From: danielle sussmann
To: letterealsole@ilsole24ore.com
Subject: a.c.a. Dr. Gianni Riotta
Date: Sat, 5 Jun 2010 13:14:30 +0200
Ma la Confindustria conosce i limiti del suo quotidiano di informazione?
Da Ugo Tramballi a Roberto Bongiorni, nel suo articolo di oggi 5 giugno, l’informazione su Israele risulta carente per omissioni quando non stravolta da distorsioni. Nel caso odierno l’articolo: “La sfida di Rachel Corrie, approderemo a Gaza” evidenzia già nel titolo un paradosso che scatena l’ilarità (davvero coraggiosa la sfida della nave irlandese con tanto di sostegno internazionale antisraeliano!), ma non contempla la gravità inaudita della missione politica e non umanitaria (se non per gli ingenui che hanno creduto che questo fosse l’intento) di tutta la Flottiglia, che evidentemente sfugge alla superficialità dell’autore sia del titolo che dell’articolo. L’unica e precisa volontà della Flottiglia è stata ed è di cercare lo scontro con Israele, innescando i presupposti per un conflitto in Medio Oriente.
I promotori della Flottiglia, il gruppo terrorista IHH con l’avvallo della Turchia di Erdogan, hanno iniziato a lanciare la loro offensiva ad Israele e all’occidente. La comunità internazionale non trova di meglio che pretendere la fine del blocco navale israeliano della Striscia di Gaza. Mentre la Turchia – che ha appena firmato un accordo con l’Iran – crea il diversivo “umanitario” verso Gaza, l’Iran nucleare passa oggi in secondo piano nelle preoccupazioni occidentali. A dire il vero, l’opinione pubblica occidentale – sufficientemente disinformata - non ha ancora la percezione di quali siano i pericoli reali che si troverà ad affrontare a causa della provocazione innescata dall’asse Iran-Siria-Turchia.
Nulla sarà più come prima.
Nella peggiore delle ipotesi, ci sarà il conflitto nel Mediterraneo. Hamas da due giorni lancia di nuovo i suoi razzi in Israele, per ora senza aver fatto vittime, gli Hitzballah del Libano sono armati ancor meglio di prima grazie all’ignavia (o condizionamento, più esattamente) delle Nazioni Unite. Il trio sopracitato non starà fermo con le mani in mano trascinando la grande famiglia araba. Del conflitto mediterraneo, ne approfitterano i nemici sudamericani degli Stati Uniti per tenerlo impegnato. In Estremo Oriente, ci penserà la Corea del Nord che già ha dato un segnale con l’affondo di un sottomarino sudcoreano. Ma segnali, al tempo della presidenza G.W.Bush, ne aveva lanciati anche al Giappone con l'affondo di una sua nave peschereccio.
La conseguenza minore, ma non per questo priva di pericoli di conflitto futuro: Israele sarà obbligato a cedere sul blocco navale alla Striscia di Gaza. L’Europa, allora, si troverà di fronte la piattaforma del terrorismo finanziato ed appoggiato dal trio sopracitato, con immaginabili attentati ed attacchi alla sue petroliere e navi commerciali. Altro che blocco nasseriano del canale di Suez! Quando i principali azionisti del Canale, Francia e Gran Bretagna, per interessi puramente commerciali mossero guerra all’Egitto! Il terrorismo dalla Siria/Libano alla Striscia di Gaza e con il supporto dei Fratelli Musulmani d'Egitto aspetteranno le navi all'entrata/uscita/interno del Canale di Suez. Se aggiungiamo alla situazione, il disincanto se non la rabbia degli alleati USA abbandonati dall’amministrazione Obama a favore di illusorii dialoghi e concessioni ai nemici della pace (scatenando le loro ironie e disprezzo contro il presidente americano), abbiamo un quadro che non potrà che destabilizzare la pax europea. Se l’occidente non capirà che è in atto una guerra strategica dei paesi islamici contro il nostro mondo, ad iniziare dall’Europa – di Israele se ne fregano ormai con due eserciti terroristi, di cui uno sofisticamente armato, schierati ai suoi fianchi e i missili ballistici iraniani a lunga gittata – non subirà solo un peggioramento della crisi economica, ma anche la fine della pace. Quanto a Rachel Corrie, le immagini che precedono la sua morte accidentale (provata al là di ogni dubbio) sono quelle di un essere umano stravolto dall’odio puro, patologico. Bel simbolo davvero per chi si definisce pacifico! Quanto alla Striscia di Gaza, basta voler vedere i mercati che straripano di frutta e verdura, di merci, e osservare sotto l’egida delle Nazioni Unite le centinaia di camion con medicine e generi di prima necessità, che Israele fa passare quotidianamente. Infine, per quanto riguarda il video-farsa “We con the world”, è diretto ai finti pacifisti, cioè ai complici del terrorismo e ai media che disinformano. Per coloro che considerano Israele un'eccezione da cancellare, lascio immaginare lo scenario futuro dell'Europa. Perciò basta con l'ipocrisia che a parole sostiene il diritto di Israele a difendersi e lo condanna nei fatti. Basta con l'ipocrisia del condannare sempre e solo Israele quando l'Europa sa che la sua pace è indissolubilmente legata all'esistenza di Israele.
E’ l’ora della riflessione e dell’autocritica per il Sole 24 Ore. E non solo.
Danielle Sussmann
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