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Libero Rassegna Stampa
20.06.2010 Iran: in attesa della bomba, fatwa sui cani
L'articolo di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 20 giugno 2010
Pagina: 20
Autore: Carlo Panella
Titolo: «Fatwa iraniana sui cani 'Usanza occidentale che rovina le donne'»

Non è una notizia da pesce d'aprile, è vera, e arriva dalla Repubblica dei mullah iraniani. La raccontano diversi giornali, la REPUBBLICA ha l'apertura dell'articolo in prima pagina. La riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/06/2010, a pag.20, con il pezzo di Carlo Panella dal titolo " Fatwa iraniana sui cani 'Usanza occidentale che rovina le donne'  ".

 
Anche loro colpiti da fatwa

Nell’Iran delle forche che continuano a macinare vite (80 le esecuzioni capitali da inizio anno) un dibattito che in Occidente appare surreale oppone il presidente Ahmadinejad ad alcuni parlamentari, mentre un ayatollah non trova di meglio che emettere una fatwa contro i cani. Il fatto può apparire sorprendente, ma in questa diatriba Ahamdinejad fa la parte del progressista, mentre i fondamentalisti appoggiano l’azione della polizia dei costumi che - come ogni anno tra primavera e estate - passa a setaccio le strade per perseguitare le donne non perfettamente vestite secondo i dettami coranici (punite con giorni di carcere) e per fermare le coppie per strada per chiedere se hanno o meno gradi di parentela (in caso negativo, scatta l’arresto). RASTRELLAMENTI
Impressionanti le statistiche di questa campagna: 71 donne si sono viste rifiutare il permesso di prendere l'aereo in meno di tre mesi perché giudicate vestite impropriamente. Il capo della polizia per gli aeroporti, Nabiollah Heidari, ha detto che gli incartamenti relativi a questi casi, sono stati trasmessi alla magistratura per le sentenze di sua competenza. Altre 87mila donne “malvelate” hanno ricevuto un avvertimento, mentre 3.500 hanno dovuto firmare un impegno scritto a vestirsi in futuro in modo più rispettoso della morale islamica. Nel corso di una intervista televisiva Ahmadinejad ha criticato queste attività repressive: «Sono fermamente contrario a simili azioni,è impossibile che esse abbiano successo nel cambiare il comportamento della gente. Il governo non è legato a questo genere di azioni. Consideriamo un insulto chiedere ad un uomo e ad una donna in strada se abbiano legami. Nessuno ha il diritto di porre questo genere di domande. È impensabile che tali azioni diano risultati».
LEVATA DI SCUDI
Immediata la levata di scudi da parte dei fondamentalisti che lo hanno attaccato in Parlamento, tanto che Mohammad Taqi Rahbar, il capo dei deputati appartenenti al clero sciita, ha iniziato una raccolta di firme per una mozione di censura nei confronti di Ahmadinejad (che peraltro era già stato sconfitto nel 2006 quando aveva tentato di far revocare il divieto alle donne di entrare negli stadi). Indicativa della demenziale sessuofobia che impera nel paese è stata la testimonianza della deputata conservatrice Taiyebeh Safai, che, per difendere la piena ortodossia islamica di Ahmadinejad, ha raccontato un episodio raccapricciante, ma sommamente edificante in senso islamico: «Una volta ero in auto con il presidente. Lui era davanti con l’autista, io dietro con sua moglie. A un certo punto Ahmadinejad ha girato lo specchietto retrovisore, ammonendo l’autista che non poteva usarlo quando sui sedili posteriori erano sedute delle donne, per evitare di guardarle ».
MODE SGRADITE
Eloquente prova di come l’essenza stessa della Repubblica Islamica sia una sessuofobia spinta oltre ogni immaginazione, che ha lo scopo esplicito di schiavizzare tutte le donne, relegandole ad un ruolo sociale peggio che subalterno (si pensi che nei tribunali iraniani per contrastare la testimonianza di un uomo occorrono almeno due testimonianze di donne). Persino la recente fatwa di un Grande ayatollah contro i cani è motivata da questa isteria carceraria nei confronti delle donne. Il quotidiano conservatore iraniano Javan ha infatti chiesto al Grande ayatollah Nasser Makarem- Shirazi cosa pensi del fatto che, soprattutto nei quartieri benestanti delle grandi città iraniane, si vedono sempre più cani portati a spasso. spesso da donne o ragazze, nonostante la polizia, nelle sue periodiche campagne per il rispetto della morale islamica, abbia fatto ricorso in passato a multe e sequestri degli animali per cercare di arrestare il fenomeno. Shirazi ha risposto con una fatwà in cui condanna le donne che portano a spasso i cani, con queste barbariche e farneticanti motivazioni: «Non c’è dubbio che il cane sia un animale immondo e il rapporto amichevole con i cani è una cieca imitazione delle mode degli occidentali, che amano più i propri cani che le mogli e i bambini». 

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