Questa sì che è democrazia, umanità, civiltà superiore 14/06/2010
Questa sì che è democrazia, umanità, civiltà superiore
Hamas Fatah
Cari amici, eccovi per vostra edificazione un paio di notizie dalla Palestina, sulla sua umanità e democrazia che non troverete sui giornali europei, così palesemente filosionisti.
La prima è questa: il sistema politico palestinese è attivo, pragmatico, efficiente. Infatti produce notevolissimi patrimoni per chi lo amministra, come dimostrano le centinaia di milioni di euro che sono state al centro di una rissa per spartirsi la torta fra la moglie ed erede di Arafat e l'Autorità Palestinese, e come si vede anche dalla straordinaria carriera manageriale del figlio del presidente palestinese Abu Mazen, passato nei pochi anni del regno paterno da nullatenente a ricchissimo imprenditore. Anche Hamas, a quanto pare, si è messa sulla stessa strada: pensate all'albergo di lusso in cui ha trovato la morte il suo armiere a Dubai. Inutile dire che la fonte di tutte queste ricchezze non è il lavoro dei palestinesi, ma gli aiuti dell'Onu, dell'America, dell'Europa, messi in conto nelle nostre tasse.
Essendo così razionalmente impostato, il sistema politico palestinese non ha tempo da perdere per riti inutili come le elezioni. Quelle del presidente dell'Autorità, naturalmente, che dovevano svolgersi alla fine del 2008, poi sono state rinviate di sei mesi, poi di un anno all'inizio del 2010, e attualmente non se ne sa più niente, salvo una promessa di Abu Mazen di non ricandidarsi – cosa assai probabile se il suo incarico fosse a vita, com'è d'uso nei paesi del Medio Oriente circostante, con la deplorevole eccezione di Israele che si ostina a tenere stupidi riti elettorali.
Bene, ma perché Abu Mazen dovrebbe regnare a vita e i suoi sottoposti, i sindaci, i consiglieri comunali ecc. dovrebbero subire la sgradevole verifica degli elettori? E' un ragionamento convincente, no? E allora, detto fatto, il governo dell'Autorità Palestinese ha deciso di abolire le elezioni amministrative previste per il 17 luglio. Le motivazioni di una fonte palestinese raccontata dal Jerusalem Post (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=178148) è ammirevole. Intanto "Al Fatah non è riuscita a mettersi d'accordo sulle candidature, c'erano troppi candidati che volevano concorrere". Poi dato che Hamas, la quale comanda in seguito a "elezioni democratiche", come non si stancano di dirci i filo-islamici, aveva deciso di impedire le elezioni a Gaza, "tenerle solo in Cisgiordania avrebbe consolidato la divisione". Questa sì che è democrazia.
Seconda notizia, che certamente vi delizierà. Sapete che il 24 giugno saranno quattro anni dacché Gilad Shalit è stato rapito? (A proposito, ci sarà una manifestazione a Roma, siete tutti invitati ad andarci o a fare qualcosa dove state.) Bene, come sta Shalit? Qualche mese fa abbiamo visto quel film spettrale in cui lo si sentiva parlare e mostrare un giornale, per far vedere che era vivo. Poi si sono sentite minacce di morte. Ora è intervenuto uno dei caporioni di Hamas, Mousa Abu Marzook, con un'intervista al giornale arabo Al Hayat (http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=178170). Shalit, dice Marzook, sta bene, e gode di pieni diritti a differenza dei detenuti palestinesi nelle prigioni israeliane.
Ma scusi, che diritti? gli deve aver chiesto il giornalista, se nessuno salvo voi lo vede da quattro anni... Il secondino ha risposto che non si può rivelare il luogo in cui è richiuso, perché ciò ne comprometterebbe la segretezza. Ammetterete che c'è una logica ferrea nel pensiero palestinese. Se un luogo è rivelato, non è più segreto. Un concetto che rivaleggia con quel che riportano le cronache della Francia più cartesiana (in anticipo) a proposito del maresciallo di La Palice (o Lapalisse):
« Ahimè, La Palice è morto, è morto davanti a Pavia; ahimè, se non fosse morto sarebbe ancora in vita. »
Già, ma perché tenere segreta il luogo in cui Shalit è tenuto sotto sequestro? Semplice, perché "se gli israeliani non potessero ottenere la sua liberazione, bombarderebbero il posto per ucciderlo." Proprio così. Vedete quanto sono buoni i palestinesi, in particolare nella versione Hamas: rapiscono e tengono prigionieri i soldati israeliani per difendere la loro vita dalla ferocia dell'entità sionista. Dei veri giusti fra le nazioni. Questa sì che è umanità.