno addirittura rifiutato di rispettare gli ordini dell'esercito pur di non co-operare con la cessione di Gush Katif agli arabi in quanto contraria con i propri principi religiosi. E le dimostrazioni si sono ripetute per mesi e sono state (contrariamente a quella recente dei charedim) anche violente. Non mi sembra che nessuno abbia parlato di secessione in questo caso molto piu' eclatante.
In entrambi i casi non si tratta di autonomia rispetto allo stato, ma di una chiara e legittima presa di posizione a difesa del fatto che per ortodossi e ultraortodossi (che insieme costituiscono una consistente porzione della popolazione israeliana: 30-40%?) lo stato d'Israele (stato ebraico dalla sua nascita) non ha diritto di prevalere sulla Tora'. Una manifestazione pacifica e' una forma molto democratica di dissenso. Non e' poi assolutamente vero che i charedim non riconoscono lo stato d'Israele, ma rivendicano solo il diretto di esserne parte facendo fede a se stessi. Presentarli come una minoranza antisionista e' completamente errato.
Infine, si additano motivazioni economiche completamente pretestuose. Il contributo degli ultra-ortodossi alla societa' Israeliana e' evidente. Innanzitutto i livelli di occupazione dei charedim sono molto piu' elevati di quello che si pensi. E come in ogni stato moderno le entrate dello stato dipendono oltre che alle tasse sui consumi (e i charedim consumano come tutti gli altri) dalle tasse sul reddito dei l 10% dei cittadini piu' ricchi e i charedim hanno la medesima percentuale di ricchi come tutte le altre componenti. Inoltre il 9% degli ultraortodossi fanno il 20% del volontariato. Esistono interi ospedali gestiti da ultraortodossi (per esempio Bikiur Cholim a Gerusalemme) dove curerebbero molto volentieri sia Volli che Israel se ne avessere bisogno (auguro loro molta salute). Vi sono yeshivot (accademie talmudiche) che non accettano contributi governativi e sono sponsorizzate da capitali israeliani ed esteri costituendo un influsso positivo di capitali. E la scuola in questione e' una scuola femminile dove (come in tutte le altre) si insegnano professioni quali computer, grafica, contabilita', management ecc.
Inoltre credo che gli stessi Volli e Israel siano professori univeristari. Qualcuno dice che vivono alle spalle dello Stato? Godono di privilegi economici assieme ai professori di latino, filosofia, lettere, storia medievale, musica, archeologia e matematica attivita' non certo direttamente produttive.
E comunque sia non mi sembra che l'economia Israeliana sia sull'orlo del baratro ed e' anzi una tra le piu' fiorenti del mondo. Lo so che voi mi riderete in faccia, ma nella Tora' e' scritto che la benedizione del paese e' correlata con lo studio della Tora'. Se si facesse un analisi econometrica sullo sviluppo delle yeshivot in Israele e lo sviluppo economico si troverebbe una correlazione positiva. Ma Volli e Israel negherebbero l'evidenza!
Mi fermo qui
Cordiali saluti da Geruslamme
Rudy Wagner
Nella nostra precedente risposta abbiamo già detto quanto pensiamo sull'argomento. le diciamo soltanto il nostro stupore nel vedere correlato lo sviluppo economico israeliano con l'apporto degli ultraortodossi. Non comment !
IC redazione