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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Una commissione d'inchiesta per Erdogan 08/06/2010
 "Una commissione d'inchiesta per Erdogan "

Se il tentativo di forzare il blocco navale a Gaza da parte della nave irlandese è fallito, è difficile credere che ciò sia avvenuto grazie alla volontà "pacifica" dei suoi passeggeri. Molto più realisticamente, i fattori che hanno determinato quella scelta sono due. Il primo è stata la valutazione di quanto successo sulla nave turca, la possibilità che potesse ripetersi è stato il freno più convinvente. Il secondo è stata l'assenza fra la ventina di passeggeri della Corrie delle centinaia di aderenti alla Ong IHH turca, fra i quali molti erano i desiderosi di potersi immolare in quanto "martiri". E' tra gli appartenenti a quel gruppo che si sono registrate le vittime, i "pacifisti" della risma della Lano o dei Joe Fallisi se ne stavano al sicuro nelle loro cabine, mica scemi, pubblicità sì, quello era lo scopo,  il martirio di sicuro no. Infatti premi nobel e ex ambasciatori rimbambiti sono scesi nel porto di Ashod in attesa di essere rimpatriati verso i paesi di origine.
Con questa azione si è definitivamente sputtanata una parola che fino a non molto tempo fa godeva di una meritata stima. D'ora in poi, chiunque vorrà esprimere la propria protesta senza ricorrere alla violenza dovrà trovarsi un altro nome, perchè "pacifista" è ormai imparentato con odiatore e pure terrorista.
Ma la storia non finisce qui, perchè il richiamo che ha destato sui mezzi di informazione di tutto il mondo rischia di avere una coda molto più pericolosa di quanto hanno messo in opera quei quattro gatti di scalzacani pacifisti.
Dietro a questa sporca faccenda sta diventando sempre più visibile l'ombra de Receyip Erdogan, il capataz turco, che sembra ormai più che soddisfatto per la svolta impressa all'immagine del suo paese. Il modello non è più Ataturk, e la sua svolta liberale, ma i peggiori rais che hanno messo a rischio, loro sì, la pace nel mondo. Da Nasser a Gheddafi, da Arafat ad Assad, fino al suo sodale Ahmadinejad, Erdogan si sta rivelando una jattura, non solo per la parte più moderna della Turchia, che vede svanire con lui la speranza di un futuro europeo,ma per la stabilità dell'intera regione. I toni non sono ancora quelli del cugino iraniano, ma poco ci manca. La minaccia di inviare una nuova "flotilla", e di poter esserci pure lui alla guida, è un avvertimento mafioso che richiede una risposta della massima fermezza da parte delle istituzioni internazionali.
Potrebbe fargli cambiare idea, e ricondurlo a più miti pretese, se partisse immediatamente da parte dell'Onu una inchiesta sul ruolo avuto dalla Turchia nella preparazione, seguita dalla realizzazione, del tentativo, illegale  per il diritto internazionale, di forzare un blocco navale legalmente riconosciuto.
Questa proposta è partita in Israele dai centri di intelligence, e spiegata nelle sue modalità da Zvi Mazel su Yediot Aharonot, il più diffuso quotidiano del paese.
Dopo i primo giorni, nei quali l'ubriacatura dei media per i "pacifisti" è stata totale, si è cominciato a ragionare sulle loro identità, le motivazioni, l'ideologia fanatica che li guidava, l'antisemitismo (tornate ad Auschwitz ! urlato ai soldati israeliani) e, soprattutto, chi erano gli organizzatori e chi li aveva finanziati. Qui entra in gioco Erdogan, che non solo dato via libera al progetto, ma ne è stato l'anima. Vanno accertati i collegamenti tra il governo turco e l'Ong IHH, l'organizzazione che agistre in stretto contatto con Al Qaeda e Hamas e, come si è visto, con ramificazioni che arrivano fino ai "pacifisti" italiani ospitati sulla "Marmara".
Altro che "missione umanitaria", dei cittadini di Gaza non gliene può importare di meno, Gaza è appetibile in quanto può diventare un porto di stretta obbedienza turco-iraniana, un'arma puntata sì contro Israele, ma anche pronta a destabilizzare Arabia Saudita, Egitto, Emirati, come dire l'intera regione.
Non sarà facile farlo capire ad Obama, ma una indagine che arrivi ad incriminare Erdogan per le sue collisioni con i gruppi terroristi, è l'unica soluzione per interrompergli la corsa. Tocca quindi all'Onu, lpunica istituzione che può assumersi una impresa di questa portata. Non ci facciamo illusioni, le probabilità che parta sono vicine allo zero. Ma lo scenario che si sta prefigurando è di una gravità assoluta. Come ha scritto Zvi Mazel, " soffocare la verità e nutrire le menzogne, comporterà un prezzo ". E saremo tutti noi a pagarlo.


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