L’inferno dentro Moreno Gentili
Sonda Euro 16
Lontano mille miglia dal protagonista de “Le benevole” di Littell, il medico italiano nazifascista Ludwig andato a Berlino all’inizio del Terzo Reich e tornato, da buon militante, alla Risiera di San Sabba durante Salò, non ha goduto a uccidere. Al centro de “L’inferno dentro. Confessioni di un collaborazionista” di Moreno Gentili – fotografo, scrittore, scenografo, da anni impegnato a interrogarsi sul cuore nero della Shoah -, i ricordi dell’irriducibile Ludwig tornano su quel che davvero è la chiave interpretativa di fondo della violenza nazionalsocialista, ovvero il suo fuoco ideologico. E’ la forza palingenetica dietro lo sterminio quella che Gentili coglie con esattezza, ed è la stessa indicata da storici come Friedlander (che l’ha denominata “antisemitismo redentivi”) quale motore primario della Shoah. Ludwig declina nelle sue memorie la visione genocidaria: cambiare geneticamente l’umanità, un’apocalisse che rappresenta per i nazisti un “riscatto di massa” capace di rendere prima la Germania e poi il mondo tutto “integro”, “scientificamente” libero da handicappati, ebrei, zingari, omosessuali.
Susanna Nirenstein
R2 Cult – La Repubblica