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Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.06.2010 Una vecchia storia, un nuovo finale. Rabbi Ed Feinstein all'AIPAC
Un grande sermone, un forte discorso politico

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 giugno 2010
Pagina: 1
Autore: La redazione
Titolo: «Una vecchia storia, un nuovo finale»

Può il sermone di un rabbino avere la forza di un intervento storico-politico ? Ascoltate l'intervento, forte e appassionato, di Rav Ed Feinstein al microfono dell'AIPAC, è un appello a prendere in mano il proprio destino, meglio non si poteva dire. Pubblichiamo l’intervento del rabbino Ed Feinstein alla Conferenza Politica di AIPAC nel maggio 2010.
Per vedere il video, cliccare su questo link

http://www.fliqz.com/aspx/permalinkblank.aspx?vid=fb2d2ba3ec2748f08fa80690e394654c

Consigliamo a chi non fosse in grado di seguire il testo parlato in inglese
 di leggerne la traduzione in Italiano

Una vecchia storia, un nuovo finale
 Rabbi Ed Feinstein
Conferenza Politica, AIPAC, 2010
 

Nel 1903, il gruppo sionista di Odessa, ha inviato il giovane scrittore Chaim Nachman Bialik a Kishenev, per testimoniare e raccontare il primo pogrom del XX° secolo. È stata una brutale distruzione di una comunità ebraica vitale, motivata dalla medioevale calunnia del sangue. Un giovane ragazzo cristiano è stato trovato ucciso e si scoprì in seguito che era stato lo zio. Ma la stampa antisemita della città aveva eccitato la folla, che attaccè gli ebrei e distrusse la comunità.
Bialik fu  sconvolto da quello che vide -  e che potrebbe accadere di nuovo nel ventesimo secolo, un secolo di scienza, di tecnologia e di progresso. Ha scritto un grande poema epico, La città del Massacro. La sua poesia si apre con la descrizione della distruzione brutale della comunità - come un martirologio medievale, con gli ebrei ammazati a fil di spada. Si inizia con la distruzione di sinagoghe e anziani, lo stupro e la violenza alle donne. Poi Bialik si guarda intorno e incomincia a riflettere.
Pone una domanda difficile, brutale - Le donne sono state attaccate e violentate, sporcate e stuprate ... ma dove erano gli uomini?  Gli uomini del ghetto di Kishenev? Si erano nascosti, erano  fuggiti. Si erano riparati nella loro debolezza, pregando per essere salvati. Che tipo di persone siamo diventati, si chiede Bialik, se non possiamo difendere la nostra gente? Se un uomo non si alza a proteggere la moglie e la figlia, la  madre e la sorella, che tipo di esseri umani siamo diventati in esilio ? Dov'è la dignità del popolo ebraico? Dov'è la forza, il coraggio, la volontà, l'anima di questo popolo? Bialik racconta una storia passata, ma pretende un nuovo finale. Questo è il sionismo - è la vecchia storia, con una  nuova fine.


Pogrom, insurrezione, ghetto, omicidio, stupro, decimazione, distruzione ... Dayenu, basta. E 'il momento di una nuova storia - una storia di forza, determinazione, coraggio e spirito.

Nel 1941 e 1942, e 1943, il più grande rabbino in America, il grande Stephen S. Wise, la voce stessa della giustizia, è venuto in questa città per incontrarsi con il suo amico, il presidente Franklin Delano Roosevelt, per chiedergli un aiuto per  la protezione e il salvataggio degli ebrei in Europa. E se ne andò a casa con tutte le garanzie del Presidente che ogni possibile misura veniva presa per salvare gli ebrei europei. Dayenu, ... una vecchia storia -  chiediamo un nuovo finale.
Nel 1943, un gruppo di 400 rabbini, inclusi i leader dei gruppi ebraici più religiosi in questo paese, è venuto in questa città. Hanno camminato della stazione ferroviaria al Campidoglio e poi alla Casa Bianca. Il Presidente non li ha ricevuti. Allora si sonno incontrati con i membri del Congresso,  con il Vice Presidente, il quale ha assicurato che ogni possibile misura sarebbe stata adottata per salvare e proteggere i rifugiati d'Europa. Dayenu, ... la stessa storia - chiediamo un nuovo finale.

Alcuni anni fa durante un viaggio in Israele, sono andato al museo di Yad Vashem. E 'una forte esperienza. In tutto il museo ci sono grandi schermi video che mostrano i volti dei sopravvissuti che raccontano le loro storie, ciò che il museo fa vedere è certificato dai testimoni oculari di chi c'era. Mi sono seduto a guardare una storia particolarmente avvincente. Seduta accanto a me c'era una giovane soldatessa, un ufficiale della Air Force israeliana. Ogni classe della scuola ufficiali  trascorre una giornata di formazione a Yad Vashem, per sapere cosa dovranno poi difendere.
 Mentre ascoltavamo questa testimonianza, quella donna bella e giovane si mise a piangere. Così ho tirato fuori un fazzoletto dalla tasca della giacca e gliel’ho porto , chiedendo : "At b'seder? Stai bene? "
"Sì", rispose lei, "Sono ok." mi ha guardato attraverso gli occhi pieni di lacrime e ha detto: "Questo è il mio nonno. Questa è la sua storia. Ho seguito tutti gli avvenimenti, come hanno catturato la sua famiglia e ucciso i suoi genitori,  le sue sorelle che sarebbero state le mie zie. Questa è la storia di mio nonno - come è stato rinchiuso in un vagone, come l'hanno portato come un animale in un campo della morte. Questa è la storia di mio nonno - come ha eluso la morte giorno dopo giorno, e finalmente fu liberato dai campi ed è venuto qui per iniziare una nuova  famiglia. Questa è la storia di mio nonno, " mi ha detto. 

