Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
" Gli ebrei farebbero bene a riflettere, me che diamine ! "
Stefania Craxi
Cari amici, sapete che cosa hanno in comune Stefania Craxi e Olaf Nielsen? Vi sento già rispondere: Olaf chi? Ma sì, Olaf Nielsen di Odensee in Danimartca, una persona importante, il direttore, o preside che sia, della scuola del quartiere di Vollsmose di Odensee, Danimarca. Già questo è un aspetto comune, dunque: La Craxi come tutti sanno è a sua volta una VIP: erede spirituale del papà Bettino e in questo momento sottosegretario agli esteri del governo Berlusconi; entrambi sono importanti, dunque, e inoltre entrambi sono saliti agli onori delle cronache negli ultimi giorni. Ma non basta. Vi dò qualche indizio in più. Stefania Craxi è stata citata per una sua cortesissima risposta alle proteste israeliane per il mancato invito di una delegazione ministeriale al Forum dei paesi del Mediterraneo, di cui Israele fa parte, che si svolgerà presto a Milano. Ve la cito tutta perché è imperdibile:
«Non c`è nessuna intenzione di boicottare. Stiamo parlando del nulla. Respingo le accuse al mittente, la protesta non esiste né nel tono, né nei motivi. Non è vero che Israele non è stato invitato. C`è già una delegazione d`istituzioni economiche: stiamo solo decidendo se può esserci anche un ministro. È l`impasse di questo tipo di riunioni. Gli israeliani prendano atto che i ministri arabi non vogliono sedersi con loro e magari vi riflettano sopra. Noi cerchiamo di smussare gli angoli. Saremo inclusivi il più possibile. La polemica nei nostri confronti è totalmente ridicola, infondata e controproducente. Al governo italiano, gli israeliani devono solo dire grazie. È Pierino che grida sempre al lupo. Attenti, perché poi quando il lupo arriva davvero...» (http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=47551265)
E Nielsen? Ha suscitato molta attenzione, diciamo così, nella stampa danese dichiarando che se un genitore ebreo gli chiedesse l'iscrizione di un figlio alla sua scuola, chiederebbe loro se davvero vogliono iscrivere il figlio "La scuola di Vollsmose è pubblica, e chiunque ha il diritto di iscriversi." Ma il bravo direttore consiglierebbe i genitori di trovarsi un'altra scuola. Il trenta per cento dei bambini ha origini palestinesi, qui e il direttore teme che i bambini ebrei potrebbero avere seri problemi in mezzo a tanti arabi. (http://islamineurope.blogspot.com/2009/01/odense-strained-relations-between.html)
Adesso probabilmente capite cosa hanno in comune Stefania Craxi e Olaf Nielsen. A me sembra che appartengano entrambi alla serie "non sono io che ti discrimino, sei tu che sei ebreo". I ministri israeliani non invitati, per la nostra esimia sottosegretaria, "farebbero bene a riflettere sul perché i ministri arabi non vogliono sedersi accanto a loro", i bambini ebrei danesi per il loro futuro non-preside "rischierebbero di avere dei guai", se vi ricordate anche gli atleti israeliani ai giochi del Mediterraneo, qualche mese fa, "non erano bene accetti" dagli altri paesi. E' un problema, come dire, di popolarità: Craxi, Nielsen, anche Mario Pescante che come presidente del comitato olimpico organizzò i giochi di Pescara non c'entrano. Prendono atto della realtà e la rispettano. Non decidono loro, vedono che esiste l'ostracismo e non possono farci niente. Danno solo buoni consigli. Se qualcuno è tagliato fuori "farebbe bene a riflettere" sulle sue responsabilità.
Sarò un po' eccessivo, ma sapete che domanda fanno venire in mente a me queste storie? Eccola: Chissà se la pensavano così anche tutti quei signori per bene che per esempio a Monaco di Baviera (10 chilometri da Dachau) o a Weimar (5 km da Buchenwald) o a Trieste (0 chilometri da una fabbrica chiamata Risiera) vedevano sparire certi loro vicini "impopolari" e certe volte erano costretti, poverini, a respirare dello strano fumo puzzolente. E pensare che il re di Danimarca, nel '43, per evitare ai suoi concittadini questi sgradevoli effetti olfattivi dell'impopolarità, convocò il generale che comandava le truppe tedesche occupanti della Danimarca e minacciò di cucire anche lui sul suo abito quella stella gialla che era il simbolo scelto dai tedeschi per dire agli ebrei che "avrebbero fatto bene a riflettere"... Cosa volete, i tempi cambiano
Ugo Volli