Dal cap. VIII dei "Promessi Sposi":
"In mezzo a questo serra serra, non possiam lasciar di fermarci un momento a fare una riflessione: Renzo, che strepitava di notte in casa altrui, che vi s'era introdotto di soppiatto, e teneva il padrone stesso assediato in una stanza, ha tutta l'apparenza di un oppressore; eppure alla fin de' fatti, era l'oppresso. Don Abbondio, sorpreso, spaventato, mentre attendeva tranquillamente a' fatti suoi, parrebbe la vittima; eppure, in realta', era lui che faceva un sopruso. Cosi' va spesso il mondo...voglio dire, cosi' andava nel secolo decimo settimo...'
E cosi' continua ad andare anche ai nostri giorni... Renzo= il commando della marina israeliana. La stanza= la nave turca. Don Abbondio: gli attivisti filopalestinesi e anti-israeliani.
Ma una riflessione attuale e' che l'esistenza dello Stato d'Israele, la realizzazione politica ebraica del ritorno a Gerusalemme, e' vissuta come un impedimento (per usare un termine di Don Abbondio) per le mire espansionistiche dell'islam fondamentalista (Israele e' un cancro che va estirpato...Hamas, Nasrallah, Ahmadinajad), per le teorie aberranti degli epigoni di Hitler (gli ebrei sono come i pidocchi...vanno eliminati, Goebbels), per le ideologie antimperialiste dei dittatori terzomondisti (Israele e' uno stato nazista maledetto che non ha piu' il diritto di esistere...Chavez), per vaste frange della Chiesa (il popolo deicida occupa ingiustamente le terre che hanno visto la Passione di Nostro Signore...questa l'ho letta ultimamente su un blog cattolico), per alcuni ebrei della diaspora, che temendo rappresaglie antisemite e volendo compiacere i detrattori di Israele, "si dissociano fermamente dalla politica iniqua del governo israeliano' (Moni Ovadia).
Va tuttavia detto che non dobbiamo cadere nel vittimismo; io vivo in Israele da 40 anni e so che non siamo esenti da colpe e da errori. Ma una cosa e' criticare e combattere democraticamente all'interno del Paese e un'altra e' delegittimare, demonizzare, criminalizzare e augurarsi la morte di Israele.
Grazie per l'ospitalita'. Davide Levi.