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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Ugo Volli
Cartoline
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Se non ci difendiamo, ci menano, ed è merito loro 01/06/2010
 "  Se non ci difendiamo, ci menano, ed è merito loro "

Cari amici, aggi non è la giornata in cui scherzare. Israele è sotto un assedio di comunicazione pari solo a quello del gennaio dell'anno scorso. E questo assedio è completamente ingiustificato. Israele ha fatto benissimo a fare qual che ha fatto, ne aveva tutto il diritto morale e giuridico. La responsabilità degli incidenti e delle vittime è tutta di Hamas e dei suoi alleati che hanno organizzato la spedizione a Gaza.

Sul piano giuridico, il territorio di Gaza è sottoposto da Israele a blocco Navale. Il blocco navale è una pratica di guerra antica (risale almeno alle guerre napoleoniche) e legittima (sancita dal Congresso di Parigi del 1856). Esso consente alla potenza bloccante di catturare o anche affondare tutte le navi che cercano di violare il blocco anche in mare aperto, senza limiti di acque territoriali. Chi viola il blocco è un contrabbandiere in zona di guerra e agisce contro la legge, è dunque un obiettivo legittimo della forza militare. Il blocco riguarda tutte le navi, anche quelle neutrali (http://it.wikipedia.org/wiki/Blocco_navale). Israele ha seguito tutte le procedure del blocco, comunicandolo molte volte e in particolare segnalandolo agli stati interessati e anche alle navi della flottiglia, come si vede da questo video: http://www.youtube.com/watch?v=qKOmLP4yHb4&feature=player_embedded. In generale le forze militari hanno diritto di ispezione anche in alto mare e fuori dalle acque territoriali le navi di passaggio. Questi diritti si chiamano "diritto di visita" e in casi di conflitto possono diventare legittime "operazioni di interdizione marittima" (Maritime Interdiction Operation, per definizioni e limiti di queste istituzioni giuridiche vedete le voci relative sul glossario di diritto del mare della Marina italiana: http://www.marina.difesa.it/editoria/rivista/gloss/a.asp e qui:http://en.wikipedia.org/wiki/Maritime_Interdiction_Operations .

La logica del blocco navale a Gaza deriva dal fatto che dopo il ritiro israeliano di quattro anni fa vi si è stabilito con un colpo di stato il regime terrorista di Hamas, che assale i militari ma anche i civili israeliani con razzi, colpi di mortaio e agguati. Il territorio di Gaza è stato dichiarato ufficialmente dal governo israeliano zona nemica e per questa ragione sottoposto a varie operazione militari. Neppure un testo così antisraeliano come il Rapporto Goldstone ha negato a Israele il diritto di autodifesa, che è basilare nella carta dell'Onu, e quindi non ha potuto negare la legittimità dell'Operazione Piombo fuso (se non delle sue forme) e del blocco navale e terrestre, che mira a impedire rifornimenti di armi e materiali che potrebbero aggravare l'aggressione.

Hamas e i suoi alleati hanno organizzato molti tentativi di rompere il blocco, che Israele ha sempre combattuto con le armi: i tunnel del contrabbando, l'abbattimento del confine con l'Egitto e anche altre spedizioni di navi contrabbandiere, che Israele ha bloccato, arrestandone gli equipaggi. Quando questo tentativo più massiccio si è concretato, Israele ha mandato molti avvertimenti ufficiali e poi ha inviato la marina a fermare il tentativo di rompere il blocco, il che è perfettamente legale anche fuori delle acque territoriali. La violazione del blocco è configurata dalla volontà esplicita del comando delle navi. La marina israeliana ha fermato senza incidenti cinque della sei navi. Solo sulla sesta, la più grande, è avvenuto un tentativo di linciaggio dei marinai che, secondo la prassi internazionale, stavano salendo a bordo per controllare la nave. Questa aggressione è evidentissima e documentata su questi video: http://www.youtube.com/watch?v=XuH_0YRZS1M&feature=player_embedded , http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/137798, http://www.youtube.com/watch?v=gYjkLUcbJWo&feature=player_embedded . I soldati hanno avuto l'autorizzazione a sparare solo quando la loro stessa vita era a forte rischio. Il diritto sta dalla loro parte: avevano diritto dal punto di vista della legalità internazionale, di imporre un'ispezione alla nave; avevano diritto di fermarla visto che tentava di violare un blocco. Avevano infine il diritto alla legittima difesa che appartiene a chiunque è fisicamente aggredito come si vede nei video. Un racconto di prima mano si trova qui: http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=177040 .

I soldati israeliani si sono comportati benissimo, non hanno compiuto nessuna violazione giuridica o morale. Li condannano quelli che non sanno come sono andate le cose o gli ipocriti propagandisti dell'islamismo e chi va loro dietro. Se volete una conclusione più ragionata (e capite l'inglese), guardate questo video: http://www.youtube.com/watch?v=XdZV5EfrwFI&feature=related . Se preferite una conclusione a modo mio, voglio solo dirvi che i nemici di Israele si comportano come quel personaggio di Pascarella (o di Belli, non ricordo bene) che intima alla sua vittima: "fermete, nun te move, che te devo menà". Se ci difendiamo, è colpa nostra. Se non ci difendiamo, ci menano, ed è merito loro.


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