Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/06/2010, a pag. 17, l'articolo di Alessandra Farkas dal titolo " La Corte suprema Usa vieta ogni assistenza civile ai terroristi ". Un articolo molto importante perchè indica chiaramente quali comportamenti devono si devono tenere nei confronti dei sospettati di terrorismo. Un ottimo deterrente.


Alessandra Farkas Corte Suprema Usa
NEW YORK— Fornire consigli legali, training o assistenza a organizzazioni straniere designate come terroristiche dal dipartimento di Stato rimane un crimine negli Stati Uniti, punibile con il carcere (fino a 15 anni). Con questa decisione, presa con 6 voti a favore e 3 contrari, la Corte Suprema ha confermato ieri la legge varata nel 1996 e rafforzata col Patriot Act di George W. Bush, che nel dopo 11 settembre è stata usata 150 volte e ha prodotto 75 condanne.
E’ stato il primo test ufficiale sull’annoso braccio di ferro tra lotta del governo al terrorismo e libertà di espressione dei cittadini a finire di fronte ai 9magistrati del massimo tribunale Usa nell’America post-Osama Bin Laden. A sfidare l'amministrazione Obama era l'Humanitarian Law Project di Los Angeles, un gruppo umanitario che ha fornito consigli legali al Partito dei Lavoratori del Kurdistan e alle Tigri Tamil dello Sri Lanka (entrambi nella lista nera Usa). La sua tesi: la libertà di espressione sancita dal primo emendamento della costituzione lo protegge da misure punitive, soprattutto giacché il suo sostegno riguardava attività legali e pacifiche. Di ben altro avviso il presidente della Corte John Roberts secondo cui, anche se a fin di bene, tale appoggio può in futuro aiutare i gruppi terroristici in altri modi. «Questo sostegno libera risorse all’interno dell’organizzazione che possono essere destinate a fini violenti», ha affermato Roberts nel parere della maggioranza. Contro la sentenza, giudicata una vittoria per l’amministrazione Obama, si sono espressi soltanto i giudici Stephen Breyer, Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor, nominata l'anno scorso proprio da Obama. «La maggioranza della Corte Suprema», hanno sostenuto, «priva, di fatto, gli individui in questione della protezione sancita dal primo emendamento della nostra costituzione».
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