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Ugo Volli
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Le debolezze degli eroi e la dissimulazione islamica 15/06/2010

Le debolezze degli eroi e la dissimulazione islamica

Cari amici, credetemi, ve lo dico a malincuore, ma mi sono accorto che non basta essere islamici e neppure islamisti per essere perfetti. Che sorpresa! Che delusione! Quasi quasi sento che il mondo mi crolla addosso. Voi siete amici, vorrete consolarmi, smentire; ma credetemi, è proprio così. Ci sono anche gli islamisti non dirò stupidi, ma un po' leggerini, o al contrario, troppo perfetti per questo mondo.

Abbiate pazienza, ascoltate la mia storia e poi decidete. Dovete sapere che Mohamed Beltagy è un deputato egiziano di quelli giusti, cioè della minoranza cui l'oppressiva legge del faraone Mubarak limita il gruppo parlamentare della Fratellanza Islamica, come dire la mamma di Hamas (e di Tariq Ramadan, ma questa è un'altra storia). Il buon Mohamed dunque non è solo un islamico, ma anche un islamista, un dirigente politico del movimento di islamizzazione della società egiziana e del mondo. Ma non basta, è anche un eroe. Infatti è stato così conseguente da prendere il mare con la mitica flottiglia che cercava di rompere il blocco sionista di Gaza. Non solo, ha fatto anche in modo da essere sulla Mavi Marmara, la nave che non portava "soccorsi umanitari" ma solo bravi combattenti da rissa di osteria. E qui viene il problema. Infatti, in un'intervista alla trasmissione "Dieci di notte" nel canale egiziano "Sogno" (naturalmente sono traduzioni di titoli arabi), il nostro eroico Mohamed si è vantato di aver preso parte agli scontri in cui tre militari israeliani sono stati sopraffatti e privati delle armi.

Sotto sotto tutti lo invidiano, questo è chiaro. Un eroico combattente, vicino al martirio! Ma c'era bisogno di dirlo? Sul giornale Rosaljusef, il famoso commentatore Abdullah Kamal ha duramente criticato l'intervista di Beltagy, qualificandolo come un "regalo alle pubbliche relazioni di Israele" (http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3902389,00.html). E in effetti le parole dell'eroico parlamentare confermano gli indegni filmati che l'entità sionista ha messo in giro nelle scorse due settimane, senza peraltro ottenere molta attenzione dalla stampa euraraba. Ma se lo dice un combattente islamico, le cose sono diverse! E qui si pone un delicato problema etico-politico, già apparso con la pubblicazione su un giornale turco delle foto dei militari israeliani accoltellati e delle armi con cui erano stati feriti, giustamente censurate della parte sanguinosa dall'agenzia Reuters, questo modello del giornalismo prudente di cui Eurabia ha bisogno.

Bisogna premettere che naturalmente mentire per la fede e per danneggiare i nemici del profeta nell'islam non solo è consentito ma è una grande virtù (che ha un santo nome, la taqiyya, ve ne ho già parlato altre volte). Ma si può impedire ai combattenti islamici di far vanto della loro giusta gloria nella guerra santa solo per danneggiare gli infedeli? Questo non è un mestiere da servi, adatto ai giornalisti eurarabi e non agli autentici eroi? Io non sono un ulema o un ayatollah, forse bisognerebbe chiedere a Khamenei o a Bin Laden, il profeta li abbia in gloria. Ma ecco, tendo a pensare al nostro eroe come un po' leggero, superiore alle miserie di questo mondo. Pensate, un gigantesco sforzo di relazioni pubbliche per far credere che i responsabili della rissa fossero i sionisti, tutti i membri dell'equipaggio che applicano il motto islamico di negare anche l'evidenza, i giornalisti amici che ce la mettono tutti e poi questo viene fuori a vantarsi di aver fatto prigionieri e disarmato tre sionisti. Quasi quasi questo ci rivolta la frittata e qualcuno si mette a fare una commissione d'inchiesta sull'equipaggio della Mavi Marmara, sui legami coi "Lupi grigi" turchi, con gli assassini di cristiani, con Al Queida...  solo perché un eroe vuol fare l'eroe. Ma vi pare?

Ugo Volli 


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