Le dissi, " Ken, oto sipur, aval ha-sof acher, è la stessa storia, ma il finale è diverso."
“Ma zeh acher? Come è diverso? "Ha chiesto.
"At,  chayelet, katzina, b'hayl avir shel medina yehudit – sei un soldato, un ufficiale delle Forze aeree della Forza di Difesa di Israele, proteggi il nuovo nato Stato ebraico. Tu sei la differenza. "

E 'la stessa storia. Ma ora, finalmente, ha un finale diverso.

Così, quando ci raduniamo intorno al tavolo del Seder, ci raccontiamo una storia antica. Bchal dor va’dor omdim alaynu l’chalotaynu, in ogni generazione qualcuno insorge contro di noi: il Faraone, Nebuchadnezer, Haman, Titus, Chelmnitzky, Hitler, Himmler, Goebbels, Goering, Heidrich, Eichman. E ora Ahmadinejad. Un altro pazzo che vuole cancellarci dalla terra. Un uomo terribilmente demoniaco, dotato di armi potenti che crede parlare nel nome di Dio. Ma noi diciamo, questa volta no. Dayenu, basta, la storia avrà una fine diversa.

 E il mondo? Sappiamo quello che il mondo sta per fare. Il mondo farà sempre la stessa cosa. Convoca riunioni, conferenze, dibattiti, per poi produrre di una risposta inadeguata. Ci dicono : le sue minacce sono solo retoriche, atteggiamenti, spacconate politiche. Non lo prendete in parola. Oppure  dicono con studiato distacco: "Un'arma nucleare nelle mani dell'Iran può potenzialmente avere un effetto destabilizzante sugli equilibri del Medio Oriente che possono richiedere misure di contenimento".

Ci diranno questo e poi andranno a  dormire. Profondamente. Pacificamente. Tranquillamente. Nei loro letti.  Ma noi ci alzeremo nel cuore della notte e diremo:  Dayenu, basta.

Non possiamo dormire la notte perché Ahmadinejab avrà presto una bomba. Lui, che uccide il suo popolo per restare al potere. Non possiamo dormire la notte perché prendiamo sul serio le sue parole. Queste parole sono tatuate sul braccio di mio padre. Non possiamo dormire la notte con questo uomo sulla terra.

Ecco quindi il nostro impegno, dalla città santa di Washington: Se non riusciamo a dormire la notte,  neanche loro ci riusciranno.

Se l'incubo di Ahmadinejab e la sua bomba nucleare ci tiene svegli la notte, il Segretario di Stato Clinton sarà sveglio la notte con noi.
Se i missili di Hamas svegliano i bambini di Sderot di notte, allora il Segretario Gates sta per essere svegliato purre lui.

Se una madre di Gerusalemme o di Tel Aviv non riesce a dormire perché il suo ragazzo, suo figlio o sua figlia, pattugliano il confine settentrionale dove ci sono i criminali Hezbollah, allora il Generale Jones non andrà a dormire la notte neanche lui.

Dobbiamo dichiarare con una sola voce, tutti noi, che se un pazzo assassino con un'arma di distruzione di massa ruba i sogni dei nostri figli, la pace dei nostri figli, il futuro dei nostri figli, allora il Presidente degli Stati Uniti deve percorrere in su e in giù i saloni della Casa Bianca con noi, che non possiamo dormire la notte.
Io sono rabbino in una grande congregazione, ho abbastanza tzuris, grazie. Ma AIPAC è la mia causa perché questa è la sveglia. Voi ed io abbiamo un potere singolare,  che ci è stato dato dalla storia americana, ebraica e del mondo, di fornire un campanello d'allarme per le persone più potenti del pianeta. Di svegliarsi e sapere che la nostra gente soffre, che si preoccupino, che si alzino. Noi siamo questa sveglia, si chiama AIPAC.

E c'è un'altra ragione per cui l'AIPAC è la mia causa: Un anno fa, se qualcuno si definiva un "tea-bagger", è perché gli piaceva Lipton o Wissotsky. Un anno e mezzo fa, Lehman Brothers è stata una grande banca potente con un sacco di miei soldi. Il 10 Settembre, 2001, nessuno aveva mai sentito parlare di Al Queda, o Osama Bin Laden, o il terrorismo islamico estremista, non si sapeva la differenza tra sciiti e sunniti. La crisi che minacciano lo Stato di Israele non erano ancora avvenute, non ne sapevamo ancora nulla. Non sapevamo da dove sarebbero arrivate. E quando il momento verrà - perchè verrà - non avremo il tempo per contrattaccare. Non eravamo pronti nel 1939. Non eravamo pronti nel 1948. Non eravamo pronti nel 1973. Ma siamo pronti adesso. Siamo AIPAC.

Avete il potere singolare di disturbare il sonno dei leader più potenti d'America. Avete il potere singolare di disturbare il sonno dei leader di tutto il mondo. Avete il potere singolare di svegliarli e fargli sapere quello a cui teniamo di più, cosa ci importa,  cosa ci preoccupa. E se avete dei dubbi, sedete al tavolo del Seder e guardate quelli che amate di più, e dite, insieme con gli ebrei di tutto il mondo, e con i nostri amici cristiani, Dayenu. È per loro, per il loro futuro, per la loro vita, per i loro sogni, per le loro speranze, per il mondo che vogliamo dargli. Dayenu. Basta !
Ecco perché siamo in AIPAC.
A cura di Danielle Elinor Guez, Angelo Pezzana


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