Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/06/2010, a pag. 18, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " Gerusalemme protesta: L’Italia non ci invita al Forum Mediterraneo ".

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Stefania Craxi, caricatura di Yasser Arafat
Ecco come Stefania Craxi si difende dalle accuse di boicottaggio rivoltele dai quotidiani israeliani : " Non c'è nessuna intenzione di boicottare. Stiamo parlando del nulla. Respingo le accuse al mittente, la protesta non esiste né nel tono, né nei motivi. Non è vero che Israele non è stato invitato. C'è già una delegazione d'istituzioni economiche: stiamo solo decidendo se può esserci anche un ministro. È l'impasse di questo tipo di riunioni. Gli israeliani prendano atto che i ministri arabi non vogliono sedersi con loro e magari vi riflettano sopra.". Craxi sta ancora valutando se sia il caso di invitare un ministro israeliano in base alle volontà dei ministri dei Paesi arabi. I ministri arabi, a priori, hanno diritto di esserci e di porre condizioni, quello israeliano no, perchè la sua presenza infastidirebbe gli altri.
La cosa non stupisce tanto, vista la fonte. E' evidente che Stefania Craxi ha ereditato le inclinazioni filo arabe del padre il quale ha sempre sposato la 'causa palestinese' e aveva invitato anche Arafat in Parlamento, permettendogli di parlare armato.
Craxi consiglia ad Israele di vergognarsi per questa polemica, ma l'unica che dovrebbe vergognarsi è proprio lei, che tenta di nascondere il suo pregiudizio con queste parole : " È l'impasse di questo tipo di riunioni ".
Ecco l'articolo:
GERUSALEMME — Non si sono mai amati. Ma non s'erano ancora detestati. Finora, almeno: i Craxi sulla poltrona di viceministro degli Esteri, prima Bobo con Prodi e poi Stefania con Berlusconi, a Gerusalemme sono sempre stati degli osservati speciali. Per la storia di quel nome, che nella Palestina di Arafat ha significato molto. Ieri, prima volta, dagli israeliani è partito un siluro. Diretto.
Al Forum dei Paesi del Mediterraneo, in programma a Milano, e a chi lo sta organizzando: «Il boicottaggio contro Israele si sta espandendo — ha scritto Yedioth Ahronot, il quotidiano più diffuso —. E comincia a influenzare anche Paesi considerati amici...». Nel mirino c'è l'amico Berlusconi: «Esponenti del governo italiano hanno ceduto alle pressioni dei Paesi arabi e deciso di non invitare Israele alla conferenza, in luglio, nonostante Israele sia membro di questo forum. La decisione ha fatto profondamente infuriare gli israeliani, che stanno facendo pressioni sull'Italia perché torni sulla sua strana decisione...». Segue (triplo) nome e cognome del sottosegretario italiano che ha sponsorizzato l'evento e avrebbe voluto l'esclusione: Stefania Gabriella Anastasia Craxi.
Già un mese fa su Ma'ariv, nonostante il voto regolarmente favorevole dell'Italia in ogni sessione internazionale, da Durban 2 alla commissione Goldstone, era uscito un singolare altolà agli italiani: «Stiamo perdendo i nostri migliori amici in Europa?». Stavolta, a irritare è che il no italiano venga dopo le polemiche sulla nave turca: «Fino a oggi — conferma Yigal Palmor, portavoce del ministro degli Esteri —, a Roma hanno saputo fare le giuste distinzioni. Speriamo continui così, perché casi come Milano si sa dove iniziano, ma non dove finiscono».
Parole che non piacciono alla Craxi: «Non c'è nessuna intenzione di boicottare. Stiamo parlando del nulla. Respingo le accuse al mittente, la protesta non esiste né nel tono, né nei motivi. Non è vero che Israele non è stato invitato. C'è già una delegazione d'istituzioni economiche: stiamo solo decidendo se può esserci anche un ministro. È l'impasse di questo tipo di riunioni. Gli israeliani prendano atto che i ministri arabi non vogliono sedersi con loro e magari vi riflettano sopra. Noi cerchiamo di smussare gli angoli. Saremo inclusivi il più possibile. La polemica nei nostri confronti è totalmente ridicola, infondata e controproducente. Al governo italiano, gli israeliani devono solo dire grazie. È Pierino che grida sempre al lupo. Attenti, perché poi quando il lupo arriva davvero...». E se fosse davvero un segnale personale? Il sottosegretario non si sottrae alla domanda: «Se è così, si vergognino. Ho appena parlato con Dan Ayalon, il viceministro. Un colloquio franco e cortese». Ieri sera, il ministro degli Esteri israeliano ha emesso un comunicato sulle telefonate di Ayalon. A un certo punto, si cita quella col «sottosegretario italiano agli Esteri, Bettino Craxi»: un lapsus, probabilmente.
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