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La Ragione, tra religione e laicità 29/05/2010

La statistica giova alla Verità più della ideologia. Se il 42% di israeliani è laico e il 25% è blandamente tradizionalista e non osservante, ciò significa che Israele è un paese laico al 70% circa dei suoi abitanti. Ciò significa che in esso possono anche riconoscersi ortodossi di tutto il mondo, ma soprattutto uomini laici e razionalisti di qualsiasi paese razza o religione e addiritttura trovare in esso nella sua idea di stato e di comunità il fondamento di una nuova vera religione: la religione della Ragione. In qualunque parte del mondo, in qualsiasi stato o società o città un uomo si trovi, se nel suo ambito quest'uomo sopporta la discriminazione e l'odio sociale senza ragione, allora la sua patria è comunque Israele, perchè nessuna comunità nazionale mai nella storia ha dovuto difendere il proprio diritto di sopravvivere e di esistere contro barbari che lo negavano, più di Israele. Se un uomo ha avuto la esperienza o ne ha avuto nozione in famiglia di non essere considerato dallo stato in cui ha vissuto un uomo normale, ma un uomo da massacrare solo per il suo cognome o per la sua idea politica, allora quest'uomo appartiene ad Israele anche se ne ignora l'esistenza perchè la tragedia di esistere in mezzo a chi cerca di impedirlo è stata la tragedia di Israele in tutta la sua storia recente dopo l'olocausto ed Israele resta il simbolo ci raccolta di tutti coloro che hanno dovuto rivendicare il proprio dirito di esistere nei confronti di chi lo ha negato senza sapere il perchè. Se quest'uomo è convinto che la sola Ragione ed il pensiero scientifico costituiscano fonte di conoscenza ed intelligenza, allora quest'uomo è nostro fratello d'Israele perchè nessuna nazione al mondo ha mai potuto contare solo ed esclusivamente sulla sua genialità scientifica, sulla superiorità della sua tecnologia e sulla disincatata visione razionale del mondo, che trova con Einstein la sua formula più commovente e convincente: "il Dio di israele è ciò che esclude la superstizione". Quindi ciò che esclude i maariv. Se un uomo, chiunque esso sia, condivide anche implicitamente la battaglia di civiltà che Israele ogni giorno deve sostenere contro una barbarie totemica, sanguinaria, tribale, vigliacca e selvaggia, allora quest'uomo è dei nostri, ci appartiene e possiamo rivolgerci a lui come a un fratello, perchè quale che sia la sua estrazione sociale o il suo Dio privato e notturno, quest'uomo condivide la nostra stessa idea che Israele è l'esperienza storica della Ragione e la sua sopravvivenza è la nostra sopravvivenza. Perchè senza Israele il mediterraneo bagnerebbe già l'oriente. Cioè la negazione della Ragione, sacrificata alla civlltà talebana, del burka, dell'oppio, del sufi, e di tutto quant'altro residua del pensiero selvaggio.
Vitaliano Bacchi


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