Su REPUBBLICA di oggi, 12/06/2010, in una breva a pag. 14, l'opinione di Fidel Castro su Israele. Governando da spietato dittatore a Cuba, non mettiamo in dubbio che conosca bene le tecniche del nazismo, visto che le applica nel suo Paese.
Anche il CORRIERE della SERA riporta del sue parole in una breve, a pag. 19, dal titolo: "Fidel Castro: Israele come il regime nazista".
Ancora da REPUBBLICA una breve a pag. 14, su come l'odio contro Israele trovi un terreno fertile in Francia. E' vero che Parigi non è L'Avana, ma l'odio ammorba anche la cultura d'oltralpe.
" Fidel Castro: 'La svastica simbolo dello Stato ebraico' ".
Fidel Castro con Romano Prodi in una foto del 1996. A destra un ricordo del Che.
L´AVANA - «La croce uncinata del nazismo pare oggi essere la bandiera d´Israele»: lo afferma in una sua "riflessione" pubblicata oggi all´Avana Fidel Castro, affermando che «l´odio dello Stato d´Israele contro i palestinesi è tale che non avrebbe dubbi a inviare il milione e mezzo di uomini, donne e bambini di quel Paese ai crematori nei quali furono sterminati milioni di ebrei di tutte le età». Nel suo articolo, l´ex presidente cubano parla anche, come aveva già fatto in un´altra "riflessione" giorni fa, del recente blitz israeliano: «Non sarebbe strano se Israele, gli Usa e i loro alleati stretti con diritto di veto al Consiglio di sicurezza dell´Onu, Francia e Gran Bretagna, volessero approfittare dell´enorme interesse nei confronti dei Mondiali di calcio in Sudafrica per tranquillizzare l´opinione pubblica, indignata dall´azione del corpo d´elite israeliano».
"Boicottato per protesta un film israeliano. Polemiche in Francia"
La locandina del film
PARIGI - Si può boicottare un´opera d´arte per protestare contro un governo? Se lo stanno chiedendo in questi giorni i francesi, davanti alla polemica che segue la decisione della catena indipendente di cinema "Utopia" di cancellare dal programma delle sue sale un film israeliano, per protestare simbolicamente contro il raid al largo di Gaza.
Per tentare di convincere Utopia a far marcia indietro sulla decisione sono intervenuti anche il ministro della Cultura, Frédéric Mitterrand, e il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, ma i responsabili di Utopia non sembrano disposti a tornare sulla decisione. Il film in discussione, 5 ore da Parigi di Léon Prudovsky, che uscirà nelle sale francesi il prossimo 23 giugno, ha ottenuto i finanziamenti di un ente statale israeliano, fanno notare i gestori della catena. Contro di loro si sono schierate diverse organizzazioni di artisti e organismi di lotta al razzismo che parlano di «sequestro culturale». Ma la polemica serve, ha confessato tranquillamente al quotidiano Le Figaro il co-fondatore di Utopia, Michel Malacarnet: «Abbiamo avuto più pubblicità in tre giorni che in 33 di esistenza, ed era appunto questo il nostro scopo».
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