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Il Foglio Rassegna Stampa
11.06.2010 Bambini costretti a combattere e impiccati per 'tradimento'
Succede in diversi paesi islamici. Perchè le Ong non fanno rapporto?

Testata: Il Foglio
Data: 11 giugno 2010
Pagina: 1
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «La predilezione del jihad per i sacrifici umani e i 'Ragazzi del Paradiso'»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 11/06/2010, in prima pagina, l'articolo dal titolo "La predilezione del jihad per i sacrifici umani e i 'Ragazzi del Paradiso' ".


Amnesty soffre di amnesia quando si tratta di violazioni dei diritti umani operate dai Paesi islamici.

Roma. Secondo un recente rapporto di Amnesty International, sono 300 mila i bambini pronti a morire da soldati in guerre religiose, etniche, regionali.Ma dei figli del jihad, arruolati o giustiziati in tenera età, né Amnesty né altre ong umanitarie si è mai occupata. Il Daily Times, giornale sempre addentro all’intelligence militare britannica, ha rivelato che cinquemila bambini pachistani e afghani sono stati addestrati dai talebani per portare a termine attentati kamikaze. Questi “Ragazzi del Paradiso”, come si chiamano nella narrativa islamista, sono l’altra faccia dei bambini afghani assassinati in questi anni di guerriglia terroristica. Mercoledì un bambino di sette anni è stato giustiziato dagli studenti di Allah nella provincia diHelmand. Era stato accusato di “spiare” il nemico per conto del governo afghano. Il giurista di Harvard Alan Dershowitz parla di “adoratori dellamorte” per descrivere questa cultura infantile del martirio. Una delle donne che hanno dilaniato lametro diMosca ad aprile aveva sedici anni. Si chiamava Dzhennet Abdurakhmanova, volto d’angelo per una “vedova nera” imbottita di tritolo e bulloni. In Iraq i bambini già utilizzati in operazioni suicide sono stati oltre cento. Peter Singer dellaBrookings Institution, uno dei primi analisti a occuparsi di questo mostro cultural-religioso, parla persino di una “generazione perduta” di bambini musulmani. E’ stata contagiata anche la società palestinese per il tramite di Hamas. L’esempio più famoso di questa nuova forma di sacrificio umano ha avuto luogo nel 2004, quando un bambino palestinese di undici anni fu pagato un dollaro per portare un pacco attraverso i controlli di sicurezza israeliani. Il bambino non lo sapeva, ma il pacco conteneva una bomba che sarebbe stata fatta esplodere con un telecomando. Fortunatamente per il bambino, e per gli israeliani, il piano venne sventato. Tutto ebbe inizio con la rivoluzione in Iran del 1979. L’ayatollahKhomeini stabilì per legge che i bambini potevano arruolarsi senza il permesso del padre. Al tramonto, per anni, sui campiminati lungo la frontiera irachena, decine di migliaia di bambini andarono a farsi esplodere. Sui loro corpi avanzavano poi i soldati regolari. Durante il sanguinoso assedio alla Moschea Rossa di Islamabad, Saima Khan, dieci anni, divenne l’eroina della propaganda islamica per aver detto d’esser pronta a morire “da martire”. “I bambini sono la prima linea”, annunciarono gli imamdei talebani.Anche l’organizzazione libanese Hezbollah ha formato un battaglione di più di duemila bambini. Il Washington Post ha da poco rivelato l’esistenza di centri di addestramento per baby terroristi in Pakistan. Subiscono il folle indottrinamento da parte degli addestratori talebani, quasi “fossero in trance”, secondo Sharmeen Obaid Chinoy, autore del documentario “Children of the Taliban”, trasmesso inAmerica dalla rete Pbs. “I bambini erano giunti a dire di voler uccidere i propri genitori”, hanno rivelato fonti dell’esercito pachistano. I ragazzini sono allettati da una promessa cupa e fiabesca: fanciulle vergini e fiumi di latte e miele così lontani e colorati rispetto al paesaggio brullo e arido che li circonda.

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