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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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E' logorata da continui attacchi ma deve resistere 04/06/2010

Libero-Angelo Pezzana: " E' logorata da continui attacchi ma deve resistere "

 Angelo Pezzana

Caro Direttore, so bene quanto tu sia dalla parte di Israele, accanto a chi difende lo Stato degli ebrei, libero e democratico, e so anche bene, condividendone il principio, che non c’è nulla di male nel dire ad un amico che sbaglia, se lo si ritiene giusto. A maggior ragione, criticare un governo è il sale di ogni democrazia, figurati in Israele, dove è lo sport più praticato. Questo giornale, insieme a pochi altri, ha sempre compreso le ragioni di Israele che, con l’America (prima di Obama), è stato finora l’unico ad avere la volontà di non arrendersi di fronte al terrorismo di matrice islamica, come invece purtroppo succede un po' ovunque in Europa. Non solo non arrendendosi, ma combattendolo, perchè, come sai, ne va della sua stessa sopravvivenza. Ma veniamo ai pacifisti-armati, questa accozzaglia di gente unita da un unica volontà, l'odio per Israele, per gli ebrei, come abbiamo imparato leggendo la loro propaganda. Tu scrivi che il governo avrebbe dovuto comportarsi diversamente, non mandando l'esercito ad impedire la forzatura del blocco, ma si sarebbe dovuto scegliere un comportamento differente. Con te l'hanno detto tanti altri amici di Israele, preoccupati delle conseguenze successive alla notizia delle vittime fra i cosiddetti pacifisti. Ma nessuno ha saputo suggerire a quali forze si sarebbe dovuto demandarne il compito. Non erano barconi di rifugiati incerca di una riva alla quale approdare, erano gruppi di militanti, violenti e armati fino al collo, fanatici estremisti, ai quali importa solo che Israele scompaia dalla faccia della terra. Chi doveva andare ? Guardiacoste ? Semplici marinai su delle motovedette ? Tu sai che quel mare è solcato da navi di provenienza iraniana e siriana, colme di carichi di armi pronte per essere usate da Hamas contro Israele, per cui mi è difficile, anche usando il senno di poi, immaginare un commando diverso da quello che è entrato in azione. Ti dirò di più, conoscendo le tecniche di provocazione politica che i "pacifisti" sono abituati a mettere in pratica, sono certo che avrebbero cercato comunque lo scontro, perchè è il metodo che più convince l'opinione pubblica occidentale, che non sa più far altro che richiamarsi all'amore universale, come se il male bastesse ignorarlo per farlo scomparire. Aggiungi poi la bontà, l'accoglienza, la solidarietà, ma tutto in casa altrui, mi raccomando, meglio se in casa di Israele, e ancora meglio se al posto di Israele. In un mondo nel quale la vita non ha più nessun valore, abbiamo imparato a riscoprirne l'importanza solo quando di mezzo c'è lo Stato degli ebrei. Migliaia, centinaia di migliaia, milioni di morti in questo dopo guerra apparentemente senza guerra, dove i numeri delle vittime ci scivolano via tra un festival di Sanremo e una Champion's league, nomi come Cecenia, Hutzi / Tutzi, Tibet, Cambogia, Cina, Russia, Sudan, Darfur, l'Iraq di Saddam sterminatore dei Curdi, l'Iran di Ahmadinejad, sono solo evocativi di viaggi intelligenti e low-cost, mentre i massacri che li sottintendono li abbiamo già dimenticati nello stesso momento nel quale, con fastidio, ne siamo venuti a conoscenza. Una abitudine fatta propria soprattutto dai cosiddetti pacifisti e dalle loro organizzazioni autodefinitesi umanitarie, che si guardano bene dall'andare a ficcare il naso in quegli stati che hanno fatto del terrore la caratteristica del loro potere, neanche per emettere uno straccio di comunicato. Certo che era un agguato, come hai scrito, una trappola, ma Israele non aveva altre scelte se non quella di comportarsi come ha fatto. Se avevano intenzione di portare beni di consumo potevano accettare che nave attraccasse al porto di Ashdod e,dopo le dovute verifiche, la merce sarebbe potuta arrivare a Gaza, dove, per altro, c'è semmai un surplus di cibo e di ogni altro tipo di beni, come ho documetato in un pezzo l'altro giorno su Libero, e come confermava ieri Lorenzo Cremonesi sul Corriere, un inviato non certo in ombra di simpatie per Israele. Eppure Gaza viene raccontata come "affamata", un'enorme menzogna, che però affascina la sensibilità europea, afflitta dai sensi di colpa perchè ha soprattutto il problema dell'obesità quale malattia sociale. Caro Direttore,dobbiamo svegliarci, che almeno i lettori di Libero siano informati che la fine della nostra società è vicina, natalità aiutando, di tratta solo più di pochi decenni, e poi Allah uAkbar diventerà il nostro saluto abituale. Ma non è detto, forse riusciremo ancora a salvarci, ma se cade Israele è finita per tutto il momndo occidentale. Guarda su internet (o informazione corretta che li riprende) i video del nostro futuro prossimo venturo, è tutto già lì, raccontato. Per questo cerchiamo di capire le ragioni di Israele, insieme alle difficoltà, dando sì suggerimenti, ma soprattuto comprensione.


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