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Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli "Mavi Marmara: nessun soccorso a Gaza, solo la violenza dei pacifinti" Cinquanta divani, 300 sedie a rotelle, 300 scooter, qualche decina di materassi, 100 scooter per i disabili, varie centinaia di grucce, 250 lettini, 4 tonnellate di medicine, per lo più scadute o in via di scadenza, 20 tonnellate di abiti usati, tappeti usati anche loro, borse, equipaggiamenti da ospedale e da campo giochi. 2000 tonnellate di materiali di costruzione vari, lavandini, gabinetti, cemento, macerie vere e proprie. Sapete, cari amici, cosa descrive questo elenco? Sono i preziosi materiali umanitari di "soccorso" che la famosa flottiglia intendeva recapitare a Gaza (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/137997) . Niente di particolarmente importante, nessun soccorso vero per i poveri bambini di Gaza che muoiono di fame per colpa dei cattivi sionisti; solo delle cose accumulate un po' a caso come quando si svuotano le cantine (letteralmente buttate lì come capitava, hanno notato i portuali che li hanno scaricati, molti erano ulteriormente danneggiati in quanto non ben stivati). Niente che in sostanza non passi già ogni giorno oltre il confine di Gaza, importato dalle organizzazioni internazionali vere con la collaborazione del governo di Israele. La sola eccezione importante è il cemento, che Israele cerca di limitare per evitare che Hamas lo usi per tunnel e bunker, che sono una parte importante del modo di fare guerriglia inventato da Hezbollah. Tanto poco importanti sono questi materiali, che Hamas si rifiuta di riceverli. Sono fermi in diciannove camion al valico di Keren Shalom. Non che Hamas in generale non prenda carichi ispezionati da Israele. Non vuole questi, perché non gli servono o per dispetto o per alimentare la polemica politica. Fatto sta che non si trattava di materiale tanto urgente. E, a proposito, sapete quanti di questi materiali stavano sulla famosa Mavi Marmara, il traghetto degli scontri? Nessuno. Non c'erano coperte o lavandini di soccorso, lì. Solo teppisti e "giornalisti" per registrare gli scontri. Se guardate questo video registrato dalla parte dei "soccorritori" (http://elderofziyon.blogspot.com/2010/06/newest-videos-shed-more-light-on-mavi.html), vi renderete conto del clima che regnava sulla nave: squadre efficienti e organizzate di guerriglia urbana sul mare (se mi permettete questa strana definizione, è il meglio che ho potuto trovare) e un apparato mediatico degno dei mondiali di calcio, con televisioni che si affollano, trasmissioni a circuito chiuso, interviste in diretta. Conclusione, già scontata, ma da ribadire: non c'è stata la settimana scorsa una spedizione di soccorso umanitario assaltata, ma una manifestazione sul mare ben decisa a cercare lo scontro e il sangue da usare nella guerriglia dei media. Ugo Volli |
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